[Ezln-it] Resoconto del XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro Sessuale

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Thu Jul 12 22:13:18 CEST 2012


Resoconto del XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro 
Sessuale:
http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=it&id=2191

Legge sulla tratta di persone criminalizza il lavoro sessuale e incita 
al femminicidio.

XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro Sessuale

Come si possono ottenere i diritti per le lavoratrici sessuali nel 
momento in cui la nuova legislazione contro la tratta di persona incita 
all’odio di genere fino al femminicidio contro le presunte beneficiarie 
della legge? Quando questa legge, approvata tanto dalla deputata Rosy 
Orozco come dall’ambasciatore degli Stati Uniti Earl Anthony Wayne, 
criminalizza le stesse lavoratrici sessuali che hanno lottato contro la 
tratta per anni? Quando il loro lavoro ed i loro diritti di lavoro non 
sono ancora riconosciuti e sono considerate semplicemente o vittime o 
colpevoli? Quando gli assassinii e le razzie aumentano mentre i veri 
sfruttatori rimangono impuni? Quando il crimine organizzato ed i governi 
di tutti i livelli si scontrano per guadagnare il controllo del business 
e togliere loro gli spazi di lavoro? Quando la lotta lunga 25 anni 
contro l’AIDS viene sminuita a livello che i preservativi vengono 
utilizzati sempre più come prova attribuibile ai delitti relazionati con 
l’esercizio del lavoro sessuale?

Questi erano alcuni dei temi trattati nel XV Incontro Nazionale della 
Rete Messicana del Lavoro Sessuale, avvenuto il 26 e 27 giugno del 2012 
nel hotel Faja de Oro nel Distretto Federale Messico. Il primo giorno 
decine di persone hanno partecipato a una seria di tavoli di discussione 
e assemblee, condividendo le proprie esperienze, gli obiettivi raggiunti 
e le sfide all’interno di questo difficile contesto, e il secondo 
giorno, con l’arrivo del contingente de quartiere la Merced, centinaia 
di lavoratrici sessuali hanno riempito la sala.

C'è stata la presentazione di quattro nuovi lavori creativi, i racconti 
brevi e a fumetti di: El labirinto de Soledad, Flores de la Montaña, 
Incitación al odio y Violencia hacia las Trabajadoras Sexuales y Niñ@s. 
Alcuni di questi racconti si possono leggere sul sito:

http://es.calameo.com/read/000137394c1c106139c8c

e si possono anche reperire, richiendendoli a questo indirizzo Calle 
Corregidora 115, Apt. 204, Col. Centro, Del. Venustiano Carranza, C.P. 
15100, D. F., México. Tel-fax: 5542-7835.

Durante i tavoli e le assemblee, le e gli assistenti hanno denunciato 
che tra i beneficiari della tratta e dello sfruttamento della 
prostituzione troviamo impresari, proprietari di hotel, funzionari 
pubblici, papponi, matrone, poliziotti, il crimine organizzato e la 
classe politica. E chi ne paga i costi? Da una parte le persone che si 
trovano a lavorare contro la propria volontà, che realmente sono oggetto 
di tratta, e dall’altro lato le lavoratrici che offrono i propri servizi 
in maniera indipendente.

Una compagna ci ha detto: “Ci obbligano a pagare una quota e se non la 
paghiamo, i poliziotti ci violentano”. Un’altra compagna racconta i 
pericoli relativi al lavoro indipendente, senza matrone né papponi, 
senza pagare la polizia, le autorità municipali o il crimine 
organizzato. “Se non paghi, ti possono picchiare, violentare, uccidere o 
farti sparire. Alcune ex-compagne non hanno sopportato la dura pressione 
e adesso lavorano per il crimine organizzato o accettano i soldi dal 
governo. Altre sono cadute nella trappola della droga, per la 
pressione”.

Ciò nonostante di fronte a questa situazione di vita o di morte, le 
assistenti all’incontro hanno parlato dei vari obiettivi, veramente 
impressionanti, che sarebbero stati impossibili raggiungere senza 
l’organizzazione, la convinzione di continuare a resistere e molto 
coraggio.

Nel D.F., Guadalajara e Orizaba molte lavoratrici hanno rifiutato di 
pagare la propria quota malgrado gli assassinii e le sparizioni di 
alcune compagne. A Orizaba, quando l’Esercito sequestrò alcune compagne, 
le altre si recarono alla caserma e protestarono fino a quando non le 
rilasciarono.
Hanno detto: "Non permettiamo altri assalti. La polizia municipale ha 
smesso di perseguitarci. Le matrone già non ci estorsionan, e nemmeno il 
crimine organizzato. Siamo poche però siamo molto unite. Si immagini ciò 
che potremmo raggiungere se fossimo di un numero dieci volte maggiore di 
quello che siamo attualmente."

Nel D.F., precisamente nell’area della Merced, la Rete partecipa con la 
Brigada Callejera che offre consulte ginecologiche, odontoiatriche, di 
medicina generale, agopuntura, e anche lezioni d’istruzione primaria e 
secondaria e corsi sui diritti umani e di educazione sessuale. 
Promuovono l’uso del preservativo e producono materiali didattici. Le 
sfide principali includono la difesa dello spazio di lavoro, la difesa 
contro la nuova legge sulla tratta e l’organizzazione dei servizi di 
salute e d’educazione in più posti.

Una compagna del D.F. ha detto: “Noi come lavoratrici sessuali vogliamo 
che il nostro lavoro sia riconosciuto come qualsiasi altro lavoro. 
Vogliamo essere libere. Che ci rispettino in quanto persone. Che cessino 
le retate. Non siamo criminali. Lavoriamo per i nostri figli. Che la 
criminalizzazione aperta smetta di esistere. Che ci rispettino come 
esseri umani. Che la finiscano di pregiudicare i nostri clienti e che la 
doppia moralità prenda coscienza che non siamo noi il problema, ma 
coloro che fanno parte del governo che si arricchiscono con il nostro 
lavoro. Sappiamo che fanno i vaghi perché realmente vogliono dominare il 
lavoro sociale."

Da Guadalajara, una compagna ha affermato che “è fondamentale 
sottolineare una profonda separazione tra lavoro sessuale e la tratta di 
bianche. Il lavoro sessuale è una fonte d’ ingresso economico per 
mantenere e mandare avanti la nostra famiglia… E che bene che siamo 
unite per difendere i nostri posti di lavoro e non siamo disposte a 
lasciarci intimidire da coloro che continuano ad attaccarci e che si 
appropriano dei nostri spazi di lavoro”.

Una compagna del collettivo di Tlàlpan, nel D.F., ha detto: “Si deve 
riconoscere il lavoro sessuale come un lavoro come gli altri. Per molte 
di noi è l’unica opzione che rimane. Abbiamo chiesto un tavolo di lavoro 
con la Commissione Nazionale dei Diritti Umani dalla quale non abbiamo 
ottenuto nessuna risposta soddisfacente. Alle persone della Segreteria 
di Sicurezza Pubblica disposte ad organizzare tavoli di lavoro, i propri 
superiori gli hanno detto che se continuavano con gli incontri, gli 
sarebbe successo qualcosa, e per questo motivo i tavoli furono sospesi. 
Che sia chiaro la polizia e il crimine sono la stessa cosa. Questa non è 
una cosa nuova. È una situazione vecchia di anni, dove sono implicati 
lenoni, matrone, poliziotti, senatori, deputati, delegati del ministero 
pubblico, e tutto ciò che ha a che veder con il governo.”

Da San Martín Texmelucan, Puebla, un compagno afferma che “il lavoro 
sessuale non è un delitto. Siamo contrari alla criminalizzazione del 
lavoro sessuale. Che si rispettino i diritti dei lavoratori sessuali, e 
anche i diritti civili, i diritti riproduttivi e sessuali, i diritti di 
libero transito, e i diritti d’espressione. Bisogna fare una distinzione 
tra il lavoro sessuale e la tratta. Se un poliziotto apprende che una 
persona è sfruttata da un’altra, questo non è motivo in sé per indagare, 
perseguitare o castigare il lavoro sessuale in generale."

Una compagna di Orizaba, Veracruz, dice: "il nostro lavoro è il nostro 
riscatto familiare. Nella maggioranza dei casi, le lavoratrici sessuali 
mantengono la famiglia. A Orizaba, vogliamo che sia chiaro che 
nonostante i problemi che abbiamo affrontato con le autorità, con la 
polizia, con gli intenti dei gruppi del crimine organizzato di 
estorcerci, abbiamo resistito e continueremo a resistere. Grazie alle 
organizzazioni, abbiamo potuto bloccare molte cose e seguiremo nella 
strada, ricordandogli che in ogni angolo si lotta e ci si difende. Non 
ne possiamo più dei femminicidi delle lavoratrici sessuali ed esigiamo 
giustizia. Non vogliamo che esista la tratta di persona, bensì che 
detengano ed arrestino le persone responsabili e non le persone che si 
dedicano a questo lavoro perché è l’unica opzione che ci lasciano”.

La compagna Krisna sottolinea che questo movimento è apartitico. 
Afferma che la Rete Messicana del Lavoro Sessuale sa, attraverso la sua 
esperienza e la sua vivenza, come maneggia il governo e come operano i 
candidati. “Usano il lavoro sessuale come trampolino e arrivando al 
potere l’unica cosa che fanno è tradire, perseguire e criminalizzare il 
lavoro sessuale… Come Rete non partecipiamo a nessuna votazione, né 
appoggiamo a nessun candidato perché siamo convinti che la lotta contro 
l’AIDS, per la difesa dei diritti umani, dei diritti del lavoro non si 
danno attraverso il governo, ma tutto ciò che abbiamo raggiunto è stato 
solo attraverso l’organizzazione, senza dipendere dal governo… Ci sono 
state persone che hanno promosso un candidato, aspettando così un 
cambiamento, però quando ebbero questa opportunità di aiutare, di 
appoggiare, di attuare il cambiamento, questi candidati, questi partiti, 
questi governi la unica cosa che hanno fatto è stato colpirci più 
duramente fino ad adesso… La Rete non cammina con il governo”

In un workshop, il primo giorno dell’incontro, Ricardo Hernàndez 
Forcata della Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), l’unica 
persona di questa commissione che ha mostrato un interesse nel difendere 
i diritti del lavoro sessuale, ha dato informazioni sopra i modi di fare 
denuncie e fare ricorso contro la legislazione che viola i diritti 
umani. Il giorno dopo, è ritornato con un collega della Commissione che 
ha risposto a dubbi espressi dalle lavoratrici francamente scettiche 
sopra le possibilità menzionate, però non disposte a negare l’importanza 
di conoscere i propri diritti.

Jaime Montero della Brigada Callejera spiega che ci sono tre articoli 
specialmente dannosi nella nuova legge sulla tratta, che è entrata in 
vigore con la sua pubblicazione nella Gazzetta il 14 giugno 2012, gli 
articoli 19, 40 e 106.

“L’inciso 19 è il più nocivo. Proibisce che si stabiliscano contratti 
di servizio sessuale. Questo significa che eleva a delitto gli obblighi 
padronali e i diritti del lavoro sessuale. Questo è gravissimo in quanto 
anticipa una lotta che tuttavia non abbiamo vinto e così la cancella. 
L’articolo 40 nega il diritto di decisione delle lavoratrici sessuali 
perché abolisce il consenso informato. Quindi tutte hanno la 
connotazione di vittima. Che significa? Che non riconoscono chi lavora 
per conto suo. Che tutte sono vittime o colpevoli. L’articolo 106 
proibisce tutta la pubblicità di contatti sessuali e questo significa 
che non solo sono proibiti gli annunci sessuali, ma la libertà di stampa 
e di pubblicare le necessità di contatto sessuale. È una violazione del 
diritto alla libertà sessuale e alla libertà d’ espressione e 
d’informazione."

Nella conferenza stampa che ha chiuso l'incontro, la legge che castiga 
fino a 40 anni la tratta di persona fu il tema di vari commenti:

     Questa nuova legge sta pregiudicando a molte persone perché sta 
chiudendo le sue fonti di lavoro come gli hotels. Così stanno 
incarcerando persone che con la tratta non hanno niente a che vedere. Ci 
proteggeremo di fronte a questa legge. Siamo organizzate e arriveremo 
fino a dove è necessario.

     L’unica cosa che vengo a dire è di non credere a ciò che dicono i 
notiziari e le televisioni perché io ero uno di quellidetenuti in una 
retata. Sono maggiore d’età, ho figli da mantenere. Ci fecero firmare 
molti documenti senza il nostro consenso e successivamente dissero che 
avevano riscattato delle vittime della tratta. Non hanno riscattato a 
nessuno.

     Esigiamo rispetto. Siamo parte di questa società.

     Questa legge sulla tratta di persone fu voluta dalla deputata Rosy 
Orozco, la quale è molto orgogliosa di una legge che viola di diritti 
delle persone, mostrando le lavoratrici sessuali come vittime o 
sfruttatrici, inoltre rendendoci invisibili, noi che siamo in qualsiasi 
strada, in qualsiasi angolo, in qualsiasi hotel per decisione propria. 
Se dobbiamo essere considerate comunque vittime, siamo vittime del 
sistema economico. Siamo vittime di questa legge, della persecuzione e 
della criminalizzazione nei confronti di persone come noi, che abbiamo 
deciso in che lavorare, dove lavorare e di che fare del nostro corpo. 
Queste persone dicono che stanno salvando le vittime della tratta di 
persona, ma devono perseguire i veri sfruttatori. È molto facile dire 
che un lavoratore che fa un servizio o un lavoratore di hotel che lava 
gli asciugamani, o una donna che sistema i cuscini, sono i colpevoli, i 
trattanti. Invece la signora Rosy Orozco deve sapere che è lo stesso 
governo, attraverso la Segreteria di Sicurezza Pubblica, che sfrutta 
sempre le lavoratrici sessuali. Loro sono i veri lenoni, i veri papponi. 
Qui ci sono le persone con la dignità, con coscienza politica e memoria 
storica.

     Che ci lascino in pace.

     Che ci rispettino. In Guadalajara si reprime il lavoro sessuale. E 
per questo stiamo qui, per far valere i nostri diritti.

     Io l’unica cosa che posso dire è che considero che il lavoro 
sessuale non è un problema politico e solamente lo pongono come un 
“parapetto” .Il problema è il traffico di droga operato da Los Zetas, la 
tratta di persone, i sequestri e gli assalti. Questi sono i veri 
problemi. Il lavoro sessuale non danneggia a nessuno. Ciò nonostante, la 
discriminazione e la non considerazione aleggiano sempre sopra di noi… 
Siamo lavoratrici forti, che sempre impugnano le armi per difendersi, 
con la dignità sempre alta. La nostra arma più forte è l’organizzazione. 
Sempre disposte a scontrarci con il nostro nemico, che è il governo. è 
il nemico più forte che abbiamo, il governo, è sempre lui che ci 
danneggia, che ci flagella, è lui che si vuole arricchire sempre con il 
nostro lavoro. Saremo sempre in guerra perché non sappiamo lasciare. 
Abbiamo compreso che dobbiamo difendere la nostra professione… ci 
vogliono tenere in una zona “di tolleranza” per tenerci sotto il loro 
controllo per favorire i loro guadagni e i loro interessi. Sappiamo che 
il lavoro sessuale non è piacevole. È una forte necessità perché abbiamo 
figli da mantenere e coloro che amiamo da aiutare.

     Noi siamo contrarie che violano i nostri diritti personali e la 
nostra sicurezza.

     Ciò che avviene è che ci obbligano a pagare una quota e se non lo 
facciamo, gli stessi poliziotti ci violentano.

     Parliamo di casi gravi. Nel 2011- 2012 secondo l’Informe Speciale 
dell’Osservatorio Professionale del Lavoro Sessuale in Messico, “…Ciudad 
Victoria, Nuevo Laredo, Tampico, Matamoros e Reynosa, Tamaulipas, sono 
le città segnalate dalle lavoratrici sessuali, come dei “paradisi” dove 
si prostituiscono le immigrate dal Centro America che sono marcate dai 
loro padroni e dove il crimine organizzato si allena assassinando a 
lavoratrici sessuali in luoghi isolati, lo stesso succede in alcune 
città dello Stato del Messico”. Termino leggendo la seguente lista di 
femminicidi e scomparse di lavoratrici sessuali registrati lo scorso 
anno:

*2011*:

         in luglio fu assassinata nel Mexicali, Sofía Alemán Sánchez di 
25 anni; nel mese di luglio fu assassinata da cinque pugnalate nella 
schiena nella Salvatierra, Gunajuato, Esmeralda Concepción Reinalde di 
35 anni.

         il 12 agosto fu assassinata un’altra lavoratrice sessuale nel 
Mexicali, una situazione che genera una protesta da parte della sue 
compagne di fronte alla Procuratorato Generale di Giustizia dello Stato 
(PGJE).

         Il 29 agosto María del Carmen Alijarrarás Mendoza, di 48 anni 
di età, fu assassinata nel hotel Señorial di Morelia, Michoàcan, per 
strangolamento. Faceva parte dell’associazione civile “Monarcas 
Libertad”.

         Il 25 settembre Iván Rivera Cuesta, conosciuta nell’ambiente 
del lavoro sessuale come “Brighet”, fu assassinata brutalmente nel 
massacro di Boca del Rìo, accusata di essere collaboratrice di un gruppo 
appartenente alla criminalità organizzata.

         Il 29 settembre Adolfo Rivera Hurtado, conosciuto come la 
“Denisse”, di anni 40, fu assassinata in un bar di Galeana, un piccolo 
paese nel municipio di Zacatepec nello stato di Morelos.

         Il 2 ottobre fu “portata via” la lavoratrice sessuale Ericka 
López Robledo di 23 anni dal Reyna Bar nella zona di tolleranza Plaza 21 
Cancún, Quintana Roo e successivamente fu lanciata in un terreno incolto 
priva di sensi.

         Il 10 ottobre nella località di Amozoc, Puebla fu violentata e 
pugnalata una lavoratrice sessuale di 30 o 35 anni d’età, non si conosce 
ancora il nome.

         Il 4 novembre furono rapiti in Chihuahua, nello stato di 
Chihuahua, due transgender e una lavoratrice sessuale da Calle 12 e 
Avenida Juàrez, i quali furono privati delle loro vite, decapitato, 
tagliato a pezzi e uccisa con colpi d’arma da fuoco rispettivamente.

         Il 20 novembre a Lazaro, Cárdenas, Michoacán fu uccisa a 
pietrate una lavoratrice sessuale di 30 anni approssimativamente in 
Calle Francisco I.Madero y Emiliano Zapata.

         Il 22 novembre in Sahuayo, Michoacán, fu rapita in un bar 
ubicato sulla superstrada federale Azuayo- Cojumatlán, Karina Isabel 
Ávalos Espinoza di 20 anni, la quale risulta ancora scomparsa.

         Il 27 novembre nelle strade 12 e Libertad, fu assassinata una 
lavoratrice transgender di 27 anni in Chihuahua, Chihuahua, il suo nome 
è ancora sconosciuto.

         Il 30 dicembre in Cintalapa, Chiapas, Yerlin Nervid Zúñiga di 
34 anni, originaria di Chimaltenango, Guatemala, fu assassinata con 
un’arma da taglio.

*2012*

         Il 26 febbraio fu assassinata “Sylvia” nel Mexicali.

         Il 4 marzo, fu rapita dall’hotel Posada, “Rocío”, il cui corpo 
fu ritrovato successivamente nudo, massacrato e con segni di tortura 
lungo la strada San Felipe de Tijuana, Baja California. Lavorava nel 
centro di Mexicali.

         Il 17 aprile a Yurécuaro, Michoacán, Laura Ponce Esquivel di 30 
anni, fu massacrata da colpi d’arma da fuoco.

A maggio, assassinarono la compagna “Fernanda” di Guadalajara, Jalisco. 
Un presunto cliente se la portò fuori dall’hotel dove lavorava per un 
servizio e fu trovata sgozzata.

         Negli ultimi tre anni, sono state assassinate nel Mexicali, più 
di undici lavoratrici sessuali, tra loro 4 squartate e 16 sono 
scomparse. Altre vittime nel Mexicali sono Vilma Arellano Díaz, 
assassinata nel 2008. María de los Ángeles Salazar Castro di 38 anni, 
Blanca Elizabeth Hernández Ramírez, di 35 anni. Sono scomparse nella 
stessa città Claudia, Martha, Montse, Alma, Magui, Sandra, Lourdes e 
altre 4 donne, tra loro “Wendy”, che poneva annunci sui giornali.

         Il 19 giugno fu assassinata Chetumal, Quintana Roo, Liliana 
Estrella e successivamente scaraventata in un contenitore della 
spazzatura.

A conclusione dell’incontro, per animare tutte e tutti e risaltare 
l’aspetto ludico del lavoro sessuale, due compagne offrirono uno 
spettacolo di ballo degno di essere ricordato.

(tradotto dalla Pirata - http://lapirata.indivia.net/ )


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