<HTML><HEAD></HEAD>
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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<DIV>da governo, polizia, leggi, fasciorazzisti</DIV>
<H1><A class=Articolo
style='href: "http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/10/30/news/stranieri_in_liguria_nessuna_invasione_restano_otto_su_cento-126191125/"'><FONT
face="Times New Roman">primi a perdere lavoro</FONT></A></H1>
<P><IMG alt="Stranieri, in Liguria nessuna "
src="http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-genova/2015/10/30/090715122-4bc21022-7807-4ebf-9c79-725ef50b8ebf.jpg"
width=300 invasione? Restano otto su cento? itemprop="image"></P>
<P> </P>
<P><FONT face="Times New Roman">Sono proprio gli immigrati i primi a perdere il
lavoro Partono i sudamericani, arrivano bengalesi e romeni</FONT></P>
<P><SPAN style='itemprop: "articleBody"'><FONT face="Times New Roman">Nessuna
invasione. I cittadini stranieri residenti in Liguria non sono aumentati: sono
sempre 138 mila, al primo gennaio 2015. Otto su cento persone. Sono i flussi,
invece, che cambiano: a bilanciare i nuovi arrivi dall'Est, soprattutto dal
Bangladesh e dalla Cina, c'è la contravuelta sudamericana. La comunità
ecuadoriana, a Genova la più numerosa d'Italia, attratta dagli incentivi messi
in atto in patria tende a tornare a casa: e infatti, la diminuzione della loro
presenza è del 2,4 per cento. Piuttosto, è la vita dei migranti a essere
peggiorata: perché il lavoro non c'è, e i primi a farne le spese sono loro. A
Genova, il saldo occupazionale è negativo: tra assunzioni e licenziamenti,
prevale il segno meno: -2.022 posti. Le rimesse, ovvero il denaro che gli
immigrati risparmiano per spedire a casa, calano. E, spesso, ad approfittarsene
sono gli italiani: che, nella regione più vecchia d'Italia, hanno bisogno di
badanti. Ma le pagano in nero. Eccola, la fotografia dell'immigrazione in
Liguria: a infrangere pregiudizi e a fare chiarezza ci sono i numeri del
"Dossier statistico immigrazione 2015", realizzato da Idos con Confronti, per
conto dell'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, presentato
ieri a Palazzo Tursi.<BR><BR>Chi sono i nuovi liguri? Sono 138.697 i cittadini
stranieri che risiedono in Liguria: praticamente come l'anno scorso, quando la
cifra era di 138.355. Un aumento minimo, dello 0,2 per cento. La maggior parte
dei migranti si concentra a Genova, spiegano Andrea Torre e Debora Erminio del
Centro Studi Medì, che hanno stilato i dati relativi alla regione Liguria: più
della metà, il 52,8 per cento, vive nella provincia di Genova. Segue Imperia,
con 23.104 cittadini stranieri. Qui, l'incidenza dei migranti è più elevata:
sono il 10,7 per cento della popolazione, e questo è dovuto alla presenza di
francesi e tedeschi che hanno deciso di stabilirsi in questa provincia, e alla
nutrita comunità turca. Ma chi sono i nuovi cittadini? I più numerosi sono
albanesi: 23.511 persone, il 17 per cento degli immigrati residenti. L'aumento
maggiore, però, si registra con i romeni: il 5 per cento in più dell'anno
scorso, per un totale di 19 mila presenze.<BR><BR>Chi arriva e chi torna.
Continua la contravuelta, il ritorno a casa della comunità storicamente più
numerosa a Genova: quella ecuadoriana. Un po' per le condizioni economiche
migliorate, un po' per la politica di incentivi messi in atto dal governo di
Quito, sono 22.543 i cittadini ecuadoriani in Liguria, diminuiti in un anno del
2,4 per cento. Se i flussi dall'Africa – nonostante la percezione mediatica –
restano stabili (con 13.425 marocchini, 2.481 tunisini e 2.223 senegalesi), i
nuovi arrivi interessano l'Asia: l'incremento maggiore riguarda la popolazione
dal Bangladesh, 2.494 persone, il 12,1 per cento in più dell'anno precedente.
Seguito dalla Cina: una comunità di 4.609 cittadini, in crescita del 3,2 per
cento. Altro pregiudizio da sfatare: nessuna "invasione" islamica. La maggior
parte dei migranti in Liguria – come nel resto d'Italia – sono cristiani: il
56,6 per cento, contro il 32,8 per cento di musulmani.<BR><BR>Il lavoro: la
crisi colpisce di più gli stranieri. Sono i primi a perdere il lavoro: i dati
Inail presi in esame parlano chiaro. Continua a calare il numero degli occupati
stranieri: il 4,4 per cento in meno dell'anno precedente, un totale di 78.839
lavoratori. E il saldo occupazionale, ovvero la differenza tra assunzioni e
cessazioni, resta negativo: -3107 unità. Con un picco, come già detto, in
provincia di Genova rispetto agli altri capoluoghi: -2022. Nel lavoro domestico,
impiego principe scelto da molte donne migranti nella regione più anziana, i
dati sono preoccupanti: l'esercito di 18.340 badanti (tra i quali 15.598 sono
donne) tende a diminuire, almeno sulla carta. Sarebbero oltre 3100 lavoratori in
meno. Ma questo dato, spiegano gli esperti, nasconde un crescente ricorso al
lavoro nero</FONT></SPAN></P></DIV></DIV>
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