[Redditolavoro] Ancora una volta, se toccano uno, toccano tutti.
Partito Comunista dei Lavoratori
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Mon Dec 28 00:53:02 CET 2015
Ancora una volta, se toccano uno, toccano tutti. Ancora una volta, a fianco
dei lavoratori del SiCobas aggrediti, uniti per difendere le lotte
Già lo scorso maggio, alcuni lavoratori SiCobas furono aggrediti alla SDA
di Roma da una squadraccia antioperaia, durante un picchetto antisciopero,
che fu giustificato se non rivendicato nelle ore successive da
FIT-UILT-FILT (CISL-UIL-CGIL) di Roma, evidenziando anche una diretta
partecipazione all'azione di loro iscritti.
Oggi la vicenda si ripete, seppur in un contesto diverso e con diverse
modalità. Nella notte fra martedì 22 e mercoledì 23 dicembre, presso il
magazzino GLS di Montale (Piacenza), quattro lavoratori del SiCobas sono
stati aggrediti da altri lavoratori, con armi improprie (spranghe,
sedie...): sono stati tutti ricoverati al pronto soccorso ed uno di loro
risulta essere in gravi condizioni (in coma). Il SiCobas denuncia la
presenza, fra gli aggressori, di iscritti alla CGIL ed ai sindacati
confederali.
Siamo di nuovo in presenza di fatti di una gravità enorme. Da diversi anni
il SiCobas dirige un lungo ciclo di lotte nella logistica, insieme ad altre
strutture ed avanguardie politiche e sociali, in tutto il centro-nord
(Roma, Bologna, Piacenza, Milano, Torino, Padova, ecc). Un ciclo di lotte
in cui si è organizzato in particolare un settore di classe operaia
immigrata, molto combattivo nonostante le sue difficili condizioni di vita,
e che ha ottenuto diversi successi, in vertenze esemplari (ad esempio Ikea)
e nei rinnovi contrattuali. Contro queste esperienze di lotte, contro
questo settore di lavoratori e lavoratrici, si è ovviamente concentrata la
repressione dei padroni e dello Stato: licenziamenti, denunce, cariche
della polizia, fermi, fogli di via ed espulsioni. Una repressione favorita
dai rapporti di forza complessivi tra le classi, indeboliti dallo
sfondamento padronale del governo Renzi e dall’ambiguità e vaghezza della
risposta da parte delle grandi organizzazioni sindacali, che hanno dissolto
nel nulla le resistenze dello scorso autunno (mobilitazioni contro il Jobs
Act) e della scorsa primavera (movimento della scuola). Una repressione
favorita dal tentativo autoritario di stampo bonapartista che il governo
sta conducendo (riforma del Senato, Italicum, legge sulla rappresentanza
che concretizzerebbe l’accordo del 10 gennaio, normativa antisciopero).
Contro questa repressione, contro queste svolte autoritarie sul piano
politico e sociale, servirebbe costruire subito un fronte unico di
resistenza e di lotta, per difendere diritti e condizioni del lavoro.
La scelta della CGIL è invece opposta. Non solo rimanda e dilaziona ogni
lotta e ogni sciopero (scuola, impiegati pubblici, legge di stabilità e
pensioni), ma sottoscrive in diverse categorie rinnovi contrattuali in cui
lascia mano libera al padronato sull’organizzazione del lavoro e si prepara
a siglare un nuovo accordo quadro sulla contrattazione, in cui si
trasferisce al livello aziendale la centralità della determinazione degli
aumenti salariali, oltre che della definizione dei tempi e dei ritmi di
lavoro (facendo evaporare progressivamente il contratto nazionale).
In questo contesto complessivo, nel settore della logistica le
organizzazioni confederali di categoria hanno sempre contrastato il SiCobas
ed il ciclo di lotta avviato dai lavoratori immigrati. Da molto infatti
FIT, UILT e anche FILT conducono un’ambigua e gravissima linea di
complicità e concertazione con l’infame mondo della cooperazione
(cosiddetta sociale), come con le grandi imprese che dominano questo
settore.
Ma è ancor più grave che oggi queste organizzazioni sindacali appoggino
queste azioni di aperta e violenta aggressione. Come abbiamo detto lo
scorso maggio, non c’è solo il problema degli iscritti che hanno
partecipato, rispetto ai quali deve esser immediatamente richiesta
l’espulsione. Un sindacato che si schiera dalla parte delle aggressioni a
lavoratrici e lavoratori che lottano è un’organizzazione sindacale che si
rende complice della svolta autoritaria del paese, che contribuisce al
degrado dei diritti del lavoro, che tradisce gli interessi di classe.
*Per questo chiediamo a tutte le organizzazioni della sinistra, agli
iscritti ed ai dirigenti della CGIL, di assumersi la propria
responsabilità: denunciare l’accaduto, non offrire nessun tipo di copertura
politica, espellere gli eventuali iscritti coinvolti nell’azione. Come
abbiamo detto a maggio, e ribadiamo oggi con maggior forza, non è una
questione di solidarietà. Anche se ovviamente esprimiamo tutta la nostra
vicinanza politica ed umana ai lavoratori feriti ed a quelli picchiati,
alle loro lotte, al loro sindacato SiCobas. È un problema di difesa dei
diritti di tutti e di tutte. È un problema di salvaguardia collettiva degli
interessi di classe. A fianco delle lotte della logistica, al fianco del
SiCobas, in questo gravissimo e vergognoso episodio. *
*SE TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!*
Partito Comunista dei Lavoratori
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