[Redditolavoro] stranieri sfruttati e perseguitatiStranieri, in Liguria nessuna "invasione" Sono otto su cento,

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Fri Oct 30 13:19:41 CET 2015


da governo, polizia, leggi, fasciorazzisti
primi a perdere lavoro




Sono proprio gli immigrati i primi a perdere il lavoro Partono i sudamericani, arrivano bengalesi e romeni

Nessuna invasione. I cittadini stranieri residenti in Liguria non sono aumentati: sono sempre 138 mila, al primo gennaio 2015. Otto su cento persone. Sono i flussi, invece, che cambiano: a bilanciare i nuovi arrivi dall'Est, soprattutto dal Bangladesh e dalla Cina, c'è la contravuelta sudamericana. La comunità ecuadoriana, a Genova la più numerosa d'Italia, attratta dagli incentivi messi in atto in patria tende a tornare a casa: e infatti, la diminuzione della loro presenza è del 2,4 per cento. Piuttosto, è la vita dei migranti a essere peggiorata: perché il lavoro non c'è, e i primi a farne le spese sono loro. A Genova, il saldo occupazionale è negativo: tra assunzioni e licenziamenti, prevale il segno meno: -2.022 posti. Le rimesse, ovvero il denaro che gli immigrati risparmiano per spedire a casa, calano. E, spesso, ad approfittarsene sono gli italiani: che, nella regione più vecchia d'Italia, hanno bisogno di badanti. Ma le pagano in nero. Eccola, la fotografia dell'immigrazione in Liguria: a infrangere pregiudizi e a fare chiarezza ci sono i numeri del "Dossier statistico immigrazione 2015", realizzato da Idos con Confronti, per conto dell'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, presentato ieri a Palazzo Tursi.

Chi sono i nuovi liguri? Sono 138.697 i cittadini stranieri che risiedono in Liguria: praticamente come l'anno scorso, quando la cifra era di 138.355. Un aumento minimo, dello 0,2 per cento. La maggior parte dei migranti si concentra a Genova, spiegano Andrea Torre e Debora Erminio del Centro Studi Medì, che hanno stilato i dati relativi alla regione Liguria: più della metà, il 52,8 per cento, vive nella provincia di Genova. Segue Imperia, con 23.104 cittadini stranieri. Qui, l'incidenza dei migranti è più elevata: sono il 10,7 per cento della popolazione, e questo è dovuto alla presenza di francesi e tedeschi che hanno deciso di stabilirsi in questa provincia, e alla nutrita comunità turca. Ma chi sono i nuovi cittadini? I più numerosi sono albanesi: 23.511 persone, il 17 per cento degli immigrati residenti. L'aumento maggiore, però, si registra con i romeni: il 5 per cento in più dell'anno scorso, per un totale di 19 mila presenze.

Chi arriva e chi torna. Continua la contravuelta, il ritorno a casa della comunità storicamente più numerosa a Genova: quella ecuadoriana. Un po' per le condizioni economiche migliorate, un po' per la politica di incentivi messi in atto dal governo di Quito, sono 22.543 i cittadini ecuadoriani in Liguria, diminuiti in un anno del 2,4 per cento. Se i flussi dall'Africa – nonostante la percezione mediatica – restano stabili (con 13.425 marocchini, 2.481 tunisini e 2.223 senegalesi), i nuovi arrivi interessano l'Asia: l'incremento maggiore riguarda la popolazione dal Bangladesh, 2.494 persone, il 12,1 per cento in più dell'anno precedente. Seguito dalla Cina: una comunità di 4.609 cittadini, in crescita del 3,2 per cento. Altro pregiudizio da sfatare: nessuna "invasione" islamica. La maggior parte dei migranti in Liguria – come nel resto d'Italia – sono cristiani: il 56,6 per cento, contro il 32,8 per cento di musulmani.

Il lavoro: la crisi colpisce di più gli stranieri. Sono i primi a perdere il lavoro: i dati Inail presi in esame parlano chiaro. Continua a calare il numero degli occupati stranieri: il 4,4 per cento in meno dell'anno precedente, un totale di 78.839 lavoratori. E il saldo occupazionale, ovvero la differenza tra assunzioni e cessazioni, resta negativo: -3107 unità. Con un picco, come già detto, in provincia di Genova rispetto agli altri capoluoghi: -2022. Nel lavoro domestico, impiego principe scelto da molte donne migranti nella regione più anziana, i dati sono preoccupanti: l'esercito di 18.340 badanti (tra i quali 15.598 sono donne) tende a diminuire, almeno sulla carta. Sarebbero oltre 3100 lavoratori in meno. Ma questo dato, spiegano gli esperti, nasconde un crescente ricorso al lavoro nero


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