[Redditolavoro] Manifestazione articolo 18
cobas slai s.c. palermo
cobas_slai_palermo at libero.it
Wed Mar 28 05:50:17 CEST 2012
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Comunicato stampa Palermo
27 marzo 2012
Lo slai cobas per il sindacato di classe organizza per
mercoledì 28 marzo alle ore 16
una manifestazione con corteo
da piazza verdi alla prefettura
contro le manovre del governo che intendono abolire di fatto
l'articolo 18, il pilastro della legge 300/70 (Statuto dei Lavoratori)
conquistano negli anni 60/70 con durissime lotte degli operai, dei lavoratori,
dei giovani di allora.
Il governo Monti intende riprendersi con gli interessi, in
nome di un più alto profitto dei padroni, ciò che la classe operaia in questo
ha conquistato.
L'ARTICOLO
18 NON SI TOCCA
LO
DIFENDEREMO CON LA LOTTA!
GLI EFFETTI
CONCRETI SULLA CONDIZIONE DEI LAVORATORI
L'attacco del governo Monti/Fornero all'art.18, si è
denunciato più volte in queste settimane, significa togliere ogni freno e dare
un chiaro segnale di via libera alla libertà di licenziamento da parte delle
aziende; ma è nell'analizzare gli effetti concreti che si vede tutta la sua
portata di attacco ai lavoratori. Le condizioni per cui può scattare il
licenziamento per “motivi economici” sono tante e tanto generiche da far stare
tutti gli operai e i lavoratori permanentemente sotto una “spada di Damocle”.
Infatti, il licenziamento potrebbe scattare, a parte per
crisi aziendale, per:
-
soppressione della
mansione cui era addetto il lavoratore – questo
può non c'entrare nulla con i problemi economici bensì rientrare nella
“normale” legge dei padroni di tagliare il costo del lavoro per es. accorpando
mansioni;
-
cancellazione del
reparto o dell'ufficio in cui lavora il dipendente da licenziare – anche in questo caso sarebbe gioco facile per i
padroni far passare una ristrutturazione o riorganizzazione produttiva, per
“motivi economici”;
-
introduzione di
macchinari che fanno risparmiare sul lavoro umano – quindi altro che “motivi economici”! Ma solo la
classica e sempre attuale legge del capitale di aumentare la produttività e i
suoi profitti riducendo l'occupazione, facendo, con l'introduzione di
macchinari, lavorare un operaio al posto di due/tre attraverso aumento dei
carichi, dei tempi di lavoro;
-
affidamento di servizi
alle imprese esterne – se non fosse tragico
qui ci sarebbe da ridere: sempre più le grandi aziende esternalizzano servizi
ma non certo perché in crisi, ma unicamente per abbattere costi, per avere gli
stessi lavori senza dover garantire salari, diritti;
-
chiusura dell'attività produttiva – salvo poi andare a ritrovare all'estero la stessa
ditta.
E non basta. E' evidente che la formula, volutamente
generica, di “motivi economici”, è fatta apposta per mascherare licenziamenti
sindacali, licenziamenti politici, dove “economico” sta solo nel senso di
difesa dei profitti aziendali liberandosi della presenza di “teste calde” che
“pretendono” di difendere gli interessi operai.
Nessuna illusione! Anche nel PUBBLICO IMPIEGO dove
comunque c'è già la Legge 150/09 (Brunetta) che prevede licenziamenti
disciplinari, il governo Monti sta pensando al licenziamento per “motivi
economici”!
Per questo oggi la difesa dell'art. 18 assume una
funzione importante e concreta, oltre che politica, di discriminante tra il
fronte che difende i profitti dei capitalisti e il fronte di classe che difende
gli interessi dei lavoratori.
*****Slai cobas per il sindacato di classeVia g. del duca 4 - Palermo091/203686 - 338.7708110
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