[Ezln-it] L.H. Navarro: Giustizia autonoma zapatista

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon May 23 14:23:05 CEST 2016


  Giustiziaautonoma zapatistaLuis HernándezNavarroLa notorietà acquisita dallasollevazione armata zapatista sui mezzi di comunicazione di massa nei suoiprimi anni, è sensibilmente diminuita. I ribelli non sono più la notiziaquotidiana. C'è perfino chi annuncia con beneplacito la loro estinzione.Ovviamente, questo non è vero.L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) continua ad essere unaforza politica molto rilevante dentro e fuori del paese. Tuttavia, l'attenzioneche attirò il baluginio dei loro fucili si è dissolta di fronte all'epopea dicostruire dal basso e senza chiedere il permesso, contro vento e maree, unaltro mondo.Sull'insurrezione indigena nelsudest messicano sono stati scritti molti libri, tesi e reportage - alcuni deiquali molto buoni. Ma veramente pochi sono stati scritti sull’azione eroica deiribelli di costruire un governo ed un sistema di giustizia autonomi in un ampioterritorio sotto il loro controllo. Benché migliaia di persone abbiano visitatoe vissuto nelle comunità zapatiste in vari periodi di tempo, la letteratura cherenda conto di quello che succede lì, scarseggia.Certo, esistono alcuni lavori notevoliche raccontano delle trasformazioni del progetto di educazione ribelle, delleloro esperienze di organizzazione collettiva di produzione nelle terre occupateo dell'impatto del loro progetto autonomistico nelle lotte dei popoli indios.Tuttavia, a confronto col boomintellettuale che accompagnò la sollevazione armata, quelli che analizzano edocumentano giorno per giorno il fare autogoverno, sono piuttosto scarsi.Uno di questi libri è Justiciaautónoma zapatista: zona selva tzeltal, di Paulina Fernández Christlieb. Nonè solo un un'opera in più, ma piuttosto l'investigazione più completa edocumentata sulla forma in cui si impartisce la giustizia in quattro municipizapatisti.Justicia autónoma zapatista: zonaselva tzeltal è un lavorocollettivo con collettivi, che raccoglie le voci delle basi di appoggioribelli. Molto lontano dall'essere un classico saggio accademico, il libro faun'appassionante radiografia della costruzione di istituzioni di governo e digiustizia alternative partorite dalle viscere delle comunità ribelli,controcorrente rispetto alle logiche di potere.Queste istituzioni, già presentinell'insurrezione di gennaio del 1994 e nelle leggi che si diedero,cominciarono a prendere forma concreta a fronte del tradimento del governo. Il16 febbraio 1996 il governo federale firmò con l'Esercito Zapatista di LiberazioneNazionale (EZLN) gli accordi di San Andrés su diritti e cultura indigeni.Tuttavia, lo Stato messicano in toto (i suoi tre poteri) tradì la sua parola esi rifiutò di convertirli in legge. Lungi dallo scoraggiarsi, i ribellidecisero di metterli in pratica, senza le restrizioni obbligate dallanegoziazione.L'hanno fatto, soprattutto, nelterritorio autonomo stabilito sulle migliaia di ettari occupati a partire dal1994 e ridistribuiti a beneficio collettivo. Su questo spazio in disputa sisono costruiti tre ambiti amministrativi: le comunità, i municipi autonomiribelli zapatisti (MAREZ) e le giunte di buon governo. Le loro competenze sidifferenziano per la complessità delle problematiche che ognuno di essi deverisolvere. È lì dove si esercita la giustizia, richiesta non solo dai ribelli,ma anche, sorprendentemente, da chi non lo è. Justicia autónoma zapatista: zona selva tzeltal narra ed analizzaquesta sfida.Paulina Fernández confessa che ilsuo libro ha un duplice scopo. Il primo è mostrare la capacità dei popoliindigeni zapatisti di costruire un progetto di vita autonoma in questo spazioin disputa, un progetto di governo e di giustizia alternativi a quellidominanti in Messico.È di moda l'idealizzazioneaccademica della finca. Alcuni studila presentano come uno spazio di convivenza armonioso tra servi acasillados e padroni della terra.Attraverso le testimonianze di chi ha subito lo sfruttamento selvaggio diquesta unità produttiva e dei suoi discendenti, Justicia autónoma zapatista: zona selva tezeltal demistifica questavisione.“I vecchi che sono nati ed hannolavorato in quelle fincas - scrivePaulina Fernández – ricordano ancora solo il trattamento da bestie a lororiservato, i colpi di frusta ricevuti per punizione. Sono le giornate di oltre12 ore di lavoro senza paga, sono i chilometri tra la finca e la città chedovevano percorrere a piedi con il carico sulle spalle.”Da quell'esperienza umiliante, dallavita lasciata nelle fincas, dagliabusi sulle donne, sono nati il coraggio e il dovere di cambiare le cose, lavolontà di ribellarsi contro un ordine non solo ingiusto, ma indegno.In piena era di golpe soft contro i governi progressisti inAmerica Latina, di disincanto per la politica istituzionale in frange semprepiù ampie della popolazione e di acutizzazione delle politiche di saccheggiodei beni comuni, l'esperienza narrata ed analizzata in Justicia autónoma zapatista: zona selva tezeltal acquisisce enormerilevanza. Quello che le basi zapatiste narrano nel libro non sono ideeastratte da realizzare, ma un altro mondo che si sta costruendo.Justicia autónoma zapatista: zonaselva tezeltal è un libroimprescindibile, non solo per comprendere che cosa è oggi lo zapatismo, ma quelloche può essere la lotta per l’emancipazione.Twitter: @lhan55Fonte: http://www.jornada.unam.mx/2016/05/17/opinion/014a1pol
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