[Ezln-it] EZLN a 100 anni dall'assassinio del Generale Emiliano Zapata

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Thu Apr 11 14:05:22 CEST 2019


ESERCITOZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

Aprile2019

Aifamigliari ed amici di Samir Flores Soberanes: 

All'Assembleadella Resistenza di Amilcingo:  

AlFronte dei Popoli in Difesa della Terra e dell'AcquaMorelos-Puebla-Tlaxcala:  

AlCongresso Nazionale Indigeno:  

AlConsiglio Indigeno di Governo:  

AllaSexta nazionale e internazionale:  

AlleReti di Appoggio al CIG e Reti in Resistenza e Disobbedienza:  

Achi lotta contro il sistema capitalista: 

Sorellee fratelli:  

Compagnie compagne:

Viscrive il Subcomandante Insurgente Moisés a nome delle donne, degli uomini, deibambini e degli anziani zapatisti. La parola che vi mandiamo è collettiva espetta a me scriverla come portavoce dell’EZLN.

Dallemontagne del sudest messicano arriva oggi alle degne terre di Emiliano Zapata edei suoi successori - come lo era ed è Samir Flores Soberanes, nostro fratelloe compagno di lotta in difesa della vita - l'abbraccio che non è solo mio ma ditutti i popoli zapatisti tzotzil, chol, tojolab, zoque, mam, meticci e tzeltal.

Sorellee fratelli, noi zapatiste e zapatisti dell'EZLN vi mandiamo questo abbraccio perchévi rispettiamo ed ammiriamo.

Nonabbiamo potuto essere presenti lì con voi come avremmo voluto. La ragione èmolto semplice ed ha la bandiera del malgoverno. Perché nelle nostre montagne evalli è aumentata la presenza militare, poliziesca, paramilitare, di spie edinformatori. Sono riapparsi i sorvoli di aeroplani ed elicotteri militari ed ilpassaggio di veicoli blindati, come ai tempi di Carlos Salinas de Gortari, diErnesto Zedillo Ponce de León, tutore politico dell'attuale titolaredell'Esecutivo, di Vicente Fox Quesada dopo il tradimento degli Accordi di SanAndrés, dello psicopatico Felipe Calderón Hinojosa e del ladro in doppio pettoEnrique Peña Nieto. La stessa cosa, ma ora con più frequenza e maggioreaggressività.

Pattugliamentie sorvoli non seguono le rotte del narcotraffico, né quelle delle lentecarovane delle sorelle e fratelli migranti che fuggono da una guerra che ci sirifiuta di chiamare col suo nome… per raggiungerne un'altra che si nascondedietro un governo federale tutto chiacchiere e cialtroneria. No, questaminaccia di morte percorre per aria e terra le comunità indigene che voglionomantenersi in resistenza e ribellione per difendere la terra, perché in lei stala vita.

Ora,inoltre, membri dell'Esercito Federale e dell'Aeronautica si addentrano nellemontagne e compaiono nelle comunità dicendo che sta arrivando la guerra e chestanno solo aspettando ordini “dall'alto”. E qualcuno si fa passare per quelloche non è e né sarà mai, perché dice di conoscere i presunti “piani militari”dell'EZLN. Forse ignorando che l'EZLN dice quello che fa e fa quello che dice…o forse perché il piano è montare una provocazione e poi incolpare l'EZLN. Lostesso metodo di Ernesto Zedillo Ponce de León e del suo lacchè EstebanMoctezuma Barragán, oggi incaricato di aggredire il magistero democratico.

Neifatti, in tutto questo, il malgoverno attuale è come i suoi predecessori. Maadesso cambia la giustificazione: oggi la persecuzione, le minacce e l'attaccoalle nostre comunità è “per il bene di tutti” e si fa sotto la bandiera della cosiddetta“IV Trasformazione”.

Manon è di questo che vogliamo parlarvi. Dopo tutto, qualunque denuncia vienescreditata perché, secondo il Potere Esecutivo Federale, la realtà rientranella categoria “radicale di sinistra conservatrice” che vuol dire che chiunquenon sia prezzolato ed osi criticare il governo supremo (...), sarà impallinatodalle sue milizie sui social network che sono “moderni” solo perché il lorofanatismo è digitale, ma utilizzano gli stessi argomenti di chi applaudiva edapplaude gli eccessi delle varie tirannie nel mondo, ed ai quali si potrebberoripetere le parole di Emiliano Zapata Salazar: “L'ignoranza e l'oscurantismo in tutti i tempi non hanno prodotto altroche greggi di schiavi per la tirannia”.

Quelloche sta succedendo in queste terre chiapaneche, è quello che stiamo subendoda  oltre 25 anni. E ripetiamo quello cheabbiamo già detto: là in alto sono la stessa cosa… e sono gli stessi. E larealtà toglie loro il trucco con cui vogliono simulare il cambiamento.

Sorellee fratelli:

Compagnie compagne:

Quelloche vogliamo dirvi, rimarcare, è quanto sia grande la vostra resistenza.

Nonsolo per innalzarla a simbolo quando quelli di sopra celebrano un tradimento:l'assassinio di una persona di nome Emiliano Zapata Salazar, e che fallì nel tentativodi fermare una causa, quella che oggi vive in molte sigle in tutto ilterritorio di questo che ancora chiamiamo Messico: lo zapatismo.

Questacausa è di ispirazione per ogni persona onesta nel mondo, perché la lotta è perla vita. Non è una scommessa per denaro, poltrone, regali. È per le generazioniche non verranno se trionferà la superbia del Prepotente e le comunità sarannodistrutte.

Perquesto la vostra lotta non solo merita di essere salutata ed appoggiata,dovrebbe anche essere replicata in tutti gli angoli del pianeta dove, sotto labandiera del cosiddetto “ordine e progresso”, si distrugge la natura ed i suoiabitanti.

Cisono volte in cui le cause si concretizzano in una persona, uomo, donna o otroa.Ed allora questa causa prende nome, cognome, luogo di nascita, famiglia,comunità, storia. Come per Emiliano Zapata Salazar, è il caso anche delfratello e compagno Samir Flores Soberanes che hanno cercato di comprare, farloarrendere, convincerlo ad abbandonare i suoi ideali. Lui non ha ceduto, perquesto l'hanno assassinato. Perché non si è venduto, perché non si è arreso eperché non ha ceduto.

Chisi è sentito sollevato dal suo assassinio e poi ha realizzato una “consultazione”per burlarsi così della tragedia, pensava che tutto sarebbe finito lì; che laresistenza contro il megaprogetto, criminale come tutti i megaprogetti, sisarebbe spenta insieme alle lacrime che l'assenza dal fratello e compagno hastrappato.

Sisono sbagliati, come si sbagliarono Carranza e Guajardo quando credettero cheZapata finiva a Chinameca.

L'attualegoverno federale si sbaglia di grosso quando, ostentando la sua ignoranza dellastoria e della cultura del paese che dice di “comandare” (il suo libro di testonon è “Chi governa” ma “Chi comanda”), pretende di accostare Francisco I.Madero ad Emiliano Zapata Salazar. Perché, così come Madero volle comprareZapata, il malgoverno voleva comprare Samir e le comunità che resistono, conaiuti, progetti ed altre menzogne.

Lecomunità e Samir hanno risposto con il loro lavoro di resistenza, cosa di cuiEmiliano Zapata sarebbe orgoglioso, il quale diceva che non lo si comprava conl'oro e che qui (nelle terre di Morelos) c'erano ancora e ci sono uomini - noiaggiungiamo “e donne ed otroas” - con dignità.

Nonsono nuove nemmeno l'ignoranza e la superbia che caratterizzano l'attuale capodel malgoverno. Come non è nuovo che abbia una corte di adulatori. Un gruppo disvergognati che adattano la storia al piacere del tiranno e lo presentano comeil meglio di tutti tempi. Lo applaudono e, con ossequio senza riserve, ripetonotutte le sciocchezze che gli escono di bocca. Lui ha decretato la fine delneoliberismo e la sua corte sistema numeri, fatti, progetti per nasconderlidietro lo scenario della cosiddetta “Quarta Trasformazione” che altro non è chela continuazione e acutizzazione della tappa più brutale e sanguinaria delsistema capitalista.

Inaggiunta, il gruppo di adulatori che il tiranno attira a sé, si completa conlacchè di ogni tipo e condizione che si prodigano, ed ammazzano, per soddisfarei desideri manifesti o presunti del boss di turno.

Perquesto il titolare dell'esecutivo non deve ordinare di uccidere, far sparire,denigrare, calunniare, imprigionare, licenziare, confinare chi non gli mostraadorazione.

Bastache sul palcoscenico o sui mezzi di comunicazione o sui social network esercitiquello che egli chiama “diritto di replica”, perché i lacchè trovino il modo disoddisfare i desideri del loro padrone e signore.

Matutti i tiranni tremano quando si innalza una causa che, come la vostra - che èla nostra - è giusta e umana.

Pensanoche assassinando leader e volti noti, le cause muoiano con loro.

Nonsappiamo chi ha ucciso il compagno Samir. Sappiamo chi lo ha segnalato. Chi,con voce stridula e isterica lo ha indicato affinché poi sicari, ansiosi dipiacere al capo delle forze armate federali, compissero la sentenza data dalpalcoscenico trasformato in tribunale.

Nonc'è stato “diritto di replica” per Samir Flores Soberanes, né c'è per i popoliche si oppongono al progetto di morte chiamato “Proyecto Integral Morelos”,megaprogetto che significherà solo profitti per i grandi capitalisti le cuisedi stanno in Italia e in Spagna a cui si domanda di chiedere perdono per laconquista iniziata 500 anni fa e che ora il malgoverno continua a portareavanti.

Maquesto già lo sapete, sorelle, fratelli, compagni, compagne. Ma lo ripetiamoper la rabbia che ci fa l'assassinio di Samir e la superbia di chi là in altocrede di comandare quando neppure governa.

Cifa arrabbiare che per quelli di sotto ci sia solo il disprezzo delle elemosinemascherate da programmi assistenziali o le minacce per non piegarsi, e che perquelli di sopra, che sono quelli che poi tradiranno chi oggi accarezzano, cisiano sorrisi, brindisi e dichiarazioni rassicuranti.

Compagnie compagne:

Sorellee fratelli:

Sappiamoanche che questo, come i precedenti malgoverni, vuole sequestrare l'immagine diEmiliano Zapata Salazar affinché, con la sua morte, muoia anche la difesa dellaterra che come noi, i popoli originari, invita alla vita.

Esappiamo la cosa più importante, ciò che in realtà conta: noi popoli originariandremo avanti con la ribellione e la resistenza.

Nonimporta che ci chiamino “conservatori” o, come 100 anni fa gli zapatisti dell'EsercitoLiberatore del Sud, “banditi”.

Comei precedenti, il malgoverno attuale ed i suoi “moderni” lacchè possono dircitutto quello che vogliono.

Lanostra parola e silenzio sono più grandi delle sue grida isteriche.

Lalotta zapatista continuerà a vivere, i popoli originari continueranno a vivere.

Nellecittà e nelle campagne di tutto il pianeta si solleva la lotta anche di gruppi,collettivi ed organizzazioni di donne, coloni, artisti, giovani, scienziati,lavoratori, impiegati, insegnanti, studenti, otroas.

Nonimporta la sua dimensione, ma la sua fermezza. Con tutti loro, elloas,con rispetto e solidarietà, si solleverà una rete mondiale di disobbedienza eresistenza contro la guerra che, se il capitalismo vincerà, significherà ladistruzione del pianeta.

Imalgoverni verranno e se ne andranno, ma il colore della terra persisterà e conesso tutti i colori di quanti nel mondo si negano alla rassegnazione ed alcinismo, che non dimenticano e non perdonano, che presentano il conto dioffese, reclusioni, sparizioni, morti, oblii.

Inquesto pensiero e cuore collettivi, rinascerà il mondo oggi agonizzante.

Itiranni di tutti i colori crolleranno insieme al sistema a cui sono asserviti.

Eper il mondo ci sarà finalmente vita, come deve essere la vita, cioè, libera.

Inattesa di quel momento, non smetteremo di portare in ognuno dei nostri giorni,la vita di lotta di Emiliano Zapata Salazar e di Samir Flores Soberanes.

Enella nostra lotta quotidiana, si farà verità il grido che oggi è la nostrabandiera: Zapata e Samir vivono, e la lotta continua per…

TERRA E LIBERTÀ!

Dalle montagne del Sudest Messicano.

SubcomandanteInsurgente Moisés.

Messico, aprile 2019

Traduzione“Maribel” - Bergamo

Testo originale: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2019/04/10/comunicado-del-ejercito-zapatista-de-liberacion-nacional-2/

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