[Redditolavoro] Fwd: Re: Fermare la violenza! La violenza non ci fermerà!
mfpr nazionale
mfpr.naz at gmail.com
Wed Nov 23 10:21:44 CET 2016
Compagne e compagni del PCL
Perchè parlate solo della manifestazione del 26 novembre e non di quella
delle lavoratrici del 25?
Se siete coerenti con quello che scrivete, è la lotta necessariamente
autonoma da quella del femminismo borghese (che vuole solo migliorare e
avere più spazi in questo sistema capitalista) delle donne proletarie
che va in primis rafforzata.
Sono state queste lavoratrici, disoccupate, precarie, in lotta ogni
giorno, che hanno portato e fatto in Italia per ben due volte lo
sciopero delle donne a livello nazionale, contribuendo a lanciare questa
scintilla che ora viene portata avanti anche in altri paesi - ma
purtroppo chi oggi esalta gli scioperi in Polonia, Francia, ecc., quando
ci sono stati nel nostro paese (con 20mila lavoratrici in sciopero) ha
fatto finta di non vedere, sentire....
E attraverso questi scioperi e il nostro lavoro quotidiano abbiamo
avviato di fatto un percorso per, come voi scrivete, "un'organizzazione
nazionale che possa essere collettore delle energie complessive".
Ma solo se le donne proletarie, che lottano contro non una ma tutte le
violenze del sistema borghese, prendono la lotta nelle loro mani possono
essere una voce forte e chiara all'interno del più generale movimento
delle donne (e noi parteciperemo anche alla manifestazione del 26);
altrimenti si possono scrivere e distribuire centinaia di volantini, ma
si resta inevitabilmente alla coda del femminismo borghese e piccolo
borghese.
PER QUESTO, VI INVITIAMO A VENIRE, E A PARLARNE, ANCHE ALLA
MANIFESTAZIONE DEL 25 NOVEMBRE.
SAREMO IN PIAZZA MONTECITORIO DALLE 9,30.
Saluti
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
Il 22/11/2016 15.40, Partito Comunista dei Lavoratori ha scritto:
>
>
> Fermare la violenza! La violenza non ci fermerà!
>
>
> Per la costruzione di un femminismo radicale, anticapitalista e
> anticlericale
>
>
> 21 Novembre 2016
>
> Verso la manifestazione del 26 novembre
>
>
> *CAPITALISMO DE-GENERE*
>
> Scenderemo in piazza il 26 novembre contro la violenza sulle donne,
> una violenza che è strutturale e funzionale a questa società costruita
> in modo gerarchico perché basata sullo sfruttamento; ossia alla
> società divisa in classi, dove oppressione e repressione si coniugano
> obbligatoriamente e prendono forme differenti, ma contro le donne si
> sommano e moltiplicano.
>
> Ci confrontiamo costantemente con una realtà fatta di diritti negati,
> di arretramento sociale e false illusioni di emancipazione che ci
> rinchiudono in una gabbia. La violenza è quotidiana, passa nei
> rapporti interpersonali, nei rapporti sociali, sui luoghi di lavoro,
> dai piccoli gesti alle minacce, sino agli attacchi fisici. Il rischio
> di abuso in particolare si concentra nella famiglia, luogo sociale
> ideologicamente pensato come “privato” e che si presta a diventare il
> vertice delle tensioni che si sviluppano nella società e il punto dove
> queste si scaricano.
>
> Questa violenza però non si batte cambiando le parole che usiamo, non
> si batte con le leggi speciali. Neanche con le rappresentanze
> istituzionali dove solo poche si guadagnano il diritto di presenza, ma
> non certo quello di decidere, tantomeno di decidere in nostro favore.
> L’oppressione si combatte con la presenza politica delle donne,
> attraverso le nostre lotte e la difesa del diritto di decidere di sé.
> La nostra lotta è vincente se passa per la possibilità di essere
> autonome, di vivere liberamente i nostri sentimenti, di avere i luoghi
> dove difendere le donne sotto attacco.
>
> Ci insegnano le donne polacche e le donne del continente sudamericano
> che solo facendo sentire alta la nostra voce si possono ottenere
> risultati. Ci manca, rispetto a loro, un'organizzazione nazionale che
> possa essere collettore delle energie complessive. La frammentazione
> che vive il movimento femminista in Italia ha ormai smesso di essere
> ricchezza ed è ora un limite che non fa proseguire oltre gli incontri
> nazionali isolati, come speriamo che non sia il caso di questa
> manifestazione.
>
>
> *LIBERI CORPI IN LIBERO STATO *
>
> Il cosiddetto Piano straordinario anti-violenza del governo Renzi non
> è altro che una manovra paternalista e democristiana che si
> concretizza nel togliere autonomia e risorse ai centri anti-violenza
> ridotti di fatto a operare come "meri esecutori di servizio". È dunque
> necessario respingerlo con la prospettiva di ridare centralità a due
> battaglie imprescindibili per la liberazione delle donne: la battaglia
> per il lavoro e quella per la liberazione sessuale.
>
> Lavorare meno, lavorare tutte; e superamento della disparità salariale
> fra uomini e donne. Per una ripartizione generale del lavoro,
> attraverso la riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga, che
> consenta a tutti e soprattutto a tutte di definire in piena libertà la
> forma delle proprie relazioni sentimentali e sessuali, senza
> subordinarsi ai vincoli imposti dal bisogno materiale. Vogliamo
> disfarci del lavoro domestico a cui la crisi economica e
> l’indebolimento del sistema di welfare ci stanno condannando, e
> promuovere la socializzazione del lavoro di cura.
>
> Liberazione sessuale significa innanzitutto strappare alla morale
> borghese e alla Chiesa Cattolica il diritto di definire cosa è uomo e
> cosa è donna, di disciplinarne e irreggimentarne i corpi e
> circoscriverne il ruolo sociale. Con questo spirito laico e
> materialista vogliamo liberarci dal principio ideologico della
> maternità come destino biologico delle donne, ripensando la
> genitorialità, dunque, come diritto e libera scelta responsabile di
> ciascuno, omosessuale o etero, single o in coppia. Allo stesso tempo,
> rivendichiamo l’accesso gratuito agli strumenti di contraccezione, il
> diritto di accedere liberamente e gratuitamente all’aborto e quindi
> anche l’abolizione del privilegio dell’obiezione di coscienza.
>
> Riconosciamo infine nella Chiesa un nemico storico delle donne e della
> loro emancipazione, e dunque rivendichiamo la necessità della
> costruzione di un femminismo radicale, anticapitalista e
> anticlericale, che prospetti la separazione fra Stato e Chiesa e
> l’abolizione dei privilegi del Vaticano.
>
>
> Partito Comunista dei Lavoratori -
>
>
> Commissione contro le oppressioni di genere
>
>
>
> www.pclavoratori.it - info a pclavoratori.it <mailto:info a pclavoratori.it>
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