[Redditolavoro] GRECIA E ITALIA (2)
Partito Comunista dei Lavoratori
pclavoratoribologna at gmail.com
Mon Feb 20 14:59:26 CET 2012
Dichiarazione del Comitato Centrale
del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori (EEK-Grecia)
(20 Febbraio 2012)
Il popolo ha fatto ascoltare la sua voce nelle strade in modo molto chiaro.
Non siamo d’accordo con niente di quanto è stato proposto! No ai
compromessi e all’appoggio alle proposte! Servi della UE, del FMI e del
capitale, prendete i vostri memorandum e andatevene! Tutto il potere ai
lavoratori!
Il 12 di febbraio 199 membri del parlamento, un pugno di politici del Pasok
e la destra, insieme con due membri fascisti del parlamento, hanno votato
ancora una volta “sì” a tutto il corpo di decreti-capestro e agli aumenti
imposti dagli usurai internazionali, il FMI e la UE, e dal grande capitale
locale, rappresentato dal governo di Papademos.
Al tempo stesso, opponendosi a questi 199 servi, un milione di persone
hanno inondato la piazza Syntagma e le strade adiacenti nel centro di
Atene, così come altre piazze e strade in tutta la Grecia, marciando contro
il memorandum che esprime un cannibalismo sociale. Con i lavoratori e i
giovani all’avanguardia, il popolo si è riunito mobilitando tutti i settori
sociali popolari, tutte le età, uniti per una lotta comune.
Il governo di Papademos, spaventato dal potenziale di una mobilitazione di
massa di questa portata, lanciò un assalto pianificato alle masse,
utilizzando la volenza poliziesca e l’arsenale chimico fin dall’inizio
della riunione di massa a Syntagma alle 17,15. Né i colpi sferrati dalla
brutale polizia antisommossa e dallo squadrone di motociclisti, , né le
centinaia di feriti né gli arresti di dozzine di persone fermarono le masse
ribelli, che si raggrupparono e tornarono al campo di battaglia più e più
volte. Un popolo che è stato trasformato in una nazione di nullatenenti non
ha nulla da temere. Il terrorismo di stato non lo può più terrorizzare.
La disperazione sociale è diventata incontrollabile. Il fuoco che arde
dentro la società è molto più intenso di tutti i fuochi che incendiano le
banche e i negozi. Come sempre, la retroguardia sociale “corretta e
prudente” e i leader del KKE (pc greco) e di Syriza ripetono per abitudine
dure parole contro i “provocatori” e “teppisti”. Questo non significa che
la polizia (per ordine di Papoutsis e Papademos) non invii informatori
parapolizieschi a creare un’atmosfera intimidatoria nello sforzo di
spaventare la masse, naturalmente questa è una cosa che le masse devono
tenere in conto per difendersi. Quelli che, letteralmente, hanno convertito
in cenere la vita di milioni di persone sono i veri provocatori, la UE, il
FMI e gli sgherri nel parlamento e nel governo che si sono presi gioco
della gente e hanno distrutto salari, pensioni, lavoro, ospedali, scuole,
alla gioventù e agli anziani. Il 12 febbraio resuscitò la sollevazione e le
rivolte del dicembre 2008 e terrorizzò i capitalisti locali e stranieri,
sollevando davanti ai loro occhi il fantasma della rivoluzione sociale. Lo
stesso sistema politico borghese, gravemente ferito e in bancarotta, ha
sofferto questa volta un colpo ancora più forte grazie alla pressione di
una mobilitazione di massa senza precedenti, che ha affrontato i tre leader
dei partiti – Papandreu, Samaras e Karatzaferis, costringendoli a
dimissioni ed espulsioni, anche di alcuni dei loro sostenitori più stretti.
Sono più deboli ora di quanto lo siano mai stati.
Però non dobbiamo fermarci a quello che è stato, adesso è cruciale ciò che
faremo il giorno dopo. Non dobbiamo permettere che i burocrati e coloro che
trattano i lavoratori con condiscendenza continuino a rallentare o
boicottare le mobilitazioni future. Le elezioni non porteranno la
soluzione, la soluzione risiede nella organizzazione immediata e nella
conduzione vittoriosa di uno sciopero generale politico a oltranza che
durerà fino alla caduta del governo di Papademos e dei suoi potenziali
successori, per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai lavoratori di
prendere nelle proprie mani il potere e il controllo delle proprie vite .
I lavoratori e i disoccupati non staranno seduti ad aspettare di essere
massacrati dal nuovo memorandum. Già gli hanno succhiato il sangue per
troppo tempo! I capitalisti devono pagare la bancarotta del loro sistema!
No alle riduzioni di salario, pensioni, e posti di lavoro, il recupero del
potere di acquisto deve avvenire solo attraverso aumenti cospicui.
Immediata cancellazione unilaterale del debito! Nazionalizzazione delle
banche e di tutti i servizi pubblici e controllo diretto dei lavoratori di
tutte le industrie e imprese che chiudono o licenziano i lavoratori, senza
indennizzo per i capitalisti!
Insieme dobbiamo espellere la troika, la UE e il FMI dal nostro paese e
chiedere l’appoggio di tutti i popoli che già sono stati messi in ginocchio
da queste stesse politiche: i lavoratori portoghesi, 300000 dei quali
marciarono l’11 febbraio; i lavoratori spagnoli che hanno proclamato uno
sciopero generale per il 17 febbraio e che stanno scendendo in strada; i
lavoratori italiani, i lavoratori di tutta Europa. Per evitare le
conseguenze del Memorandum finanziario che impone Bruxelles e dei decreti
che propongono Berlino e Schauble, dobbiamo lottare per la scomparsa e la
dissoluzione della UE imperialista, dobbiamo lottare per gli stati uniti
socialisti d’Europa!
*Partito Rivoluzionario dei Lavoratori (EEK-Grecia)
*
RIVOLTA O DISFATTA
Volantino distribuito all' assemblea nazionale dei delegati FIOM
(18 Febbraio 2012)
Siamo in un momento drammatico per il movimento operaio italiano. O si
produce una reazione tanto radicale quanto radicale è l'attacco in corso, o
si annuncia una disfatta storica.
La Fiom è sbattuta fuori dalle principali fabbriche come non accadeva dagli
anni 30. Il contratto nazionale è in via di smantellamento ovunque. Le
pensioni sono ridotte a carne da macello da offrire ai banchieri. A
milioni di giovani, già precarizzati per 20 anni da tutti i governi, si
nega un futuro e si regalano insulti. Mentre il governo Monti- governo di
Confindustria e banche- porta in dote alla U.E. “i sacrifici
impressionanti” dei lavoratori “con sole tre ore di sciopero”. E la
promessa di consegnare a breve termine anche lo scalpo dell' articolo 18.
La verità è che il governo e le classi dominanti possono permettersi tutto
questo perchè non incontrano opposizione. Non solo dispongono del sostegno
congiunto di PD, PDL, UDC, tutti sul libro paga di grandi imprese e banche.
Ma si avvalgono del cuscinetto protettivo della concertazione sindacale.
CGIL inclusa. Visto che Susanna Camusso, dopo la resa di fatto sulle
pensioni, continua a negoziare al tavolo di Monti sulla maggiore
“flessibilità in uscita”, in compagnia di Bonanni e Angeletti, e con la
benedizione di Napolitano e del PD. Lungo un piano inclinato dall'esito
annunciato: un nuovo accordo a perdere per il lavoro o, in ogni caso, la
rinuncia a contrastarlo.
Così non si può andare avanti. Occorre reagire.
Lo sciopero generale convocato dalla FIOM per il 9 Marzo è una scelta molto
positiva e importante. Ma non basta. Non bastano più scioperi isolati, che
manifestano dissenso ma non dispiegano la forza. Occorre gettare sul campo
l'enorme forza sociale di 16 milioni di lavoratori, in una vero braccio di
ferro col padronato e col governo. O l'insieme del sindacalismo di classe
lavora a questa svolta, o tutto continuerà a rotolare all'indietro col
rischio di una disfatta storica.
La CGIL va chiamata pubblicamente ad una scelta chiara, fuori da ogni
diplomatismo: disdica l'accordo disastroso del 28 Giugno, rompa col governo
Monti, si liberi dell'abbraccio soffocante del PD e di Napolitano. E
promuova finalmente una mobilitazione prolungata di milioni di lavoratori,
precari, disoccupati, attorno ad una piattaforma rivendicativa unificante
che risponda unicamente alle loro esigenze: a partire dal blocco dei
licenziamenti, dalla ripartizione generale del lavoro a parità di paga,
dalla cancellazione di tutte le forme di precariato, da un grande piano di
opere sociali finanziato dalla tassazione progressiva delle grandi
ricchezze. E accompagni questa mobilitazione straordinaria con la
occupazione di tutte le aziende che licenziano e il loro coordinamento
nazionale.
Se la CGIL avviasse questa svolta potrebbe unificare attorno a sé un
malcontento sociale enorme, rimotivare tante energie depresse, incidere
realmente sui rapporti di forza, aprire dal basso una pagina nuova. Se la
CGIL farà altre scelte, dovranno essere la FIOM e l'insieme del
sindacalismo di classe ad assumersi le proprie responsabilità sul terreno
della mobilitazione, come punto di riferimento di tutto il mondo del
lavoro: investendo in una lotta vera il prestigio accumulato in questi anni
di resistenza. Proprio l'esperienza della FIAT e di centinaia di altre
fabbriche dimostra che la pura resistenza in ordine sparso, fabbrica per
fabbrica, non regge: o c'è un salto in avanti sul terreno dell'unificazione
radicale delle forze o si va tutti a sbattere, uno alla volta.
Ma questa svolta necessaria ha implicazioni più generali di prospettiva.
Il capitalismo è fallito, il riformismo anche. L'illusione che la crisi
capitalista possa essere risolta a vantaggio dei lavoratori
dall'immancabile “governo amico” ( Prodi, Zapatero, Obama..) si è rivelata
una truffa. Le sinistre cosiddette “radicali” che hanno avallato o
alimentato questa truffa ( in cambio talvolta di sottosegretariati e
ministeri) sono complici della truffa. La loro pretesa di rinverdire oggi
l'ennesima prospettiva di accordo di centrosinistra col PD, nel momento
stesso in cui il PD vota contro il lavoro tutte le porcherie del governo
Monti, dimostra solamente la irrecuperabilità di quei ceti politici.
E' necessaria, anche qui, una svolta di fondo. Non c'è soluzione della
crisi senza il rovesciamento del capitalismo. Senza ripudiare il debito
pubblico verso le banche. Senza nazionalizzare le banche, unificandole in
una unica banca pubblica. Senza espropriare, sotto il controllo dei
lavoratori, le grandi aziende, a partire da quelle che licenziano o
colpiscono i diritti sindacali ( FIAT in testa).
Ma questo programma può essere realizzato solo per via rivoluzionaria. Solo
per via di una grande sollevazione operaia e popolare che imponga un
governo dei lavoratori: un governo unicamente basato sulla loro forza.
L'unica vera alternativa.
La Grecia ci dice che la pentola bolle in Europa. Ma alla rabbia sociale
occorre dare una direzione politica, un programma coerente, un partito. Un
partito rivoluzionario: l'unico partito di cui gli sfruttati hanno bisogno.
Il Partito Comunista dei Lavoratori- l'unico che non ha mai tradito gli
operai- è impegnato, controcorrente, in questa impresa.
*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
*
*http://www.pclavoratori.it - info a pclavoratori.it*
*SEZ. PROV. DI BOLOGNA*
*http://sites.google.com/site/pclbologna - pcl.bologna a virgilio.it
*
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