[Ezln-it] La Carovana per la Pace in Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Sep 13 14:58:15 CEST 2011


La Jornada – Martedì 13
settembre 2011
Più di 20
ONG si uniscono alla Carovana per la Pace e chiedono più attenzione per la
frontiera sud
 
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de
las casas, Chis. 12 settembre. Annunciando la loro
partecipazione alla carovana del Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità
che arriverà in Chiapas questo mercoledì, attivisti, studiosi, cittadini e più
di 20 organizzazioni civili hanno ammesso che, “comprensibilmente”, nel paese
l'attenzione è rivolta “alla guerra contro il crimine organizzato, in
particolare, ma non esclusivamente, nel nord”. Ciò nonostante, hanno ricordato
che, “qui viviamo una guerra con gravi e profonde conseguenze da almeno 18 anni,
una strategia di contrainsurgencia con una forte occupazione militare del territorio, la formazione di gruppi
paramilitari, la repressione e la criminalizzazione della protesta sociale e
dei difensori dei diritti umani”.
A partire dalla
sollevazione zapatista del 1994, segnalano in un documento, “decine di migliaia
di soldati si sono stabiliti in territorio chiapaneco, ai quali bisogna
aggiungere quelli che sono recentemente arrivati per rinforzare la frontiera
sud”.
Questa “guerra di contrainsurgencia” vuole “sottrarre
il territorio dei popoli indigeni per il suo sfruttamento a beneficio di
interessi transnazionali”. Ciò porta “predazione e distruzione dei beni
naturali, della ricchezza culturale e del tessuto sociale dei popoli originari”.
Il documento, presentato oggi in conferenza stampa, elenca i progetti “definiti
impropriamente eco turistici”, le concessioni minerarie, la costruzione di
dighe, il saccheggio della biodiversità, i progetti di riconversione produttiva.
Inoltre,
aggiunge, “in Chiapas cominciamo a vivere le prime fasi della guerra contro il
crimine organizzato come conseguenza della sottomissione del governo messicano
al desiderio degli Stati Uniti” di aprire alla frontiera sud “un altro fronte”
contro il crimine organizzato. “Le condizioni di violenza che si vivono in
Messico hanno raggiunto il Guatemala ed altri paesi centroamericani, in larga
misura perché in Chiapas, principalmente nella regione di confine, esistono
condizioni di grande violenza che sono state ripetutamente nascoste.
Non bisogna
dimenticare che dalla frontiera del Chiapas passa tutto: migranti, droga, armi
ed ogni tipo di traffico illegale. A sud condividiamo con la frontiera nord i
sequestri, la sparizione di migranti, le esecuzioni e l'assassinio di donne”.
Le organizzazioni
civili hanno dichiarato che l'arrivo nello stato della carovana guidata da
Javier Sicilia “è un'opportunità per incontrarci come popoli, comunità e
persone, per condividere le nostre esperienze in relazione alla situazione di
violenza e morte” provocata dal governo di Felipe Calderón “col pretesto della
lotta al crimine organizzato”.
Segnalano che “l'obiettivo
della carovana è l'incontro della società civile e tra chi è stato colpito
dalla guerra, e pertanto condanniamo qualunque tentativo delle autorità e dei
partiti politici di capitalizzare la mobilitazione a fini politico-elettorali”.
Le organizzazioni
hanno espresso solidarietà e simpatia verso le cause del Movimento per la Pace
con Giustizia e Dignità ed il loro rifiuto della prevista legge di sicurezza
nazionale e “l'impronta militarista”.
Per il Chiapas in
particolare hanno chiesto la fine della guerra di contrainsurgencia e della persecuzione contro le comunità zapatiste
o aderenti all'Altra Campagna, “e tutti i popoli che difendono il proprio
territorio e autonomia”, così come “la liberazione dei prigionieri politici, il
libero e sicuro transito dei nostri fratelli migranti e che si realizzino gli
accordi di San Andrés”. http://www.jornada.unam.mx/2011/09/13/politica/012n1pol
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
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