[Ezln-it] Milano 30 giugno 2011 - Messico: dallo zapatismo alla barbarie

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Jun 29 09:38:34 CEST 2011


GIOVEDÌ 30 GIUGNO 2011

dalle 21.00

Le lunghe ombre del diritto – ciclo di incontri e discussioni

“La grande contesa 2 (l’esterno)”: flussi migratori, barriere,
isole di privilegio super attrezzate e difese, ghetti e luoghi del
bando.

Messico: dallo zapatismo alla barbarie

partecipano:

Andrea Morra, autore di Benvenuti a Tepoztlan

Pino, Flores Magon, Milano

Fabio, Grafica Indipendente Solidaria

Dall’insurrezione zapatista del 1º gennaio 1994, il Messico ha
conosciuto molte e diversificate lotte sociali di straordinario
vigore. Oltre alle esperienze in Chiapas condotte dall’EZLN, vanno
senz’altro ricordate le vittoriose lotte di Atenco contro
l’apertura di un nuovo aeroporto internazionale per Città del
Messico, la rivolta di Tepotzlan in Morelos contro la costruzione del
più grande campo da golf di tutta l’America e, da ultimo, la
valorosa battaglia della “comune” di Oaxaca.

Però, a fianco di queste splendide esperienze sociali, andava
crescendo sempre più il potere dei cartelli della droga, la
corruzione dilagava nella politica e tra i giudici, in combutta con i
narcotrafficanti, e le violenze contro gli attivisti sociali, quando
non il loro assassinio, spostavano a poco a poco l’asse del
conflitto.

Con la fraudolenta elezione di Felipe Calderón nel 2006, avvenuta
nonostante le massicce manifestazioni di resistenza a Città del
Messico, la deriva violenta del potere era un fatto acquisito.

In nome della cosiddetta “guerra al narcotraffico”, le uccisioni e
le stragi diventavano un fatto quotidiano, con il risultato che in
quattro anni di presidenza Calderón si sono contati circa 40 mila
morti. Le bande dei narcotrafficanti, quando non direttamente la
polizia o l’esercito, seminano il terrore, mentre foto orripilanti
di cadaveri decapitati e martoriati riempiono le pagine dei giornali.

La militarizzazione del Messico è ormai una certezza, mentre le lotte
sociali diventano sempre più difficili e gli Stati Uniti
s’intromettono in maniera crescente negli affari interni del Paese.
Ed è così che quella frontiera splendidamente narrata da Cormac
McCarthy, oggi superprotetta con i suoi traffici d’armi, droga e
clandestini, torna a riaprirsi alle scorrerie dei gringos come ai
tempi di Theodore Roosevelt.

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“La grande contesa 2 (l’esterno)”: flussi migratori, barriere,
isole di privilegio super attrezzate e difese, ghetti e luoghi del
bando.

Quando la norma si fa muro

La regolazione del conflitto sancisce la separazione tra chi è dentro
“l’ordine” e chi ne è fuori. Una frontiera, metafora materiata
del disequilibrio da difendere, separa rigidamente gli uomini e veglia
sul passaggio delle merci. La regola assume l’aspetto del muro, del
tratto di mare, della striscia desertica controllata dai droni, a
proteggere le enclaves ricche di “civiltà” dall’assalto degli
stranieri che le minacciano.

Al di qua del muro non occorre conoscere per davvero quanto accade al
di là. Oltre la siepe ci sono il buio, la “casa maledetta” di Boo
Radley, “il disordine” – lo “si sa” – e ciò conferma la
necessità di proteggersi evitando il contatto. Così il confine
alimenta una rappresentazione pregiudizievole e razzista che tende ad
autogiustificarsi. Il “diritto” della difesa nazionale mina il
dovere della solidarietà tra i popoli e trasforma

il conflitto sociale in una questione di ordine pubblico
internazionale.

Nella terza parte della serie di incontri sulle “lunghe ombre del
diritto” vorremmo affrontare, nell’ottica di chi sta dall’altra
parte del muro, alcune di queste situazioni di regolamentazione dello
spazio “esterno”.

- Il Messico, separato dagli Stati Uniti da un confine fatto di
deserto, filo spinato e barriere elettroniche

- I Paesi del Maghreb, separati dall’Europa da un mare Mediterraneo
pattugliato dalle marine militari

- La Palestina, separata da Israele da un muro lungo quasi mille
chilometri, archetipo quintessenziale di tutti i muri eretti dopo
l’89

- L’Africa sub-sahariana, separata da un muro naturale di sabbia, 
che non impedisce però alle ricche enclaves di depredarne le risorse

Ciclo di incontri cura dell’Archivio Primo Moroni e del Centro Donato Renna

http://www.inventati.org/apm

http://www.centrodonatorenna.org
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