[Ezln-it] L.H.Navarro: La parola di Marichuy

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Jan 24 13:52:46 CET 2018


La parola di Marichuy 

Luis Hernández Navarro

Non viportiamo cappellini, magliette od ombrellini, panini, generi alimentari, diceMaría de Jesús Patricio in alcuni dei suoi eventi nel viaggio che stacompiendo. Ma portiamo la parola che ci hanno mandato a dire.

María deJesús Patricio - Marichuy la chiamano i suoi - è la dottoressa tradizionalenahua che funge da portavoce e candidata alla Presidenza da parte del ConsiglioIndigeno di Governo (CIG). La parola che porta nelle comunità è quella che lemandano a dire i popoli originari che formano il consiglio.

Dal 14ottobre scorso, Marichuy sta viaggiando in gran parte del paese. Non si ferma.Fino ad ora ha percorso Chiapas, Campeche, Yucatan, Quintana Roo, Tabasco,Veracruz, Puebla, stato del Messico, Morelos, Hidalgo, Colima, Jalisco,Aguascalientes, Zacatecas, San Luis Potosí, Querétaro e Città del Messico.Nella maggioranza di questi stati ha tenuto gli incontri non nelle grandicittà, ma nelle comunità remote (molte di difficile accesso) dove le comunitàindigene vivono e lottano.

In questiincontri María de Jesús ha parlato, ma anche ascoltato. Il 9 gennaio scorso, aDesemboque, Pitiquito, Sonora, ha riassunto quello che queste altre voci lehanno detto: Abbiamo ascoltato le molte sofferenze che vivono queste comunità,soprattutto quelle del sud del Messico.

La sorprendeil gran numero di donne che partecipano, organizzano, dirigono e prendono laparola in questi eventi. La metà del cielo, solitamente invisibile nellecampagne politiche dei partiti istituzionali, occupa uno spazio immenso nelgiro della portavoce del CIG. È come se il percorso di Marichuy avesse apertoun'enorme breccia nelle forme tradizionali di fare politica, nella quale sisono inserite le donne organizzate del Messico del basso per prendere ilcontrollo del proprio destino.

María deJesús non parla mai a proprio nome, ma a nome dei popoli che l'hanno sceltacome loro portavoce. Non usa l'io, bensì il noi. Nelle riunioni non chiede divotare per lei, invita ad organizzarsi. Non dice lottate, ma lottiamo tuttiinsieme. Non chiede di essere appoggiata, aiutata o seguita: invita a pensareinsieme al Messico che si desidera, a cominciare a camminare insieme e nonfermarsi, ad organizzarsi e lottare insieme.

Perché Maríade Jesús Patricio ed il CIG partecipano alla congiuntura elettorale se non sonod'accordo con i partiti politici? Perché farlo se ritengono che questi hannodiviso e fatto scontrare le comunità? L'ha spiegato più volte (https://goo.gl/p4DpWi ).

Partecipanoalla contesa elettorale non per arrivare al potere né per essere come quelli disopra, ma perché vogliono che si guardino i nostri popoli indigeni e siascoltino i loro problemi. Perché cercano di mettere ben in chiaro che lecomunità indigene non sono d'accordo con il modo in cui si stanno accordandolassù quelli che hanno il potere e quelli che hanno il denaro. Perché devonodenunciare l'imposizione alle comunità indigene dei megaprogetti che hannoportato distruzione e morte, inquinamento e deforestazione. Perché devonoprepararsi ad affrontare la guerra che viene dalle imprese, dai governi e dainarcotrafficanti, insieme alla violenza che li accompagna da sempre, che siadei loro poliziotti, militari o criminali. Perché è urgente fermare gliomicidi, le sparizioni e gli arresti che subiscono per difendere le loro terre,territori e risorse naturali. Perché non vogliono più essere ignorati,abbandonati e umiliati. Perché ci sono comunità sul punto di sparire. Perché daloro dipende che continui ad esserci vita per quelli che verranno dopo.

“Partecipiamoa questo processo - ha detto la portavoce del CIG lo scorso 12 gennaio a MesaColorada, territorio guajirio -affinché i media si voltino a guardare e vedano che i nostri popoli stannosoffrendo, che hanno problemi di terra, che hanno problemi di inquinamentodelle acque, che hanno problemi con le miniere a cielo aperto che inquinano,con le centrali idroelettriche, i gasdotti, gli impianti eolici che contaminanola terra, con gli ogm che inquinando le nostre coltivazioni, il nostro mais, inostri fagioli.”

La parola diMarichuy non è rivolta solo ai popoli indigeni, ma anche, ai lavoratori dellecampagne e delle città, alle donne, ai giovani, agli studenti, agli operai, aimaestri, perché - spiega - questo sistema capitalista non incombe solo suinostri villaggi, ma ovunque, in tutto il mondo. In questa lotta proposta dallecomunità indigene - dice - ci stanno tutti quelli che sentono che questoMessico è nostro, e che se ne stanno appropriando in pochi, i pochi che hannoil potere e che hanno il denaro, per i quali noi non serviamo, ma siamo didisturbo.

In pochipaesi dell'America Latina ci sono tante lotte di resistenza quante in Messico.Tuttavia, in maggioranza sono disperse e isolate, come le perle di una collanaa cui è stato rotto il filo che le unisce. Nel suo percorso per i villaggi e lecomunità in resistenza, Marichuy ed il CIG cercano di infilare nuovamentequeste perle perché formino la collana capace di cambiare la rotta della storia.

L'orizzontedella sua proposta - ha insistito Marichuy - non si ferma al 2018, ma va benoltre. Alla maniera dei popoli indigeni abituati a sognare in altro modo,rivendica un potere che deve stare in basso, capace di dire come devono esserei governanti; un potere che dica al governo quello che deve fare e non ilcontrario.

In unmomento in cui l'insieme dei partiti ufficiali si è spostato a destra, il CIG ela sua portavoce stanno facendo una campagna in basso e a sinistra. Mentre lamaggioranza dei candidati parla della disuguaglianza, della corruzione odell'insicurezza, Marichuy cita a chiare lettere quello che gli altri tacciono:la depredazione, lo sfruttamento, il razzismo e l'oppressione provocati dalcapitalismo, e la necessità di organizzarsi e lottare contro di essi. Perquesto e perché non porta cappellini, magliette, ombrellini, panini o generialimentari, ma la parola delle comunità indigene, Marichuy deve esserci sullascheda elettorale per l'elezione del Presidente della Repubblica.

Twitter @lhan55

Testooriginale: http://www.jornada.unam.mx/2018/01/23/opinion/017a2pol

Traduzione“Maribel” - Bergamo

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