[aha] Un aiuto sui diritti d'autore in Accademia

francesco monico francescomonico a gmail.com
Mar 12 Apr 2011 15:42:10 CEST


Il giorno 12 aprile 2011 13:33, Tommaso Tozzi <t.tozzi at ecn.org> ha scritto:

> Caro Francesco,
>
> il tema e' interessante ma molto delicato.
>
> A Carrara i contratti stipulati non prevedono tale vincolo.
>
> Premetto che le scappatoie sussitano nella possibilita' del docente di non
> far figurare i propri materiali come dispense ma dare comunque la
> possibilita' allo studente di consultare materiali presenti ad esempio in un
> sito di proprieta' del docente.
>
*
F: Si diciamo che questo è il metodo 'empirico' utilizzato da vari docenti
credo in una miriade di istituti, ma la mia domanda era per costruire un
'sistema virtuoso' sempre che si possa fare....*


> In ogni caso, la mia opinione a riguardo e' la seguente:
>
> Cio' che il docente produce per un lavoro per cui e' retribuito, nella
> logica del mondo in cui viviamo mi pare conseguenza naturale che divenga
> proprieta' di chi paga.
>

*F: Invece a me fanno delle domande più sofisticate, perché allora bisogna
pensare a un compenso che includa lo studio, la ricerca e l'assemblaggio dei
contenuti didattici; immaginiamo un rapporto di uno a tre, ovvero per un'ora
di lezione frontale il docente ha lavorato tre ore di preparazione, ricerca,
aggiornamento e assemblaggio. Quindi se un docente è pagato per il solo fare
lezione, non riesco a sostenere con agilità che il materiale con cui ha
fatto lezione sia di proprietà del luogo dove ha fatto lezione.*



> Ora il problema e' che:
>
> Sono personalemente tendenzialmente contro ogni forma di proprieta'
> privata. A maggior ragione questo se cio' che diventa proprieta' privata e'
> un sapere.
> Dunque sono contrario al fatto che una Scuola divenga proprietaria di un
> sapere nella dimensione per cui sono anche in linea di principio contrario
> al fatto che un singolo (anche docente) diventi proprietario di un sapere,
> anche se da lui prodotto (piu' volte ci siamo chiesti qual'e' il confine
> grazie a cui posso separare il risultato della mia produzione intellettuale
> dai contributi esterni grazie a cui sono riuscito ad arrivare a produrre la
> mia produzione intellettuale?).
>

*F. non pensi che una ricerca sia un prodotto d'ingeno (che vuol dire
studio, allenamento, volontà) e chi l'ha realizzata ne sia il proprietario?
Così come un opera d'ingegno è un'opera d'ingegno e chi l'ha realizzata ne è
il legittimo proprietario.*


> Il caso della NABA crea un ulteriore problema in quanto e' una Scuola
> proprieta' di un privato (una finanziaria americana se ben capisco).
> Che dunque una finanziaria americana si possa permettere di insediarsi in
> Italia e grazie alla propria potenza economica acquistare e far diventare
> propria proprieta' i prodotti intellettuali di soggetti nati e "coltivati"
> intellettualmente in Italia (cioe' frutto anche di un investimento della
> scuola pubblica italiana) mi sembra aberrante.
>
*
F: Qui ci sarebbe da discutere tra le varie correntib e  punti di vista
(vedi recente caso Parmalat)*

>
> Spero dunque in una scuola pubblica che finanzi le ricerche e le produzioni
> intellettuali restituendole e facendole diventare un patrimonio pubblico,
> non privatizzabile da alcun privato.
>

 Se la soluzione possa essere la licenza Creative Commons puo' darsi, ma con
i limiti esposti sopra, ovvero che non vedo ragione per cui un investimento
principalmente pubblico che viene fatto dunque principalmente a spese dei
cittadini, quale e' la formazione del corpo docente scolastico e
universitario, diventi poi un bene privato che il singolo docente possa
decidere privatamente come rivendere, mi sembra uno dei tanti meccanismi
perversi della societa' in cui viviamo.

*F:  ma se si ancora il valore (intellettuale e anche finanziario) di
un'opera d'ingegno al suo creatore non si salvano capra e cavoli? In quanto
il valore resta nel territorio e la società ne riceve beneficio.*

>
> bye
> Tommaso
>
>
>
> At 12.42 12/04/2011, you wrote:
>
>> Care teste pensanti della lista,
>>
>> condivido una riflessione che spero possa risultare interessante per tutti
>> poiché tocca un tema spinoso che a parer mio non deve essere lasciato al
>> singolo, o alle singole istituzioni, come invece purtroppo è prassi comune.
>> Nella lista ci sono artisti, polemisti, attivisti, studenti, ricercatori e
>> artisti e penso che il tema proposto meriti quindi una condivisione.
>>
>> La riflessione è' stata elaborata e vagliata poche settimane fa dal corpo
>> docente della Scuola di Media Design & Arti Multimediali (triennio) NABA.
>>  Il punto è una clausola inserita nei nuovi contratti A.A. 20102011 che
>> prevede l'integrale cessione dei diritti di proprietà intellettuale relativa
>> ai documenti di supporto alla didattica (clausola 6).
>>
>> È opinione del corpo docente MDAM NABA che l'automatismo alla cessione di
>> questi diritti non sia praticabile. I docenti producono nell'attività
>> didattica materiale di supporto alle lezioni (che può essere concluso, semi
>> lavorato o in fase di ricerca) che spesso diventa il nucleo su cui si
>> struttura anche un'attività editoriale e commerciale futura e che
>> attualmente non figurano nell'attuale rapporto contrattuale del docente.
>>
>> Pertanto bisognerebbe riconsiderare la pratica, proponendo in alternativa,
>> l'adozione di un modello modulare ispirato a quello dei Creative Commons.
>>
>> In questo modo sarebbero rispettati i diritti di proprietà intellettuale
>> dei singoli autori aprendo la possibilità di licenze d'uso legate agli
>> aspetti di paternità dell'opera, uso commerciale dell'opera, possibilità di
>> rielaborazione, e diffusione della stessa. I docenti MDAM NABA chiedono che
>> queste opzioni vengano negoziate contrattualmente ed eventualmente
>> monetizzate direttamente con il singolo docente, nella trasparenza e
>> chiarezza del processo.
>>
>> Bisogna anche aggiungere che il valore dell'attività di ricerca rende
>> unica la qualità didattica, l'attività dei docenti e l'istituzione della
>> didattica  nel suo complesso.
>>
>> Certi del fatto che le istituzioni di Alta formazione vogliano mantenere
>> la loro identità, vi chiedo se potete considerare, discutere e darci
>> suggerimenti su come operare. Qualcuno ha idea dell'attuale giurisprudenza?
>> Qualche d'uno ha avuto esperienze simili? Qualche docente può indicarci come
>> si comporta Brera, Albertina, ISEA, Politecnico, e istituti affini?
>>
>> Mi potete aiutare?
>>
>>
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>> Francesco Monico
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>> Director <http://www.master-naba.com/accademiafilmandnewmedia/>HMA Film &
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>> Director <http://www.m-node.org/>PhD PC M-Node;
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