[Ezln-it] Guerrero, le radio libere fanno rete

p f pablecito48 at hotmail.com
Sun Jul 8 19:52:53 CEST 2012


Si rafforzano le radio libere in Guerrero



Guerrero, Messico. Per fare ascoltare la nostra parola, imparare 
dalle esperienze di altre comunità e conservare le nostre tradizioni è 
fondamentale essere organizzati, creare e saper gestire i nostri mezzi 
di comunicazione con il permesso e la legittimità non concessi dallo 
Stato, ma dai nostri popoli, concordano nel dire i militanti di diverse 
radio comunitarie dello stato del Guerrero.
La sede della Polizia Comunitaria, situata in San Luis Acatlán, Costa
 Chica dello stato del Guerrero, è stato il punto di ritrovo per 
l'Incontro delle Radio Comunitarie del Guerrero. Fino a qui sono 
arrivate radio Ñomndaa (La Parola dell'Acqua), da Suljaa’; Uan Milahuak Tlajtoli (Seminiamo parole per raccogliere speranze), da Chilapa; Voces Nuestras, da Ayotzinapa; Radio UNISUR, da Cuajinicuilapa; Vaza Radio, da Tlapa; La Voz de los Pueblos, da Espino Blanco; La Voz de la Costa Chica, da San Luis Acatlán e Radio Despertar de mi Pueblo, da Chilixtlahuaca.
Dopo due giorni di riunione, le radio presenti hanno concordato la 
formazione di una struttura organizzativa che hanno chiamato Rete delle 
Radio Comunitarie e dei Media Liberi del Guerrero, il cui obiettivo è la
 condivisione e la diffusione dell'informazione delle diverse comunità, 
popoli e regioni.
L'etere dove viaggia la parola e si rafforza la difesa delle radio 
come patrimonio delle popolazioni, spiegano nel documento finale, "è 
anche il territorio nel quale produciamo i nostri alimenti e 
riproduciamo la nostra identità culturale".
Uno degli accordi riguarda la trasmissione di Noticias de mi Pueblo, un notiziario che verrà trasmesso in lingue tu’unsavi, ñomndaa, nahua, me’phaa e spagnolo. Sarà un'operazione collettiva e popolare delle regioni Centro, Montaña e Costa Chica.
Román Hernández, del Centro dei Diritti Umani della Montaña Tlachinollan, in un'intervista con Desinformémonos
 segnala: “Abbiamo trovato argomentazioni in dichiarazioni, convenzioni e
 trattati internazionali, risorse che sostengono l'esercizio della 
libertà di espressione e informazione".
Nella dichiarazione finale dell'incontro, le Radio Comunitarie del 
Guerrero spiegano che i popoli si sono organizzati per creare i propri 
mezzi di comunicazione con il permesso e la legittimità delle comunità, 
il cui spirito è contenuto negli Accordi di San Andrés e ha il sostegno 
di diversi strumenti giuridici vigenti in Messico come la stessa 
Costituzione messicana, la Convenzione 169 dell'Organizzazione 
Internazionale del Lavoro (OIL), la Convenzione Americana sui Diritti 
Umani, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli 
Indigeni, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la 
Dichiarazione dei Principi sulla Libertà di Espressione della 
Commissione Interamericana dei Diritti Umani.
L'attivista del centro dei diritti umani Tlachinollan, organizzazione
 che accompagna diversi popoli e comunità della montagna, spiega che 
l'importanza della Rete di comunicazione comunitaria "nasce dalla 
necessità di avere un lavoro articolato nell'esercizio dei diritti 
collettivi, nella promozione all'accesso all'informazione, alla libertà 
di espressione e all'autodeterminazione.
"In questa Rete si intrecciano i diversi processi degli studenti, 
delle comunità e i processi urbani, e, davanti ad un'eventuale ondata 
repressiva delle radio comunitarie, sentiamo la necessità di unirci e 
reagire in maniera congiunta di fronte ad una possibile aggressione.
"Siamo in una fase di consolidamento e apprendimento. Abbiamo bisogno
 di informare le comunità, ci conosciamo sul territorio. Nel 2008 
eravamo con Radio Ñomndaa quando aggredirono e distrussero la radio. 
Adesso siamo con i "normalisti" di Ayotzinapa [http://es.wikipedia.org/wiki/Escuela_Normal_Rural_de_Ayotzinapa, ndt],
 dove la polizia dello stato ha giustiziato Jorge Alexis Piña e Gabriel 
Echeverría, e per questo adesso gli studenti hanno deciso di dar vita a 
una radio".
Davanti alla necessità di resistere in forma organizzata al 
disprezzo, al saccheggio, allo sfruttamento e alla repressione che il 
sistema capitalista impone ai nostri popoli e comunità "vogliamo far 
ascoltare la nostra parola e ci siamo organizzati per creare i nostri 
mezzi di comunicazione con il permesso e la legittimità dei nostri 
popoli", spiegano gli attivisti della Rete.
Quello che si cerca, sostiene Román Hernández, è che "la comunità si 
estenda dalla Costa alla Montaña, da una scuola alla comunità, dal 
Guerrero al Paese. L'idea è quella di tessere legami. L'informazione 
arriva alle comunità attraverso le radio comunitarie perché i mass media
 non fanno mai niente per le comunità".
La Rete nata di recente, tra i suoi principi, dichiara la lotta 
contro l'emarginazione e il disprezzo dei gruppi indigeni, così come, 
più di 17 anni fa, si indicava nel Documento dei consulenti dell'EZLN 
discusso in Chiapas durante i Dialoghi di San Andrés in materia di 
comunicazione.
"È diritto della società nazionale aver libero acesso alle voci di 
tutti quelli che ne fanno parte. È diritto della società poter 
comunicare tanto con il mondo esterno che al proprio interno. Questo 
diritto non è stato garantito, dato che un ampio settore della società, 
in particolar modo i popoli indigeni, è stato privato dei mezzi che 
permetterebbero di far sentire la sua voce. Il dialogo culturale dei 
popoli indigeni, e interculturale con il resto della nazione e nel 
mondo, attraverso i mezzi di comunicazione, è uno degli strumenti più 
importanti per combattere il razzismo, l'emarginazione e l'isolamento 
imperanti nel nostro paese e che colpiscono specialmente i popoli 
indigeni. In questa emarginazione e isolamento, la società nazionale si 
isola ed emargina se stessa. L'uso e la riappropriazione dei mezzi di 
comunicazione da parte dei popoli indigeni sono intrinsecamente 
vincolati al processo dell'autonomia".
La Rete delle Radio Comunitarie e dei Media Liberi ha stabilito nei 
suoi principi il rispetto e il sostegno all'autonomia di ogni radio e 
ogni popolo, il mutuo soccorso, la solidarietà, la lotta contro il 
capitalismo, l'indipendenza dai partiti politici e dal governo. Si sono 
anche espressi contro il proselitismo religioso e a favore del lavoro 
autogestito, della difesa dell'identità e dell'esercizio dei diritti 
collettivi. La Rete non ha rappresentanti e le decisioni vengono prese 
per consenso e in assemblea.
Le radio di studenti, indigeni, popoli e comunità e migranti indigeni
 nelle città sono riuscite ad accordarsi su come andare avanti e cosa 
costruire.
Geronimo, studente e conduttore della radio Voz del Pueblo, 
che trasmette dal centro di Cuajinicuilapa ed è parte dell'Università 
Interculturale dei Popoli del Sud (UNISUR), commenta così in 
un'intervista: "Noi siamo una radio con visione comunitaria. Stiamo 
mettendo assieme le nostre esperienze e condividendo la visione di ogni 
radio comunitaria, per poi trasformare la conoscenza. Ci siamo tutti, 
nessuno può tornare indietro, siamo un collettivo. Siamo una rete 
comunitaria, perché è così che pensiamo come popoli.
"Trasmettiamo quello che succede in ogni villaggio, come vengono 
risolti i conflitti agrari, i problemi sanitari. Come non vengono o 
vengono risolti. Il compito è condividere nella Rete queste 
problematiche".
La UNISUR ha cominciato il suo viaggio nel 2007, con quattro
 unità accademiche: Santa Cruz El Rincón, Cuajinicuilapa, Xochistlahuaca
 e Xalitla, ed è il frutto di due lotte, quella degli indigeni nel 1991 e
 quella del movimento degli insegnanti di stato.
Uan Milahuak Tlajtoli (Seminiamo parole per raccogliere 
speranze) è il nome nahua della radio di educazione della comunità di 
Chilapa, nella Montaña Baja del Guerrero. Trasmettono dalla scuola 
preparatoria 26, Albert Einstein, di questa comunità.
Hugo Cortez, conduttore e responsabile della radio afferma che 
"l'etere è un bene nazionale, è di tutti quelli che fanno parte di 
questo territorio che chiamiamo Messico, dobbiamo utilizzarlo e 
strapparlo dalle mani di chi se ne è appropriato. Dobbiamo far vedere 
alla gente che l'etere è suo e che può essere usato dalle radio 
comunitarie.
"Desideravamo questo da tanti anni, questa rete è un passo in avanti 
per intensificare le attività dei media liberi, alternativi e 
comunitari, per coordinare lavori e consolidare le azioni. Ciò che prima
 facevamo in modo isolato adesso sarà unito, più forte e con la certezza
 che quello che stiamo facendo come Rete ha degli obiettivi definiti con
 le comunità del Guerrero.
"Per noi è una goia dire alle comunità indigene e meticce che l'etere
 è nostro e che dobbiamo farne un uso collettivo e al servizio delle 
comunità".


Le radio contro l'attività mineraria.

La Voz de la Costa Chica, il cui responsabile è Delfino, di San Luis Acatlán, La Voz de los Pueblos, rappresentata da Adelaido, della zona mepháa e El Despertar de los Pueblos, di Espino Blanco, della zona na’savi
 di Chilistalhuaca sono le radio che partecipano al Coordinamento 
Regionale delle Autorità Comunitarie - Polizia Comunitaria delle regioni
 Montaña e Costa Chica del Guerrero.
La Voz de los Pueblos e La Voz de la Costa Chica 
sono attive in un movimento più ampio che si oppone a diversi progetti 
di sfruttamento minerario previsti in questa zona indigena.
Le radio diffondono informazioni sulle conseguenze dello sfruttamento
 minerario e passano le registrazioni delle assemblee regionali, nelle 
quali la popolazione e le autorità comunitarie stanno esprimendo il loro
 rifiuto all'attività mineraria. Nel caso specifico de La Voz de la Costa Chica,
 il gruppo di conduttori e operatori ha svolto un ruolo più attivo, 
sviluppando l'attività di informazione e sensibilizzazione al di là 
dello spazio radiofonico: organizzano proiezioni di video nelle 
comunità, i quali aprono spazi per l'informazione e il dibattito tra i 
presenti sul tema dello sfruttamento minerario.
In casi come questi, le radio stanno stimolando il processo di 
mobilitazione in difesa del territorio e, come conseguenza, il loro 
indice di ascolto è cresciuto considerevolmente in tutta la regione.
Per Delfino, conduttore e responsabile di La Voz de la Costa Chica
 "la radio nasce come necessità di comunicazione dei popoli e si 
trasforma in un mezzo per unirli, un servizio alle comunità per 
condividere e risovere problemi che esistono in ogni comunità".
"Ad esempio", ricorda Delfino, "quando ci fu il terremoto funzionammo
 come collegamento, dando raccomandazioni su ciò che si doveva fare e 
dimostrando la nostra utilità alle comunità".
Per Adelaido, indigeno mephaá della zona Montaña, le radio 
comunitarie "servono per unire le comunità che sono nella polizia 
comunitaria e rendere più veloce il servizio di sicurezza".
El Despertar de mi Pueblo, radio della comunità di 
Chilistlahuaca, è stata recentemente creata dal Coordinamento Regionale 
delle Autorità Comunitarie, trasmette in lingua originaria e sta 
aggregando i giovani della zona.
Radio Ñomdaa, di Suljaa’, è una radio della regione Costa, 
vicino allo stato di Oaxaca. Si tratta di una radio indigena, 
indipendente dal governo e dai partiti politici o religiosi. Così si 
definiscono gli operatori della radio nel presentare il progetto. Essi 
vengono da una storia di autonomia e resistenza. Suljaa’ fu una tra le 
prime comunità che si dichiararono autonome dopo le comunità zapatiste 
in Chiapas.
"È l'esercizio, nei fatti, del diritto come persone e come popolo 
indigeno alla comunicazione, alla libera espressione delle idee, 
all'informazione, alla valorizzazione, al consolidamento e alla difesa 
della nostra cultura", spiegano. "Questa radio non ha permessi legali, 
non è soggetta a condizionamenti statali, radio Ñomndaa opera con il permesso del popolo".
Fonte d'ispirazione per molte radio del Guerrero, in un'intervista 
essi assicurano: "Il nostro primo obiettivo è molto concreto: 
trasmettere chi sono le amuzgas e gli amuzgos, la 
nostra lingua, la nostra musica tradizionale con il violino, che è una 
musica con una storia che si sta perdendo. Crediamo che la difesa della 
musica e della parola è una delle conquiste di radio Ñomndaa. 
Se i nostri nonni muoiono, le loro canzoni sono conservate 
nell'archivio; i figli e i nipoti le potranno ascoltare, e così anche le
 nostre idee", dichiarano i redattori di La Palabra del Agua.
La radio serve ad informare il popolo, racconta un rappresentante di radio Ñomdaa.
 "Dopo il terremoto, ad esempio, i sentieri erano bloccati, la gente 
cominciò a inviare informazioni sulla situazione delle comunità, in 
quale stato si trovavano e che danni avevano subito".
"La radio", spiega il conduttore, "deve parlare con autenticità alla 
gente, spiegarle che è un avvenimento naturale, toglierle la paura e 
suggerire misure di prevenzione ai disastri in caso si ripetano.
"È da tempo che pensiamo a questa rete di media attivisti e adesso si
 sta concretizzando, è un fatto importante per la storia del Guerrero.
Avanziamo poco alla volta perché altri si uniscano. Stiamo lanciando 
appelli alle organizzazioni perché costruiscano i propri mezzi di 
comunicazione e alle radio e media liberi perché si uniscano a questa 
rete".
Antonio, responsabile della radio di Ayotzinapa Voces Nuestras,
 che trasmette da Chilpancingo, Guerrero, e aderente della Federazione 
degli Studenti Contadini Socialisti, avverte: "La morte dei nostri 
compagni il 12 dicembre dell'anno scorso e la tortura di altri compagni,
 così come lo stato informativo che stiamo vivendo, sono state le cause 
della riflessione che ci ha portato a creare i nostri mezzi di 
informazione, ad ascoltare le nostre voci, le voci del popolo".
"Per noi la radio", spiega Antonio, "nasce da una necessità come 
collettivo di restare organizzati, di fornire alla popolazione un 
servizio informativo, fatto da media liberi e alternativi che fanno 
ascoltare le voci"
"Nel Guerrero è importante articolare questa Rete, per condividere 
esperienze, sogni e andare oltre le piccole frontiere in cui ci 
troviamo.
"Stiamo facendo assemblee, la realizzazione di un notiziario sarà la prima tappa, avanziamo".
Román Hernández, di Tlachinollan, segnala che "l'idea è quella di 
creare legami comunitari di mutuo soccorso, informazione puntuale e 
veritiera. E questo lo possono fare solo i popoli per conto loro. Non 
possiamo sederci ad aspettare che arrivi la soluzione dai media statali o
 privati, dato che sono estranei alle necessità dei popoli", conclude.
Con un appello lanciato a popoli, organizzazioni, collettivi e 
movimenti, la Rete di Radio Comunitarie e Media Liberi del Guerrero ha 
anche invitato alla "creazione dei mezzi di comunicazione: radio, 
giornali, media digitali o qualsiasi altro che l'immaginazione e la 
forza dei popoli possano creare, per rompere l'assedio informativo, 
comunicare la parola dei popoli e costruire comunità forti, organizzate,
 libere, indipendenti e autonome".

fonte: http://desinformemonos.org/2012/07/se-fortalecen-las-radios-libres-en-guerrero/
(traduzione a cura di rebeldefc at autistici.org - http://www.caferebeldefc.org/) 		 	   		  
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