<html>
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<br>
<div class="moz-forward-container">
<meta content="text/html; charset=utf-8" http-equiv="Content-Type">
<div class="moz-cite-prefix">Compagne e compagni del PCL<br>
<br>
Perchè parlate solo della manifestazione del 26 novembre e non
di quella delle lavoratrici del 25?<br>
Se siete coerenti con quello che scrivete, è la lotta
necessariamente autonoma da quella del femminismo borghese (che
vuole solo migliorare e avere più spazi in questo sistema
capitalista) delle donne proletarie che va in primis rafforzata.
<br>
Sono state queste lavoratrici, disoccupate, precarie, in lotta
ogni giorno, che hanno portato e fatto in Italia per ben due
volte lo sciopero delle donne a livello nazionale, contribuendo
a lanciare questa scintilla che ora viene portata avanti anche
in altri paesi - ma purtroppo chi oggi esalta gli scioperi in
Polonia, Francia, ecc., quando ci sono stati nel nostro paese
(con 20mila lavoratrici in sciopero) ha fatto finta di non
vedere, sentire....<br>
E attraverso questi scioperi e il nostro lavoro quotidiano
abbiamo avviato di fatto un percorso per, come voi scrivete,
"un'organizzazione nazionale che possa essere collettore delle
energie complessive".<br>
Ma solo se le donne proletarie, che lottano contro non una ma
tutte le violenze del sistema borghese, prendono la lotta nelle
loro mani possono essere una voce forte e chiara all'interno del
più generale movimento delle donne (e noi parteciperemo anche
alla manifestazione del 26); altrimenti si possono scrivere e
distribuire centinaia di volantini, ma si resta inevitabilmente
alla coda del femminismo borghese e piccolo borghese.<br>
<br>
PER QUESTO, VI INVITIAMO A VENIRE, E A PARLARNE, ANCHE ALLA
MANIFESTAZIONE DEL 25 NOVEMBRE. <br>
SAREMO IN PIAZZA MONTECITORIO DALLE 9,30. <br>
<br>
Saluti<br>
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario<br>
<br>
<br>
<br>
Il 22/11/2016 15.40, Partito Comunista dei Lavoratori ha
scritto:<br>
</div>
<blockquote
cite="mid:CAOcBRrkMoqGgmTaOqygF+8-UnjNTP9qfiV=3WRd7hKz3ju0rfA@mail.gmail.com"
type="cite">
<div dir="ltr">
<h1 class="gmail-title_paginaArt" style="margin:0px 0px
20px;padding:0px;font-size:24px;color:rgb(204,0,0);font-family:helvetica,arial,sans-serif">Fermare
la violenza! La violenza non ci fermerà!</h1>
<div>
<div class="gmail-colbox"
style="overflow:hidden;margin:0px;padding:0px;width:633.594px;color:rgb(51,51,51);font-family:helvetica,arial,sans-serif;font-size:12px">
<h2 class="gmail-stitle_paginaArt" style="margin:0px 0px
20px;padding:0px;font-size:18px">Per la costruzione di
un femminismo radicale, anticapitalista e anticlericale</h2>
</div>
<h5 class="gmail-data_paginaArt" style="margin:0px 0px
20px;padding:0px;font-size:13px;font-weight:normal;color:rgb(51,51,51);font-family:helvetica,arial,sans-serif">21
Novembre 2016</h5>
<div class="gmail-colbox"
style="overflow:hidden;margin:0px;padding:0px;width:633.594px;font-family:helvetica,arial,sans-serif">
<p class="gmail-descr_paginaArt"
style="font-size:16px;color:rgb(204,0,0);margin:0px 0px
20px;padding:0px;text-align:justify">Verso la
manifestazione del 26 novembre</p>
<p class="gmail-descr_paginaArt"
style="font-size:16px;color:rgb(204,0,0);margin:0px 0px
20px;padding:0px;text-align:justify"><img
src="cid:part1.05050203.09070405@gmail.com"
height="272" width="544"><br>
<b><span
style="font-family:helvetica,arial,sans-serif;color:rgb(51,51,51);font-size:12px">CAPITALISMO
DE-GENERE</span><span
style="font-family:helvetica,arial,sans-serif;color:rgb(51,51,51);font-size:12px"> </span></b></p>
<div class="gmail-colbox"
style="font-size:12px;color:rgb(51,51,51);overflow:hidden;margin:0px;padding:0px;width:633.594px;font-family:helvetica,arial,sans-serif">
<p class="gmail-text_paginaArt" style="margin:0px 0px
20px;padding:0px;text-align:justify">Scenderemo in
piazza il 26 novembre contro la violenza sulle donne,
una violenza che è strutturale e funzionale a questa
società costruita in modo gerarchico perché basata
sullo sfruttamento; ossia alla società divisa in
classi, dove oppressione e repressione si coniugano
obbligatoriamente e prendono forme differenti, ma
contro le donne si sommano e moltiplicano. <br>
<br>
Ci confrontiamo costantemente con una realtà fatta di
diritti negati, di arretramento sociale e false
illusioni di emancipazione che ci rinchiudono in una
gabbia. La violenza è quotidiana, passa nei rapporti
interpersonali, nei rapporti sociali, sui luoghi di
lavoro, dai piccoli gesti alle minacce, sino agli
attacchi fisici. Il rischio di abuso in particolare si
concentra nella famiglia, luogo sociale
ideologicamente pensato come “privato” e che si presta
a diventare il vertice delle tensioni che si
sviluppano nella società e il punto dove queste si
scaricano. <br>
<br>
Questa violenza però non si batte cambiando le parole
che usiamo, non si batte con le leggi speciali.
Neanche con le rappresentanze istituzionali dove solo
poche si guadagnano il diritto di presenza, ma non
certo quello di decidere, tantomeno di decidere in
nostro favore. L’oppressione si combatte con la
presenza politica delle donne, attraverso le nostre
lotte e la difesa del diritto di decidere di sé. La
nostra lotta è vincente se passa per la possibilità di
essere autonome, di vivere liberamente i nostri
sentimenti, di avere i luoghi dove difendere le donne
sotto attacco. <br>
<br>
Ci insegnano le donne polacche e le donne del
continente sudamericano che solo facendo sentire alta
la nostra voce si possono ottenere risultati. Ci
manca, rispetto a loro, un'organizzazione nazionale
che possa essere collettore delle energie complessive.
La frammentazione che vive il movimento femminista in
Italia ha ormai smesso di essere ricchezza ed è ora un
limite che non fa proseguire oltre gli incontri
nazionali isolati, come speriamo che non sia il caso
di questa manifestazione. <br>
<br>
<br>
<b>LIBERI CORPI IN LIBERO STATO </b><br>
<br>
Il cosiddetto Piano straordinario anti-violenza del
governo Renzi non è altro che una manovra paternalista
e democristiana che si concretizza nel togliere
autonomia e risorse ai centri anti-violenza ridotti di
fatto a operare come "meri esecutori di servizio". È
dunque necessario respingerlo con la prospettiva di
ridare centralità a due battaglie imprescindibili per
la liberazione delle donne: la battaglia per il lavoro
e quella per la liberazione sessuale. <br>
<br>
Lavorare meno, lavorare tutte; e superamento della
disparità salariale fra uomini e donne. Per una
ripartizione generale del lavoro, attraverso la
riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga, che
consenta a tutti e soprattutto a tutte di definire in
piena libertà la forma delle proprie relazioni
sentimentali e sessuali, senza subordinarsi ai vincoli
imposti dal bisogno materiale. Vogliamo disfarci del
lavoro domestico a cui la crisi economica e
l’indebolimento del sistema di welfare ci stanno
condannando, e promuovere la socializzazione del
lavoro di cura. <br>
<br>
Liberazione sessuale significa innanzitutto strappare
alla morale borghese e alla Chiesa Cattolica il
diritto di definire cosa è uomo e cosa è donna, di
disciplinarne e irreggimentarne i corpi e
circoscriverne il ruolo sociale. Con questo spirito
laico e materialista vogliamo liberarci dal principio
ideologico della maternità come destino biologico
delle donne, ripensando la genitorialità, dunque, come
diritto e libera scelta responsabile di ciascuno,
omosessuale o etero, single o in coppia. Allo stesso
tempo, rivendichiamo l’accesso gratuito agli strumenti
di contraccezione, il diritto di accedere liberamente
e gratuitamente all’aborto e quindi anche l’abolizione
del privilegio dell’obiezione di coscienza. <br>
<br>
Riconosciamo infine nella Chiesa un nemico storico
delle donne e della loro emancipazione, e dunque
rivendichiamo la necessità della costruzione di un
femminismo radicale, anticapitalista e anticlericale,
che prospetti la separazione fra Stato e Chiesa e
l’abolizione dei privilegi del Vaticano.</p>
</div>
<h5 class="gmail-firma_paginaArt"
style="text-align:left;margin:0px 0px
20px;padding:0px;font-family:helvetica,arial,sans-serif"><font
size="4" color="#ff0000">Partito Comunista dei
Lavoratori - </font></h5>
<h5 class="gmail-firma_paginaArt"
style="text-align:left;margin:0px 0px
20px;padding:0px;font-family:helvetica,arial,sans-serif"><font
size="4" color="#ff0000">Commissione contro le
oppressioni di genere</font></h5>
<div><font size="4" color="#ff0000"><img
src="cid:part2.09040003.08000601@gmail.com"
style="margin-right: 0px;" height="112" width="112"><br>
<br>
</font></div>
<div><font size="4" color="#ff0000"><a
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href="http://www.pclavoratori.it"><a class="moz-txt-link-abbreviated" href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a></a>
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href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a></font></div>
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</div>
</blockquote>
<br>
</div>
<br>
<br /><br />
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Questa e-mail è stata controllata per individuare virus con Avast antivirus.
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<br />
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