[Redditolavoro] Fermare la violenza! La violenza non ci fermerà!

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Tue Nov 22 15:40:28 CET 2016


Fermare la violenza! La violenza non ci fermerà!
Per la costruzione di un femminismo radicale, anticapitalista e
anticlericale
21 Novembre 2016

Verso la manifestazione del 26 novembre


*​CAPITALISMO DE-GENERE *

Scenderemo in piazza il 26 novembre contro la violenza sulle donne, una
violenza che è strutturale e funzionale a questa società costruita in modo
gerarchico perché basata sullo sfruttamento; ossia alla società divisa in
classi, dove oppressione e repressione si coniugano obbligatoriamente e
prendono forme differenti, ma contro le donne si sommano e moltiplicano.

Ci confrontiamo costantemente con una realtà fatta di diritti negati, di
arretramento sociale e false illusioni di emancipazione che ci rinchiudono
in una gabbia. La violenza è quotidiana, passa nei rapporti interpersonali,
nei rapporti sociali, sui luoghi di lavoro, dai piccoli gesti alle minacce,
sino agli attacchi fisici. Il rischio di abuso in particolare si concentra
nella famiglia, luogo sociale ideologicamente pensato come “privato” e che
si presta a diventare il vertice delle tensioni che si sviluppano nella
società e il punto dove queste si scaricano.

Questa violenza però non si batte cambiando le parole che usiamo, non si
batte con le leggi speciali. Neanche con le rappresentanze istituzionali
dove solo poche si guadagnano il diritto di presenza, ma non certo quello
di decidere, tantomeno di decidere in nostro favore. L’oppressione si
combatte con la presenza politica delle donne, attraverso le nostre lotte e
la difesa del diritto di decidere di sé. La nostra lotta è vincente se
passa per la possibilità di essere autonome, di vivere liberamente i nostri
sentimenti, di avere i luoghi dove difendere le donne sotto attacco.

Ci insegnano le donne polacche e le donne del continente sudamericano che
solo facendo sentire alta la nostra voce si possono ottenere risultati. Ci
manca, rispetto a loro, un'organizzazione nazionale che possa essere
collettore delle energie complessive. La frammentazione che vive il
movimento femminista in Italia ha ormai smesso di essere ricchezza ed è ora
un limite che non fa proseguire oltre gli incontri nazionali isolati, come
speriamo che non sia il caso di questa manifestazione.


*LIBERI CORPI IN LIBERO STATO *

Il cosiddetto Piano straordinario anti-violenza del governo Renzi non è
altro che una manovra paternalista e democristiana che si concretizza nel
togliere autonomia e risorse ai centri anti-violenza ridotti di fatto a
operare come "meri esecutori di servizio". È dunque necessario respingerlo
con la prospettiva di ridare centralità a due battaglie imprescindibili per
la liberazione delle donne: la battaglia per il lavoro e quella per la
liberazione sessuale.

Lavorare meno, lavorare tutte; e superamento della disparità salariale fra
uomini e donne. Per una ripartizione generale del lavoro, attraverso la
riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga, che consenta a tutti e
soprattutto a tutte di definire in piena libertà la forma delle proprie
relazioni sentimentali e sessuali, senza subordinarsi ai vincoli imposti
dal bisogno materiale. Vogliamo disfarci del lavoro domestico a cui la
crisi economica e l’indebolimento del sistema di welfare ci stanno
condannando, e promuovere la socializzazione del lavoro di cura.

Liberazione sessuale significa innanzitutto strappare alla morale borghese
e alla Chiesa Cattolica il diritto di definire cosa è uomo e cosa è donna,
di disciplinarne e irreggimentarne i corpi e circoscriverne il ruolo
sociale. Con questo spirito laico e materialista vogliamo liberarci dal
principio ideologico della maternità come destino biologico delle donne,
ripensando la genitorialità, dunque, come diritto e libera scelta
responsabile di ciascuno, omosessuale o etero, single o in coppia. Allo
stesso tempo, rivendichiamo l’accesso gratuito agli strumenti di
contraccezione, il diritto di accedere liberamente e gratuitamente
all’aborto e quindi anche l’abolizione del privilegio dell’obiezione di
coscienza.

Riconosciamo infine nella Chiesa un nemico storico delle donne e della loro
emancipazione, e dunque rivendichiamo la necessità della costruzione di un
femminismo radicale, anticapitalista e anticlericale, che prospetti la
separazione fra Stato e Chiesa e l’abolizione dei privilegi del Vaticano.
Partito Comunista dei Lavoratori - Commissione contro le oppressioni di
genere

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