[Ezln-it] Pericolo di sgombero a Chilon
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Wed Jun 29 13:20:54 CEST 2011
La Jornada – Mercoledì 29
giugno 2011
Il Centro
Fray Bartolomé de las Casas denuncia la responsabilità dello Stato per
omissione, e lancia l’allarme sul rischio di sgombero forzato nel municipio
chiapaneco di Chilón
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de
las Casas, Chis., 28 giugno. Le minacce di espulsione e di morte contro le basi di appoggio dell'EZLN
nella comunità San Marcos Avilés, municipio di Chilón, denunciate lunedì,
raggiungono proporzioni allarmanti per la seconda volta in meno di un anno. Il
9 settembre 2010, le famiglie zapatiste sono state sfollate per più di un mese
dagli ejidatarios affiliati ai partiti politici PRI, PRD e PVEM. Gli stessi sono responsabili delle nuove
aggressioni.
Il Centro dei Diritti
Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) denuncia “la responsabilità dello
Stato per omissione" in queste aggressioni, "poiché le autorità non
hanno agito per garantire l'integrità e la sicurezza delle basi zapatiste e
l'accesso alla terra". Questo, nonostante le denunce della giunta di buon
governo (JBG) di Oventik ed i molti interventi inviati dallo stesso Frayba al
governo del Chiapas.
L'organismo
presieduto dal vescovo Raúl Vera, chiede la sospensione delle minacce di morte,
della persecuzione e dei soprusi contro le basi di appoggio dell'EZLN da parte
di elementi dei partiti politici dell'ejido, così come di proteggere e
garantire la loro vita e sicurezza, "nel rispetto del loro processo
autonomistico che da anni stanno costruendo nell'ambito del diritto alla libera
determinazione dei popoli", sancito dalla OIL, dall'ONU e firmato dallo
Stato messicano.
Le 170 persone
sfollate da San Marcos Avilés lo scorso settembre, hanno fatto ritorno il 12
ottobre. In quell'occasione, la JBG di Oventik accusò il governo statale di
essere responsabile di qualsiasi nuova aggressione contro i loro compagni che
erano, e sono, perseguitati perché praticano l'autonomia in maniera pacifica.
Bisogna ricordare che le prime aggressioni sono avvenute nell'agosto scorso,
quando gli zapatisti hanno costruito una scuola del sistema educativo ribelle
autonomo zapatista.
Il 9 settembre,
30 persone dell'ejido, membri dei partiti citati, capeggiati dar Lorenzo Ruiz
Gómez e Vicente Ruiz López, hanno fatto irruzione violentemente, con bastoni,
machete ed armi, nelle case degli zapatisti, dove hanno tentato di violentare
due donne che sono riuscite a fuggire. Per non rispondere all'aggressione, le
basi zapatiste si erano rifugiate in montagna. Dopo 33 giorni di sfollamento
forzato, senza cibo e protezioni, hanno fatto ritorno nelle proprie case.
Il Frayba
documentò allora che le abitazioni degli sfollati erano state saccheggiate di
tutti i loro beni, compresi i raccolti di mais e fagioli. Le coltivazioni e
piantagioni di caffè ed alberi da frutta erano stati distrutti e gli animali da
cortile rubati.
Da allora, il
centro ha informato "molte volte" le autorità sulla situazione in San
Marcos Avilés, "al fine di sollecitare il compimento del loro obbligo di
garantire l'integrità e la sicurezza degli abitanti, e cercare una soluzione al
conflitto". Ciò nonostante, dal governo "non c’è mai stata
risposta".
Il 6 aprile di
quest'anno nell'ejido è stato installato un accampamento civile per la pace i
cui osservatori civili sono stati minacciati, cosa senza precedenti che
illustra l'escalation delle aggressioni contro le basi zapatiste.
Non sono fatti
isolati. Simili situazioni di vessazione da parte di gruppi di partito avvengono
di continuo nei municipi autonomi zapatisti Lucio Cabañas e Comandanta Ramona,
ed in ejidos di aderenti dell'Altra Campagna, come Jotolá e San Sebastián
Bachajón, tutto questo nel municipio ufficiale di Chilón. http://www.jornada.unam.mx/2011/06/29/politica/018n1pol
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
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