[Redditolavoro] COALIZIONE SOCIALE: FRONTE UNICO O SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE?

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Wed Mar 18 15:01:56 CET 2015


   [image: simbPCL10x10azzurro]
*LA “COALIZIONE SOCIALE” DI MAURIZIO LANDINI: FRONTE UNICO DI LOTTA O
SPECCHIETTO RIFORMISTA PER ALLODOLE ?*
 15 Marzo 2015
 [image: Landini 1]

Maurizio Landini e la FIOM hanno promosso l'iniziativa della coalizione
sociale: “una iniziativa rivolta a unire tutti i lavoratori e i soggetti
colpiti contro l'alleanza fra Governo e Confindustria”. Messa così, chi
potrebbe essere in disaccordo? Da anni il PCL rivendica l'esigenza del più
vasto fronte unico di classe contro governo e padronato. L'avvento del
governo Renzi, il suo progetto reazionario bonapartista, il salto
dell'offensiva dominante contro lavoro e diritti, rendono ancor più
necessaria e urgente la costruzione del fronte di classe di tutte le
sinistre politiche, sindacali, associative, di movimento. Gli ammiccamenti
verso il renzismo da parte dei vertici FIOM nei primi sei mesi del governo
Renzi avevano rappresentato una enormità, che ha provocato danni,
paralizzato lotte, confuso coscienze. Il fatto che l'aggressione frontale
da parte di Renzi ai lavoratori e al sindacato abbia successivamente
costretto Landini a collocarsi all'opposizione del renzismo, è in sé
positivo. La “coalizione sociale” antigovernativa vuole formalizzare e
consolidare , dopo le lotte d'autunno,questa ricollocazione? Ben venga.

Ma non è tutto oro ciò che brilla.

In primo luogo una coalizione sociale ha senso se è un fronte unico
d'azione. E l'azione unitaria deve essere tanto radicale quanto radicale è
l'offensiva del governo. Così non è stato e non è. La scelta di CGIL e FIOM
al piede di partenza dell'autunno di opporsi all'attacco all'articolo 18 fu
naturalmente positiva. Ma il bilancio dell'opposizione è stato disastroso.
Nessuna svolta radicale delle forme di lotta. Rinuncia all'occupazione
delle fabbriche persino nelle condizioni più favorevoli ( AST Terni).
Assenza di una reale piattaforma di lotta unificante del movimento.
Convocazione di uno sciopero generale ( 12 Dicembre) non per dare
continuità alla lotta ma per chiuderla con un atto simbolico. Il risultato
è sotto gli occhi di tutti. Il governo ha proseguito la sua strada come un
rullo compressore senza incontrare resistenza, se non verbale. Il
licenziamento arbitrario per nuovi assunti è passato, persino nella forma
del licenziamento collettivo. Una sconfitta pesante. Sia in sé, sia per gli
effetti sul morale delle masse. Il fatto che i generali della campagna
d'autunno ( Camusso e Landini) non traggano alcun bilancio del proprio
operato conferma e aggrava le loro responsabilità. Basta l' invenzione
della “coalizione sociale” per rimuoverle? Ma soprattutto: coalizione
sociale per cosa? Non basta elencare diritti e ragioni, se non si indica e
promuove con chiarezza una svolta generale nell'azione di lotta. Convegni,
incontri, manifestazioni, seppur in sé positive, non spostano di una
virgola i rapporti di forza reali fra le classi sul piano generale e nei
luoghi di lavoro. Nè li sposta una proiezione di cartello del sindacato
verso l'associazionismo civico ( Libera, Emergency, Arci). Non c'è
surrogato possibile della necessaria azione di lotta-continuativa,
concentrata , radicale- di milioni di lavoratori, lavoratrici, precari,
disoccupati. La battaglia democratica contro i progetti istituzionali
reazionari del governo è importantissima. Ma solo la mobilitazione centrale
della classe può darle forza d'urto e prospettiva. Aprire un confronto
unitario sulle condizioni e premesse di una vera svolta di lotta è e resta
la prima necessità. Senza svolta reale di mobilitazione la “coalizione
sociale” diventa la copertura di una ritirata e di una sconfitta.

In secondo luogo, si pone un nodo politico.
Landini precisa che la “coalizione sociale” non è né un partito, né una
lista elettorale. Ma parallelamente abbondano i riferimenti a Syriza,
Podemos, o alle origini del partito laburista. Poichè a pensar male ci si
azzecca, mettiamola così: Maurizio Landini prende tempo per vedere se
entrerà la carta di una sua possibile successione ai vertici della CGIL,
riservandosi in caso contrario un proprio investimento politico.
L'ambiguità voluta di oggi copre un' incertezza di futuro. Comprensibile e
legittimo. Tuttavia, al netto di questa considerazione, ci permettiamo due
osservazioni.

La prima, minore, è che le fortune di Syriza e Podemos sono dovute non ad
alchimie politiche ma alla radicalizzazione sociale di massa che ha
percorso Grecia e Spagna negli anni di crisi: una radicalizzazione sociale
che ha cercato e trovato l'espressione elettorale in sinistre non
compromesse nelle politiche di austerità. In Italia abbiamo una situazione
capovolta: da un lato sinistre politiche suicidatesi con le politiche dei
sacrifici e dall'altro pesante arretramento dei livelli di mobilitazione di
massa. Renzismo e Grillismo ne sono l'effetto. Non c'è scorciatoia e
trovata “politica” che possa aggirare questa realtà. Pensare di forgiare in
laboratorio una sinistra politico/ elettorale di successo senza una svolta
di lotta di milioni di proletari e di giovani significa coltivare
l'ennesima illusione.

La seconda osservazione è sostanziale. Quale soggetto politico di
rappresentanza? Non saremo certo noi a negare l'assenza in Italia di una
rappresentanza politica maggioritaria del movimento operaio e degli
sfruttati, e dunque di una direzione politica delle loro lotte. Ma
l'assenza di questa rappresentanza non è forse il prodotto cumulativo del
fallimento pregresso di tutte le forme ed esperienze di “compromesso
riformatore” col centrosinistra e il capitalismo italiano? Riproporre in
forme diverse quel canovaccio fallito non può essere la risposta al
fallimento. Si indica il faro di Syriza, si promuovono brigate Kalimera in
terra greca, si presenta Tsipras come la nuova terra promessa e leva di
riscatto della sinistra italiana. Ma paradossalmente lo si fa nel momento
stesso in cui la realtà si vendica della finzione. Nel momento stesso in
cui la pretesa di Syriza di “un compromesso riformatore” con gli Stati (
imperialisti) strozzini si conclude nella resa obbligata ai creditori,
nella cancellazione di fatto delle solenne promesse elettorali, nel
tradimento delle aspettative di cambiamento. C'è in questa sequenza la
lezione profonda dei fatti, che hanno la testa dura: non c'è uno spazio
reale riformista nella crisi capitalistica europea e nella camicia di forza
dell'Unione. Una sinistra che voglia ricomporsi attorno a questa illusione
fallita non avrà davanti a sé alcun futuro storico. Persino se avesse un
immediato futuro politico.

La costruzione del partito di classe rivoluzionario è e resterà la bussola
del nostro lavoro. In ogni fronte unico di lotta, in ogni battaglia di
massa, in ogni occasione di incontro, confronto, manifestazione. 28 Marzo
incluso.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

-- 
 *IL PCL PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 28 MARZO CONTRO IL
GOVERNO RENZI*
    [image: 28 marzo]



Il PCL parteciperà, con le proprie posizioni e proposte, alla
manifestazione nazionale promossa dalla Assemblea nazionale dei delegati
FIOM per il 28 Marzo a Roma, contro il governo Renzi e contro il blocco
governativo/ confindustriale.

Si tratta della prima manifestazione nazionale rilevante contro il governo
dopo il varo del Job act , sullo sfondo del pieno svolgimento
dell'iniziativa reazionaria del renzismo in fatto di riforma elettorale e
istituzionale. Da qui il suo profilo obiettivo di chiara opposizione
politica. Da qui la nostra naturale partecipazione, come ad ogni
espressione di fronte unico antigovernativo: tanto più contro un progetto
bonapartista senza precedenti guidato dal PD.

Non ci sfuggono tuttavia limiti e ambiguità dell'iniziativa. Il gruppo
dirigente della FIOM la concepisce come sostitutiva dell'iniziativa di
lotta e copertura della sconfitta subita sul Job act, di cui tutto il
gruppo dirigente della CGIL è pienamente responsabile. Inoltre la considera
come avvio di un possibile percorso di costruzione di una rappresentanza
politica riformista, nell'eterna illusione di un “compromesso riformatore”
col capitale.

Per questo il PCL, dentro la manifestazione del fronte unico
antigovernativo, porterà la propria linea e proposta indipendente : per la
continuità e lo sviluppo della mobilitazione di classe, per una piattaforma
di lotta unificante dell'intera classe lavoratrice, per un governo dei
lavoratori quale unica alternativa, per la costruzione del partito di
classe rivoluzionario.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI (Segreteria nazionale)
www.pclavoratori.it  -  info a pclavoratori.it
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML � stato rimosso...
URL: <http://lists.ecn.org/pipermail/redditolavoro/attachments/20150318/724c9f95/attachment-0001.html>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato non testuale � stato rimosso....
Nome:        image003.jpg
Tipo:        image/jpeg
Dimensione:  5430 bytes
Descrizione: non disponibile
URL:         <http://lists.ecn.org/pipermail/redditolavoro/attachments/20150318/724c9f95/attachment-0001.jpg>


More information about the Redditolavoro mailing list