[Redditolavoro] Lotta Ilva a Taranto: corrispondenza n.3 pomeriggio sera del 27
SlaiCobas Taranto
cobasta at libero.it
Sat Jul 28 01:13:02 CEST 2012
Corrispondenza n.3 pomeriggio-sera del 27 luglio
Nel primo pomeriggio l’invito del sindaco a occupare anche il municipio
è raccolto da una decina di operai che salgono nel salone degli specchi
e vi si tratterranno fino a sera inoltrata.
Dopo il sindaco, tocca al parlamentare PD Vico venire a far passerella
tra gli operai ma trova molta meno tolleranza, a stento gli permettono
di parlare e viene allontanato sbrigativamente.
Nel frattempo, nella mattina erano maturati due fatti che peseranno
gravemente sulla conclusione della giornata di lotta.
Il primo è stata la conferenza stampa dei vertici della Procura di
Taranto. Qui il procuratore capo, il procuratore generale e l’avvocato
generale di corte d’appello hanno in qualche modo minimizzato il
contenuto del provvedimento di sequestro, quasi come mero atto dovuto,
e, soprattutto, hanno sottolineato un paio di passi dell’atto contro
l’Ilva, in cui, da una parte, si specifica che l’integrità degli
impianti è uno degli scopi del provvedimento, dall’altra, si garantisce
che in presenza di un “ravvedimento operoso” da parte del destinatario
del sequestro, si possono trovare forme condivise di attenuazione degli
effetti e della portata del sequestro. In parole semplici: dateci un
buon motivo per lasciar cadere di fatto il sequestro e noi non ci
lasceremo sfuggire l’occasione.
Il secondo fatto è stato l’incontro tra segreterie sindacali e il nuovo
direttore dello stabilimento, Ferrante, che, a detta dei confederali,
avrebbe invertito di 180° l’atteggiamento tenuto finora dal l’azienda in
materia ambientale, garantendo l’impegno a restare a Taranto e a
rispettare tutte le indicazioni della magistratura.
Tanto è bastato a rasserenare i sindacati confederali, che hanno subito
inviato rappresentanti per invitare i lavoratori a “una nuova fase di
lotta”, vale a dire: fine dei blocchi entro la serata, fine dello
sciopero per 7 di sabato mattina, e rientro in fabbrica fino a un nuovo
sciopero di 24 ore giovedì prossimo il 2, la vigilia della pronuncia del
tribunale del riesame, prevista per venerdì 3. Fino ad allora potrebbero
esserci al massimo degli scioperi articolati di 2 ore a partire da
lunedì. Uno scadenzario modellato sulla difesa legale dell’azienda…
A portare la buona notizia al presidio più visibile, il simbolo della
lotta, quello del ponte girevole, si è scomodato di persona il
segretario nazionale Uilm, Palombella. È arrivato intorno alle 5 del
pomeriggio, quando il caldo e le tante ore di blocco avevano già quasi
dimezzato le presenze. All’ombra di uno dei due ponteggi montati la
mattina, tra le ripetute interruzioni, proteste e incontri ravvicinati
mascella contro mascella, con ostinazione ha argomentato a lungo la fine
dei blocchi e il ritorno in fabbrica fino al giorno del riesame.
Tante le voci di dissenso: “non ti sono bastati i fischi che hai preso
stamattina? Con che diritto sei andato a parlare per noi e ora ci dici
di smettere? Smettila tu, tornatene a Roma!”; “Finora abbiamo creato
disagi alla città solo per essere sicuri che da venerdì possa
ricominciare a crearli Riva!”; “Fino a ieri ci avete fatto credere che
c’erano i messi del tribunale pronti con i sigilli, oggi ci vieni a dire
che eravamo su ‘scherzi a parte’”. Alla fine Palombella si è stancato di
raccogliere dissensi, radunato il seguito che lo ha accompagnato e
spalleggiato, si è allontanato. Pochi minuti dopo sono stati
frettolosamente smontati i ponteggi.
Intorno alle 18, è arrivata la notizia che nel centro studi Ilva di Via
Duomo, poche decine di metri dal ponte girevole, è in corso la
conferenza stampa di Ferrante. Alcuni tra gli operai più esperti e
combattivi rimasti al presidio e un gruppo di giovani solidali da poco
arrivati hanno deciso di fare un’improvvisata e la loro irruzione ha
rotto il copione di sempre delle “conferenze stampa” Ilva a Taranto,
compiaciuti monologhi di fronte a giornalisti che annuiscono mentre
riempiono o taccuini o reggono microfoni. Hanno fatto domande non
scontate, a ribattuto alle risposte. Hanno scombinato i piani al e in
serata le tv locali hanno preferito mandare in onda interviste di
fortuna girate faccia a faccia mentre la sala rimbombava ancora dei
commenti degli invasori piuttosto che le immagini girate dal vivo della
conferenza.
Quegli stessi operai, da tempo interlocutori dello Slaicobas, nel
pomeriggio, prima della svolta che ha messo fine ai presidi avevano
scritto un appello, che poi hanno preferito lasciar cadere e riportiamo
per documentazione.
slai cobas per il sindacato di classe Taranto
27 luglio 2012
cobasta at libero.it
347-5301704
347-1102638
Allegato:
l’appello di alcuni tra gli operai più combattivi, che hanno poi
rinunciato a pubblicare
Con la presente i lavoratori dell’Ilva di Taranto chiariscono che con i
presidi posti in essere sulle arterie della città non intendono
difendere Riva o l’azienda dalle proprie responsabilità.
Vogliamo tutelare i diritti dei cittadini e dei lavoratori, per questo
confidiamo nella vicinanza e comprensione di tutti i cittadini.
Non vogliamo pagare sempre per le responsabilità dei soliti …
1. le reali colpe di una classe politica superficiale e
accondiscendente, a conoscenza delle problematiche che da 50 anni
affliggono Taranto e i suoi lavoratori, che ha atteso passivamente che
si arrivasse alle 13.30 del 26 luglio 2012.
2. le reali colpe di uno Stato che gestisce lo stabilimento per 36 anni,
regalando poi lo stesso e sollevandosi da ogni responsabilità in
riferimento ai veleni fino ad allora prodotti.
3. le reali colpe del signor Riva, che ha gestito la propria azienda con
la logica del profitto ad ogni costo e della persecuzione in fabbrica.
4. le reali colpe del sindacato, sempre più vicino al padrone, che si è
allontanato dai lavoratori, non curandosi dei diritti degli stessi e
perdendo la loro fiducia.
Chiediamo scusa alla città di Taranto per i disagi causati, il sindacato
in questi giorni ha organizzato i blocchi delle arterie principali. Allo
stesso tempo, abbiamo saputo che in fabbrica si continua a produrre
regolarmente con la compiacenza dei confederali, al contrario Taranto
paga ancora una volta per colpe altrui.
Si chiede alla magistratura di svolgere il proprio ruolo senza timori e
senza regali.
Si chiede allo stato italiano di farsi carico della vertenza di Taranto,
evitando finanziamenti a un’azienda che produce utili, utilizzando
quelle risorse per garantire stipendi e occupazione.
Si chiede ai sindacati di iniziare a rappresentare i lavoratori e i loro
diritti.
Si chiede a tutti i lavoratori di liberare da subito la città dai
blocchi organizzati dai sindacati e di trasferire il nostro presidio
all’interno della fabbrica.
Appuntamento a tutti i lavoratori… per cominciare a protestare contro i
reali artefici della situazione. Si invitano tutti i lavoratori non
strumentalizzati a partecipare.
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