[Redditolavoro] Comunisti e liberisti: gemelli inconsapevoli

Laboratorio Eudemonia eulab at sapo.pt
Fri Dec 25 12:41:01 CET 2015




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Comunisti e liberisti: gemelli inconsapevoli
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Disciplinandoci ad essere al di sopra delle parti, volando con ampie ali trans-oceaniche al di là degli interessi parziali, laddove nulla può nascondere ciò che di solito rimane occultato, le cose si vedono nella loro interezza e si capiscono a fondo. In particolare si riesce a vedere come gli stagni in cui politicamente sguazzano associazioni, movimenti e partiti (nonché cricche, lobby e mafie) siano in realtà ... uno solo. Qualcosa di grosso accomuna i vari gruppi politici del mondo intero.

Si possono definire di destra o di sinistra, i loro membri si inorgogliscano a dichiararsi "comunisti" o "liberisti", ogni associazione, partito o movimento, come a volte preferiscono oggi chiamarsi perché a loro stessi disgusta meno considerarsi diversamente (sempre di "membri", nella più fisiologica accezione del termine, però trattandosi), quando viene loro mostrato che (se si dicon comunisti) il fondamentale bene comune dei pubblici impieghi va condiviso a tempo determinato o che (se si dicon liberisti) l'unico modo per eliminare la burocrazia è licenziare i carrieristi, gli assunti a vita nel pubblico, entrambe queste sponde rispondono: non se ne parla!

Già, proprio così: "comunisti" e "liberisti" (e tutto quel mare algoso che c'è in mezzo e si spinge oltre) non sono poi così diversi. Chiunque aneli ad occupare un ruolo politico mostra, nonostante siano trascorsi settant'anni dall'avvento della democrazia, una pesante dipendenza, una marcata sottomissione (che nemmeno loro riescono a spiegarsi) ai burocrati, ai carrieristi pubblici, agli assunti a vita nel pubblico impiego, la cui figura istituzionale durante le tirannidi nacque e si sviluppò.

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Le più opposte sponde della politica, tanto i "comunisti" quanto i "liberisti", se davvero volessero realizzare gli ideali di cui si fanno portavoce, dovrebbero avere, come primo, più importante intento, quello d'impegnarsi a rendere democratico (grazie ad impieghi concessi rigorosamente a tempo determinato) tanto il potere esecutivo quanto il potere giudiziario (entrambi tutt'ora assegnati a vita secondo il caratteristico modello tirannico) affidandoli finalmente non più a dei sovrani bensì a persone preparate, sì, esperite, certo, ma disposte e perfino liete di tornare ad essere comuni mortali per testare direttamente la bontà ed il valore del proprio operato.

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Ora è, sì, vero che, senza più carrieristi pubblici, senza più i burocrati mussoliniani, hitleriani e staliniani, cambierebbe l'intero sistema politico nel quale associazioni, partiti e movimenti (o come altro vorranno più in avanti chiamarsi) ci costringono tutti, ingrassandosi, avendo come maggiore preoccupazione quella di imporsi sui colleghi. Verità innegabile è però che chiunque, non solo in Italia od in Europa bensì sulla Terra intera, viene ormai preso in tenera età e fin d'allora inculcato a fondo, quotidianamente, per molti anni, dai carrieristi pubblici, i quali, così, non solo imprimono una "cultura" (da loro stessi incoronata "ufficiale") che pone al centro dell'Universo il "loro" posto fisso ma riescono pure a non far nemmeno intravedere la grandiosa, meravigliosa realtà che, così, non ha mai potuto nascere.

Incontrandoci con questi eterni duellanti, con dei "comunisti" o con dei "liberisti", vedremo dei tizi e delle tizie orgogliose d'essere quello che sono, che dicono che mai rinuncerebbero ad esserlo. In realtà non avremo davanti altro che delle assenze, dei vuoti, riempiti dai carrieristi con la loro brodaglia culturale, con poche tracce del loro autentico e genuino essere primigenio. Tanto i "comunisti" quanto i "liberisti" (e chiunque altro si offra sul piano politico) sono stati presi ed indottrinati, convinti a credersi superiori gli uni agli altri, da carrieristi pubblici i quali (postisi a destra od a sinistra che si fossero) sempre il "loro" posto fisso avevano come bussola e guida, il loro apporto limitandosi a far ruotare, intorno a questo caposaldo, ogni teoria, comunista, liberista o d'altro tipo, che veniva loro in mente.

I problemi che vive il nostro Pianeta, in fondo, sono tutti riconducibili alla mancanza di esseri pensanti con la propria testa. L'unico modo per far evolvere la Terra sarebbe quello di fornire gli strumenti tramite i quali ognuno, di per sè e nei propri interessi, potesse raggiungere quel grado di consapevolezza, inizialmente quanto meno di se stesso e poi sociale, che solo necessita per far girare la ruota del mondo senza intoppi e scosse. Ma proprio questo è ciò che per primo viene impedito dai carrieristi pubblici, i quali sono ancora capaci di presentare i propri interessi, le peggiori pulsioni che possono avere, come interessi della scuola e degli studenti.

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Comunisti e liberisti, gemelli inconsapevoli, sarebbe ora, non foss'altro per gli scaduti termini della Storia, prendessero coscienza di ciò che realmente sono: pupazzi nelle mani dei burocrati, dei carrieristi, degli assunti a vita (e precari aspiranti tali) nei pubblici impieghi. In fondo meglio risvegliarsi tardi piuttosto che mai.

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Danilo D'Antonio
339 5014947

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