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<h1 style="TEXT-ALIGN:center"><img style="MARGIN-RIGHT: 0px" alt="simbPCL10x10azzurro" src="cid:image003.jpg@01CF340E.B0FC6070"><br><span style="COLOR:rgb(255,0,0)"><u><i><span style="FONT-WEIGHT:normal"><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif">LA “COALIZIONE SOCIALE” DI MAURIZIO LANDINI: FRONTE UNICO DI LOTTA O SPECCHIETTO RIFORMISTA PER ALLODOLE ?</span></span></i></u></span></h1></div>
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<h5><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif">15 Marzo 2015</span></h5><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"></span>
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<div style="WIDTH:620px"><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><img alt="Landini 1" src="http://www.pclavoratori.it/cms_utilities/media.php?id=2944" width="620" height="463"></span> </div></div>
<p><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif">Maurizio Landini e la FIOM hanno promosso l'iniziativa della coalizione sociale: “una iniziativa rivolta a unire tutti i lavoratori e i soggetti colpiti contro l'alleanza fra Governo e Confindustria”. Messa così, chi potrebbe essere in disaccordo? Da anni il PCL rivendica l'esigenza del più vasto fronte unico di classe contro governo e padronato. L'avvento del governo Renzi, il suo progetto reazionario bonapartista, il salto dell'offensiva dominante contro lavoro e diritti, rendono ancor più necessaria e urgente la costruzione del fronte di classe di tutte le sinistre politiche, sindacali, associative, di movimento. Gli ammiccamenti verso il renzismo da parte dei vertici FIOM nei primi sei mesi del governo Renzi avevano rappresentato una enormità, che ha provocato danni, paralizzato lotte, confuso coscienze. Il fatto che l'aggressione frontale da parte di Renzi ai lavoratori e al sindacato abbia successivamente costretto Landini a collocarsi all'opposizione del renzismo, è in sé positivo. La “coalizione sociale” antigovernativa vuole formalizzare e consolidare , dopo le lotte d'autunno,questa ricollocazione? Ben venga. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>Ma non è tutto oro ciò che brilla. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>In primo luogo una coalizione sociale ha senso se è un fronte unico d'azione. E l'azione unitaria deve essere tanto radicale quanto radicale è l'offensiva del governo. Così non è stato e non è. La scelta di CGIL e FIOM al piede di partenza dell'autunno di opporsi all'attacco all'articolo 18 fu naturalmente positiva. Ma il bilancio dell'opposizione è stato disastroso. Nessuna svolta radicale delle forme di lotta. Rinuncia all'occupazione delle fabbriche persino nelle condizioni più favorevoli ( AST Terni). Assenza di una reale piattaforma di lotta unificante del movimento. Convocazione di uno sciopero generale ( 12 Dicembre) non per dare continuità alla lotta ma per chiuderla con un atto simbolico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il governo ha proseguito la sua strada come un rullo compressore senza incontrare resistenza, se non verbale. Il licenziamento arbitrario per nuovi assunti è passato, persino nella forma del licenziamento collettivo. Una sconfitta pesante. Sia in sé, sia per gli effetti sul morale delle masse. Il fatto che i generali della campagna d'autunno ( Camusso e Landini) non traggano alcun bilancio del proprio operato conferma e aggrava le loro responsabilità. Basta l' invenzione della “coalizione sociale” per rimuoverle? Ma soprattutto: coalizione sociale per cosa? Non basta elencare diritti e ragioni, se non si indica e promuove con chiarezza una svolta generale nell'azione di lotta. Convegni, incontri, manifestazioni, seppur in sé positive, non spostano di una virgola i rapporti di forza reali fra le classi sul piano generale e nei luoghi di lavoro. Nè li sposta una proiezione di cartello del sindacato verso l'associazionismo civico ( Libera, Emergency, Arci). Non c'è surrogato possibile della necessaria azione di lotta-continuativa, concentrata , radicale- di milioni di lavoratori, lavoratrici, precari, disoccupati. La battaglia democratica contro i progetti istituzionali reazionari del governo è importantissima. Ma solo la mobilitazione centrale della classe può darle forza d'urto e prospettiva. Aprire un confronto unitario sulle condizioni e premesse di una vera svolta di lotta è e resta la prima necessità. Senza svolta reale di mobilitazione la “coalizione sociale” diventa la copertura di una ritirata e di una sconfitta. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>In secondo luogo, si pone un nodo politico. <br>Landini precisa che la “coalizione sociale” non è né un partito, né una lista elettorale. Ma parallelamente abbondano i riferimenti a Syriza, Podemos, o alle origini del partito laburista. Poichè a pensar male ci si azzecca, mettiamola così: Maurizio Landini prende tempo per vedere se entrerà la carta di una sua possibile successione ai vertici della CGIL, riservandosi in caso contrario un proprio investimento politico. L'ambiguità voluta di oggi copre un' incertezza di futuro. Comprensibile e legittimo. Tuttavia, al netto di questa considerazione, ci permettiamo due osservazioni. <br><br>La prima, minore, è che le fortune di Syriza e Podemos sono dovute non ad alchimie politiche ma alla radicalizzazione sociale di massa che ha percorso Grecia e Spagna negli anni di crisi: una radicalizzazione sociale che ha cercato e trovato l'espressione elettorale in sinistre non compromesse nelle politiche di austerità. In Italia abbiamo una situazione capovolta: da un lato sinistre politiche suicidatesi con le politiche dei sacrifici e dall'altro pesante arretramento dei livelli di mobilitazione di massa. Renzismo e Grillismo ne sono l'effetto. Non c'è scorciatoia e trovata “politica” che possa aggirare questa realtà. Pensare di forgiare in laboratorio una sinistra politico/ elettorale di successo senza una svolta di lotta di milioni di proletari e di giovani significa coltivare l'ennesima illusione. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>La seconda osservazione è sostanziale. Quale soggetto politico di rappresentanza? Non saremo certo noi a negare l'assenza in Italia di una rappresentanza politica maggioritaria del movimento operaio e degli sfruttati, e dunque di una direzione politica delle loro lotte. Ma l'assenza di questa rappresentanza non è forse il prodotto cumulativo del fallimento pregresso di tutte le forme ed esperienze di “compromesso riformatore” col centrosinistra e il capitalismo italiano? Riproporre in forme diverse quel canovaccio fallito non può essere la risposta al fallimento. Si indica il faro di Syriza, si promuovono brigate Kalimera in terra greca, si presenta Tsipras come la nuova terra promessa e leva di riscatto della sinistra italiana. Ma paradossalmente lo si fa nel momento stesso in cui la realtà si vendica della finzione. Nel momento stesso in cui la pretesa di Syriza di “un compromesso riformatore” con gli Stati ( imperialisti) strozzini si conclude nella resa obbligata ai creditori, nella cancellazione di fatto delle solenne promesse elettorali, nel tradimento delle aspettative di cambiamento. C'è in questa sequenza la lezione profonda dei fatti, che hanno la testa dura: non c'è uno spazio reale riformista nella crisi capitalistica europea e nella camicia di forza dell'Unione. Una sinistra che voglia ricomporsi attorno a questa illusione fallita non avrà davanti a sé alcun futuro storico. Persino se avesse un immediato futuro politico. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>La costruzione del partito di classe rivoluzionario è e resterà la bussola del nostro lavoro. In ogni fronte unico di lotta, in ogni battaglia di massa, in ogni occasione di incontro, confronto, manifestazione. 28 Marzo incluso.</span></p></div><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"></span>
<h5><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><font style="BACKGROUND-COLOR:#ffffff" color="#ff0000">PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI</font></span></h5><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br clear="all"><br>-- <br></span>
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<h1 style="TEXT-ALIGN:center"><span style="COLOR:rgb(255,0,0)"><u><i><span style="FONT-WEIGHT:normal"><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif">IL PCL PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 28 MARZO CONTRO IL GOVERNO RENZI</span></span></i></u></span></h1>
<div style="TEXT-ALIGN:center"><span style="COLOR:rgb(255,0,0)"><u><i><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"></span></i></u></span></div></div>
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<div style="TEXT-ALIGN:center"><span style="COLOR:rgb(255,0,0)"><u><i><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"></span></i></u></span></div><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"></span>
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<div style="WIDTH:620px"><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><img alt="28 marzo" src="http://www.pclavoratori.it/cms_utilities/media.php?id=2943" width="620" height="465"></span> </div></div>
<p><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>Il PCL parteciperà, con le proprie posizioni e proposte, alla manifestazione nazionale promossa dalla Assemblea nazionale dei delegati FIOM per il 28 Marzo a Roma, contro il governo Renzi e contro il blocco governativo/ confindustriale. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>Si tratta della prima manifestazione nazionale rilevante contro il governo dopo il varo del Job act , sullo sfondo del pieno svolgimento dell'iniziativa reazionaria del renzismo in fatto di riforma elettorale e istituzionale. Da qui il suo profilo obiettivo di chiara opposizione politica. Da qui la nostra naturale partecipazione, come ad ogni espressione di fronte unico antigovernativo: tanto più contro un progetto bonapartista senza precedenti guidato dal PD. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>Non ci sfuggono tuttavia limiti e ambiguità dell'iniziativa. Il gruppo dirigente della FIOM la concepisce come sostitutiva dell'iniziativa di lotta e copertura della sconfitta subita sul Job act, di cui tutto il gruppo dirigente della CGIL è pienamente responsabile. Inoltre la considera come avvio di un possibile percorso di costruzione di una rappresentanza politica riformista, nell'eterna illusione di un “compromesso riformatore” col capitale. <br></span><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"><br>Per questo il PCL, dentro la manifestazione del fronte unico antigovernativo, porterà la propria linea e proposta indipendente : per la continuità e lo sviluppo della mobilitazione di classe, per una piattaforma di lotta unificante dell'intera classe lavoratrice, per un governo dei lavoratori quale unica alternativa, per la costruzione del partito di classe rivoluzionario.</span></p></div><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif"></span>
<h5><font color="#ff0000"><span style="FONT-FAMILY:arial black,sans-serif">PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI (Segreteria nazionale)</span><br></font></h5></div></div></div></div><a href="http://www.pclavoratori.it/">www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a> <br>