[Redditolavoro] la lotta di genova - il nome di un ministro
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Fri Jan 29 06:31:06 CET 2016
Se non arriverà dal Governo il nome di un ministro per l'incontro del 4 febbraio
Protesta Ilva: città bloccata, tutti i metalmeccanici Fiom in piazza
martedì, 26 gennaio 2016
Seconda giornata di protesta per i lavoratori Ilva Fiom-Cgil. Pesanti i disagi al traffico, con momenti di tensione in Sopraelevata. Rimosso il presidio, si va verso la calma. Ma se entro stasera non arriverà la convocazione ufficiale con presenza di un ministro, domani sarà sciopero di tutti i metalmeccanici Fiom-Cgil a Genova.
GENOVA - Seconda giornata di protesta per i lavoratori Ilva aderenti a Fiom-Cgil. Il corteo è partito da Cornigliano alle 7.30 e si è stabilito tra la Sopraelevata e il casello di Genova Ovest. Pesanti i disagi al traffico, con momenti di tensione tra automobilisti in coda e manifestanti. Il presidio, quindi, è sceso verso la rotatoria di via di Francia. Per circa sette ore sono rimasti chiusi sia il casello autostradale di Genova Ovest sia la strada Aldo Moro.
Intorno alle 16 i lavoratori hanno iniziato a smobilitare il presidio ai piedi della Sopraelevata. La circolazione stradale è tornata verso la normalità, pur con qualche residuo rallentamento. I manifestanti sono tornati in fabbrica attraverso Lungomare Canepa per decidere le azioni da intraprendere nelle prossime ore.
| La situazione del traffico in città e in autostrada aggiornata in tempo reale |
E Bruno Manganaro, segretario Fiom-Cgil Liguria, ha annunciato che “se entro stasera non arriverà la convocazione ufficiale con presenza di un ministro, domani sarà sciopero di tutti i metalmeccanici di Genova. Chiamiamo gli operai di tutte le fabbriche a manifestare in difesa dell'Ilva. Andremo a manifestare in centro”. La concentrazione è già stata fissata per le 8.30 in piazza Massena, a Genova Cornigliano. L'obiettivo del corteo sarà la Prefettura.
Oggetto del contendere è ancora la convocazione del Comitato di Vigilanza a Roma prevista per il 4 febbraio. Nei giorni scorsi il Governo ha comunicato la data prima attraverso una mail informale della prefettura, poi con un documento ufficiale che però non conteneva il nome del ministro che avrebbe partecipato all'incontro. Fiom-Cgil ha parlato di “truffa” e ha proclamato lo stato di agitazione: "Chiediamo di parlare con quelli che decidono, non con quelli che ascoltano". Dopo la protesta di ieri, con blocco e disordini in via Cornigliano, il presidio dei lavoratori si è concentrato nella zona di San Benigno. Il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, ha raggiunto il presidio intorno alle 14.
GIORNATA DI PASSIONE – La situazione è degenerata intorno alle ore 9, quando il corteo ha bloccato lo svincolo della Sopraelevata nei pressi dell'elicoidale. Si sono vissuti anche momenti di tensione: qualche litigio è scoppiato tra automobilisti e lavoratori Ilva. “Dobbiamo andare a lavorare”, hanno protestato i genovesi in coda. La Polizia Municipale ha poi autorizzato i veicoli a fare retromarcia per prendere l'uscita dalla Aldo Moro. Intorno a Mezzogiorno la Sopraelevata è stata sgomberata, ma non ancora riaperta. Il presidio ha preso possesso della rotatoria di via di Francia
I disagi al traffico hanno avuto ripercussioni su tutta la città. La situazione più critica tra San Benigno e Sampierdarena: via di Francia bloccata dai mezzi pesanti, mezzi incolonnati anche in via Cantore.
Chiuso il casello autostradale di Genova Ovest in entrambe le direzioni, così come il tratto compreso tra l'allacciamento A7/A10 e l'uscita. I rallentamenti in autostrada si sono spostati verso i caselli di Genova Est e Genova Nervi, presi d'assalto dagli utenti diretti in città.
Fino a cessate esigenze, la Polizia Municipale ha disposto l'uso libero delle corsie gialle dedicate ai mezzi pubblici in tutto il Comune di Genova, in modo da smaltire il traffico eccessivo sulle direttrici principali.
LE REAZIONI A PRIMOCANALE
Bruno Manganaro, segretario Fiom-Cgil Liguria – "C'è un silenzio totale da parte di istituzioni, governo e politica. Sembra che ciò che sta succedendo non provochi nessun interesse. Il rischio è che si aumenti il conflitto, ognuno si assumerà le sue responsabilità. Abbiamo semplicemente chiesto di discutere con qualcuno che il Governo lo rappresenti sul serio. Se questo è impossibile, ne trarremo le conseguenze. Se entro stasera nessuno è disponibile a rispondere alle richieste di un'intera città, andremo anche in centro cittadino"
Susanna Camusso, segretario nazionale Cgil: "Con il presidio di oggi ci stiamo muovendo perché ci siano le risposte. Il nostro obiettivo non è moltiplicare la mobilitazione, ma far sì che il Governo si assuma l'onere di dare risposte che nel bando non ci sono. A Taranto la situazione è più delicata, è avvenuta una spaccatura che a Genova non c'è perché la città è solidale sulle tematiche del lavoro".
Emanuele Piazza, assessore allo sviluppo economico del Comune di Genova - "È pensabile che si continui a bloccare una città per una richiesta che non esiste? Siamo in un non-senso. Il tavolo è stato chiesto dal ministero dello sviluppo economico. Se non ci saranno risposte da quel tavolo ci potranno essere le proteste, ma ad oggi la situazione di protesta è prematura".
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria - "La rabbia dei lavoratori è comprensibile. Occorre non aumentare la tensione in città perché nessuno ci guadagnerebbe, ma occorre anche che il governo faccia chiarezza sul destino dell'Ilva in tutte le sue parti. Vedremo quali saranno le risposte. Mi auguro che le dichiarazioni che arriveranno abbiano un piano industriale serio e possano rilanciare un settore strategico per l'Italia".
Marco Doria, sindaco di Genova - "Per il futuro dell'Ilva la città di Genova ha bisogno di una grande coesione, non di lacerazioni. Il fatto che una sola sigla sindacale anticipi il risultato di un tavolo con il Governo convocato il 4 febbraio non favorisce l'avvicinarsi alla soluzione dei problemi". Così il sindaco a margine dei lavori del consiglio comunale critica la nuova giornata di sciopero all'Ilva di Cornigliano convocata dalla Fiom.
Maurizio Rossi, senatore Gruppo Misto-Liguria Civica, intervenuto in aula - “Il Governo deve trovare una soluzione alle richieste legittime dei lavoratori. Renzi ha messo la faccia su Taranto, non dev'esserci una battaglia tra le due città, ma la presenza del Governo è fondamentale. Il ddl è un gran pasticcio: non è chiaro il progetto né a chi è rivolto il bando per la privatizzazione, che scade il 10 febbraio. Non sono chiare quali garanzie sociali dovranno essere rispettato e soprattutto non è chiaro che fine farà l'Accordo di Programma e se l'eventuale acquirente sarà tenuto a rispettarlo. Non è chiaro se esistono i soldi per il piano ambientale e se i soldi bloccati dai magistrati svizzeri inficiano l'investimento”
Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova – "L'atto ufficiale da parte del Governo c'è stato ieri, quindi noi ci riteniamo soddisfatti. Andremo ad ascoltare ciò che hanno da dirci rispetto ai problemi che abbiamo sollevato. L'integrazione al reddito è stata già recipita nell'emendamento, e anche i lavori di pubblica utilità. Bisogna capire se c'è la salvaguardia della produzione industriale a Genova. Se difendiamo gli interessi di Taranto più di quelli di Genova? Una grande s*****ata. Qui è in discussione l'intera siderurgia. Non stiamo dando un grande spettacolo. Se si vendesse a pezzi, quale imprenditore verrebbe a Genova, sapendo che la realtà è questa?"
Armando Palombo, coordinatore Rsu Ilva per Fiom, durante l'assemblea con la segretaria nazionale Cgil Camusso – "Noi stiamo combattendo contro la vendita al buio del Governo. Partiamo da Genova. Dopo nove, dieci decreti la situazione è più ingarbugliata di prima. Nel bando di vendita si parla, per chi comprerà, di “adeguate garanzie occupazionali”. Tutti sanno che non significa avere garanzie. Migliaia di lavoratori rischiano il posto del lavoro in una situazione internazionale molto delicata. Su Genova ancora peggio, perché noi, facendo una scommessa con la politica, abbiamo chiuso un altoforno che produceva, non inquinava e assumeva. C'è un accordo disatteso, firmato da tutti gli enti locali e nazionali. Abbiamo preteso che fosse votato con delibere regionali e comunali e avesse un valore giuridico. A distanza di dieci anni la città ha perso 1.100 posti di lavoro nel silenzio. E adesso il governo vuole bruciare l'accordo. Chi comprerà lo straccerà. Vogliamo un incontro col ministro"
Marco Doria, sindaco di Genova - "Per il futuro dell'Ilva la città di Genova ha bisogno di una grande coesione, non di lacerazioni. Il fatto che una sola sigla sindacale anticipi il risultato di un tavolo con il Governo convocato il 4 febbraio non favorisce l'avvicinarsi alla soluzione dei problemi. Invito tutti a un grande senso di responsabilità. Andrò il 4 febbraio a Roma determinato a difendere gli interessi della città, dei lavoratori dell'Ilva, delle prospettive industriali e occupazionali di Genova nel migliore dei modi. Vedrò se quello che emerge basta, non basta e il lavoro che c'è da fare. Dev'essere un incontro in cui emergono delle assunzioni di responsabilità dal punto di vista politico, a partire dalla prospettiva dell'Accordo di programma. Voglio che emergano delle posizioni chiare, le giudicherò nel merito il 4 febbraio. Abbiamo recepito e condiviso la richiesta dei sindacati di un incontro con il Governo che coinvolgesse tutti i firmatari dell'Accordo di programma 2005 sull'Ilva di Cornigliano tuttora in vigore. La convocazione è arrivata per il 4 febbraio e riguarda Ministeri diversi. La convocazione era la richiesta ed è stata eseguita, non risolve tanti problemi che ci sono, abbiamo il dovere di discutere nel merito delle questioni: la difesa dei lavoratori, le prospettive industriali del gruppo Ilva e le prospettive del sito produttivo di Cornigliano".
Il Pd genovese - “Sul caso Ilva bisogna lavorare tutti per abbassare la tensione, che sta superando il livello di guardia e agire per ricomporre un fronte unitario dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni locali. Arriviamo all’appuntamento del 4 febbraio con alcuni punti fermi: gli investimenti del Governo decisi nel Salva Italia; l’integrazione al reddito dei lavoratori garantita fino al mese di settembre e gli impegni dei Consigli regionale e comunale per garantire un futuro produttivo a Taranto e Genova. Per noi è importante lo sviluppo della politica industriale e cioè quello che avverrà dal 4 febbraio in poi, quando partirà la selezione pubblica del futuro acquirente di Ilva. Il Partito Democratico è impegnato, proprio in questa prospettiva, a mettere in sicurezza due aspetti fondamentali: le garanzie occupazionali per i lavoratori e la certezza di una prospettiva industriale per tutta l’Ilva e per il sito di Genova”.
Alice Salvatore e Marco De Ferrari (Movimento Cinque Stelle) - "Sostegno ai lavoratori Ilva Genova che in queste ore manifestano la propria rabbia a Genova. L'accordo di programma va rispettato senza sé e senza ma. In collaborazione con i portavoce nazionali M5S, abbiamo lavorato a un emendamento al Milleproroghe sul decreto Salva Ilva che porterà la solidarietà del 70% avanti di un anno ulteriore, da settembre 2016 a settembre 2017. Con coperture assolutamente garantite. A livello nazionale, abbiamo trovato le risorse, e ciò significa che è sufficiente la volontà politica. Ora spetta a Comune e Regione trovarne ulteriori per garantire i lavori di pubblica utilità (LPU), per integrare il reddito e restituire dignità ai lavoratori e alle loro famiglie".
LA REPUBBLICA LIGURIA - GENOVA
Genova, Fiom alza il tiro: 'Sciopero generale'. Corteo verso la Prefettura
La polizia blocca Lungomare Canepa. In piazza delegazioni delle fabbriche e del porto, Cisl e Uil si dissociano. L'apertura della ministra Guidi, Manganaro: "Non basta". Doria: "Le divisioni non servono". L’azienda minaccia “A rischio Novi Ligure”
Momenti di tensione al corteo dei lavoratori Fiom - Ilva e non solo - verso la Prefettura nel terzo giorno di manifestazione. Alla fine di Lungomare Canepa i manifestanti hanno trovato un blocco della polizia: il problema è quello dei mezzi pesanti, che non si vogliono far arrivare in centro. Adesso è in corso una trattativa con il Prefetto Fiamma Spena per valutare se sia possibile far continuare il corteo senza i mezzi.
"Non basta", secondo il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro, l'apertura della ministra Federica Guidi ad un dialogo, ci vuole l'impegno del governo. Così Genova si prepara al terzo giorno di manifestazioni dei dipendenti Fiom e Failms dell'Ilva di Cornigliano, insieme però a tutti i metalmeccanici Fiom genovesi in sciopero. L'appuntamento era alle 8.30 in piazza Massena a Cornigliano, dove i lavoratori Ilva usciti dallo stabilimento in cui alcuni decine di loro hanno trascorso la notte, si incontrano con quelli delle altre fabbriche per procedere poi verso il centro insieme ai mezzi pesanti."Pacta servanda sunt' recita lo striscione che apre il corteo, tra slogan ed elmetti gialli.
All'entrata in piazza Massena applausi tra i gruppi diversi di operai per salutare l'incontro. Presente anche una delegazione dei camalli della Compagnia Unica Culmv con il console Antonio Benvenuti . Aderiscono anche gruppi di studenti. All'altezza della Fiumara entrano in corteo il segretariod ella Camera del lavoro e il segretario regionale Cgil Ivano Bosco e Federico Vesigna, il presidente dell'Anpi di Genova Massimo Bisca e il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino.
Già dalle prime ore del mattino la Prefettura e la stazione ferroviaria di Principe sono presidiate da polizia e carabinieri. Un cordone di agenti impedisce l'accesso alla Sopraelevata, ma il corteo , adesso aperto dal "Dito", la grande ruspa, dopo aver attraversato Lungomare Canepa si trova davanti al blocco della polizia, che ha anche posto transenne per bloccare il transito. La tensione tra i manifestanti sale, si ascoltano grida contro la polizia.
Intanto, sono usciti gruppi di operai anche dalle Riparazioni Navali, che si uniranno agli altri manifestanti in centro.
La giornata di ieri. Ieri, tre pale meccaniche e un Hyster, un “dito”, un enorme carro con un tubo davanti che serve a caricare i rotoli di lamiera, quattro mezzi giganteschi piazzati strategicamente sull’elicoidale, in via Cantore e in via di Francia, e il secondo giorno della protesta Ilva ha paralizzato completamente la città dalle prime ore del mattino a metà pomeriggio. Ai lavoratori è arrivato il sostegno del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, a Genova per parlare della Carta internazionale dei diritti dei lavoratori, all’una e mezza è arrivata anche lei sull’elicoidale, accolta da un applauso, per dire ai siderurgici: «Siamo con voi», ma dal governo tutto tace. Intervistata da RaiNews 24 la ministra Federica Guidi ha assicurato che «il governo è impegnato a salvare tutto il gruppo» e ha aggiunto: «Dobbiamo garantire a quegli operai di Genova continuità rispetto a quell’accordo di programma che se non vado male è stato firmato nel 1995», sbagliando solo di dieci anni, visto che l’accordo di programma risale al 2005.
Nonostante queste dichiarazioni in ordine sparso non c’è ancora alcuna garanzia che all’incontro convocato il prossimo 4 febbraio alle 15.30 al ministero dello Sviluppo economico ci sia anche un ministro, o almeno un sottosegretario, come chiesto dai sindacati, perchè oggetto dell’incontro è l’accordo di programma, ma anche il futuro dell’Ilva, interessata da una procedura di vendita con molte incertezze. Così la Fiom ha già annunciato che l’occupazione prosegue: per la seconda notte i lavoratori si sono attrezzati per dormire in fabbrica e oggi sono indette dalla Fiom quattro ore di sciopero generale dei metalmeccanici genovesi, appuntamento alle otto e mezza in piazza Massena, di qui partirà il corteo, direzione centro. «Anche se la città è bloccata da due giorni – spiega il segretario della Fiom Cgil di Genova, Bruno Manganaro – c’è un silenzio assordante, la politica continua a parlare d’altro. Saremo tutti in strada per difendere l’Ilva».
Si dissociano ancora una volta Fim e Uilm. In una nota la Uilm di Genova spiega che «lo sciopero generale dei metalmeccanici è stato indetto solo dalla Fiom. Noi non aderiamo per il semplice motivo che abbiamo già ottenuto l’incontro al ministero dello Sviluppo Economico il 4 febbraio». Per Alessandro Vella, segretario della Fim Cisl Liguria, «quello convocato il 4 febbraio è un tavolo istituzionale serio e per questo non ci sembra opportuno bloccare una città». E l’azienda in una nota alla Fiom nazionale avverte che «se il blocco perdura farà fermare Novi Ligure e metterà in discussione commesse e investimenti annunciati».
Doria: "Non servono le divisioni". «Per il futuro dell’Ilva la città di Genova ha bisogno di una grande coesione, non di lacerazioni. Il fatto che una sola sigla sindacale anticipi il risultato di un tavolo con il governo convocato il 4 febbraio, non favorisce l’avvicinarsi alla soluzione dei problemi». Il sindaco Marco Doria a Palazzo Tursi a margine dei lavori del consiglio comunale critica la nuova giornata di sciopero all’Ilva di Cornigliano indetta dalla Fiom. «Invito tutti a un grande senso di responsabilità – ha detto Doria – andrò il 4 febbraio a Roma determinato a difendere gli interessi della città, dei lavoratori dell’Ilva, delle prospettive industriali e occupazionali di Genova nel migliore dei modi». Invita ad abbassare i toni invece il presidente della Regione Giovanni Toti secondo il quale «la protesta è comprensibile ma occorre non aumentare la tensione in città perchè nessuno guadagnerebbe da questo». E lo stesso invito arriva dal Pd che riconquista l’unità, con una nota che chiede di «lavorare tutti per abbassare la tensione, che sta superando il livello di guardia e agire per ricomporre un fronte unitario dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni locali. Il Partito Democratico è impegnato, proprio in questa prospettiva, a mettere in sicurezza due aspetti fondamentali: le garanzie occupazionali per i lavoratori e la certezza di una prospettiva industriale per tutta l’Ilva».
La polizia blocca Lungomare Canepa, si cerca un'intesa
La Fiom dichiara per domani sciopero generale dei metalmeccanici, il corteo andrà in Prefettura. Camusso: "Giusto chiedere incontro al governo
E' il secondo giorno della grande rabbia dei lavoratori dell'Ilva di Cornigliano aderenti alla Fiom e alla Failms ma anche il secondo giorno di forti disagi per Genova. La protesta continua e incassa l'appoggio di Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. Intorno alle 16 il blocco al casello di Genova Ovest e alla Sopraelevata è stato tolto e i lavoratori sono rientrati verso l'Ilva dove trascorerranno ancora una notte in attesa delle manifestazioni di domani. Il traffico veicolare è ripreso con molta difficoltà.
"La Cgil è al fianco dei lavoratori Fiom dello stabilimento Ilva di Genova e lo sarà anche domani nello sciopero generale dei metalmeccanici - ha chiarito Camusso dopo aver incontrato i manifestanti - "Il nostro obiettivo non è avere la moltiplicazione della mobilitazione ma che il governo sia assuma l'onere di dare risposte che oggi nel bando di vendita di ilva non ci sono". Secondo Camusso "il silenzio del governo preoccupa perchè non dice quali siano le intenzioni dell'esecutivo per il futuro di questo gruppo. Un'ulteriore preoccupazione è l'assenza di qualsiasi riferimento dell'accordo di programma per Genova dal bando di vendita. Non è un problema di forma ma di sostanza".
La giornata. Come annunciato, alcuni tra i lavoratori hanno trascorso la notte in fabbrica, ma l'assemblea di stamattina ha confermato l'intenzione di continuare con le proteste finchè il governo non garantirà la presenza di uno dei suoi ministri - Federica Guidi o Giuliano Poletti, titolari dello Sviluppo Economico e del Lavoro - all'incontro fissato per il 4 febbraio al Ministero. I lavoratori, come ricorda il segretario Fiom Bruno Manganaro, chiedono al governo impegni certi sul mantenimento dell'Accordo di Programma che garantisce retribuzioni e occupazione. "Non accettiamo una vendita al buio" ha chiarito Armando Palombo della Rsu aziendale. Un presidio di lavoratori si è fermato davanti all'Ilva, che formalmente, secondo la Fiom, è occupata, anche se parte della produzione continua.
In tarda mattinata è stato deciso dalla Fiom per la giornata di domani lo sciopero generale dei metalmeccanici a Genova, con un corteo che dovrebbe raggiungere il centro e, di fatto, "assediare" la prefettura in largo Lanfranco per chiedere una risposta dal governo. La partenza è stata fissata alle 8.30 in piazza Massena a Cornigliano.
"Di fronte a questo silenzio assordante della politica che, nonostante la città sia bloccata da due giorni continua a parlare d'altro, la Fiom proclama lo sciopero di tutti i metalmeccanici di Genova. Domani tutti in strada con un corteo verso il centro città per difendere l'Ilva e l'accordo di programma". Lo ha detto il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro. "Non possiamo accettare che il governo si rifiuti di partecipare a un tavolo cosi importante".
Toti: non aumentare la tensione. "La protesta è comprensibile ma occorre non aumentare la tensione in città perchè nessuno guadagnerebbe da questo" ha dal canto suo dichiarato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine della celebrazione della Giornata della Memoria.
Il corteo. I lavoratori sono partiti in corteo - circa 400 persone , più di ieri - lungo Lungomare Canepa e hanno raggiunto la zona dell'Elicoidale. L'intenzione è quella di bloccare indefinitamente il casello autostradale di Genova Ovest. Il corteo è preceduto da quattro ralle. Si vede anche uno striscione "Studenti e operai uniti nella lotta".
Bloccata anche la Sopraelevata nei due sensi, con centinaia di auto ferme sulla corsia diretta a ponente. La Polizia Municipale sta cercando di far retrocedere le auto e farle uscire da via delle Casacce e dalla Foce. All'altezza dell'Elicoidale due mezzi pesanti impediscono gli accessi al porto dall'accesso di Lungomare Canepa. Intorno alle 11 è stata bloccata anche la circolazione delle auto in via Cantore e dopo in via di Francia mentre progressivamente le auto bloccate sulla Sopraelevata - che resta chiusa - riescono a fare manovra e a tornare indietro. Le tensioni tra gli automobilisti bloccati sono forti. Bruno Manganaro, segretario Fiom, ha però chiarito che il blocco non verrà sciolto e che la protesta dovrebbe continuare anche nei prossimi giorni, avvicinandosi al centro città, se le istituzioni non daranno un segnale.
Intorno alle 13 sull'Elicoidale è arrivato il consigliere comunale Gian Paolo Malatesta (primo tra gli esponenti delle istituzioni) a portare soldiarietà. Dalla onlus Music for Peace che ha sede sotto l'Elicoidale sono arrivati acqua e merendine per i manifestanti.
Camusso: "Giusto chiedere l'incontro al governo".Per la situazione dell'Ilva di Genova "non servono osservatori ma decisioni politiche". Lo ha affermato il segretario della Cgil Susanna Camusso, a Genova a un convegno sulla 'carta universale dei diritti dei lavoratori' che si svolge a poche centinaia di metri dal corteo di operai dell'Ilva che da stamani sta paralizzando il traffico a Genova. "Giustamente viene chiesto un incontro con il ministro Guidi o con il governo - spiega Camusso - perché c'è un nodo da sciogliere che si chiama Accordo di Programma sottoscritto dall'esecutivo. La presenza di un funzionario c'è già stata e non ha potuto dare risposte".
Sulla presa di distanze di Fim e Uilm dalla manifestazione e dalla occupazione della fabbrica, Camusso ha detto: "bisogna sempre lavorare per l'unità ma prima di tutto vengono la situazione occupazionale e le prospettive dello stabilimento".Infine un appello ai cittadini alla solidarietà.
Palombo alla Camusso: "Una battaglia per tutti". "Noi stiamo combattendo contro una vendita al buio del governo della siderurgia italiana, partiamo da Genova, non ci convince il governo, a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro. in una situazione molto aggrovigliata rischiamo di perdere questo settore". Così ATmando palombo, componented ella Rsu Ilva, si rivolge a Susanna Camusso, a Genova per la firma della carta del lavoro, alla Sala Chiamata del Porto, a poche centinaia di metri dal blocco degli operai Ilva.
"Su Genova è ancora peggio - ha ripreso Palombo - facemmo una scommessa per chiudere un altoforno che produceva non inquinava e assumeva. Visioni poco lungimiranti vedono quell' accordo disatteso. Noi abbiamo preteso l'accordo e il voto delle delibere del consiglio regionale e comunale, un valore giuridicamente esigibile. Da allora la città ha perso 1100 posti di lavoro nel silenzio e ora il governo vuole stracciare l'accordo di programma, noi abbiamo chiesto al governo incontri. Ora stiamo combattendo per incontrarci con il ministro o i sottosegretari che in modo politico possano affrontare problema".
Palombo ha ancora raccontato di aver "occupato la fabbrica dopo una votazione per alzata di mano in assemblea, dormito in fabbrica forse anche la prossima notte: il governo si sta sfilando. Per Genova cosa vuol dire? - ha gridato tra gli applausi della sala - Anche investimenti come la banda stagnata, perchè Genova è l'unica citta a produrre latta, perdiamo anche questo. Il grido di oggi e il silenzio ci lasciano pensare che i dubbi che avevamo all' inizio stanno diventando certezze e allora noi continuiamo, schiaffo cosi forte non si puo accettare andiamo avanti ad oltranza".
Frattura tra i sindacati. C'è una frattura netta con Fim Cisl e Uilm, che dall'incontro romano vedono invece spiragli per il futuro dell'azienda e che, come nel caso della Fim, hanno denunciato intimidazioni verso i lavoratori che non hanno aderito allo sciopero.
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