<div style="color:rgb(204,0,0)" class="colbox">
<h1 class="titolo_pagina_newsletter">Dichiarazione del Comitato Centrale
<br>del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori (EEK-Grecia) </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(20 Febbraio 2012) </p>
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<p class="testo_newsletter">
<br>
<br>Il popolo ha fatto ascoltare la sua voce nelle strade in modo molto
chiaro. Non siamo d’accordo con niente di quanto è stato proposto! No ai
compromessi e all’appoggio alle proposte! Servi della UE, del FMI e del
capitale, prendete i vostri memorandum e andatevene! Tutto il potere ai
lavoratori!
<br>
<br>
<br>
<br>Il 12 di febbraio 199 membri del parlamento, un pugno di politici
del Pasok e la destra, insieme con due membri fascisti del parlamento,
hanno votato ancora una volta “sì” a tutto il corpo di decreti-capestro e
agli aumenti imposti dagli usurai internazionali, il FMI e la UE, e dal
grande capitale locale, rappresentato dal governo di Papademos.
<br>
<br>Al tempo stesso, opponendosi a questi 199 servi, un milione di
persone hanno inondato la piazza Syntagma e le strade adiacenti nel
centro di Atene, così come altre piazze e strade in tutta la Grecia,
marciando contro il memorandum che esprime un cannibalismo sociale. Con i
lavoratori e i giovani all’avanguardia, il popolo si è riunito
mobilitando tutti i settori sociali popolari, tutte le età, uniti per
una lotta comune.
<br>
<br>Il governo di Papademos, spaventato dal potenziale di una
mobilitazione di massa di questa portata, lanciò un assalto pianificato
alle masse, utilizzando la volenza poliziesca e l’arsenale chimico fin
dall’inizio della riunione di massa a Syntagma alle 17,15. Né i colpi
sferrati dalla brutale polizia antisommossa e dallo squadrone di
motociclisti, , né le centinaia di feriti né gli arresti di dozzine di
persone fermarono le masse ribelli, che si raggrupparono e tornarono al
campo di battaglia più e più volte. Un popolo che è stato trasformato in
una nazione di nullatenenti non ha nulla da temere. Il terrorismo di
stato non lo può più terrorizzare.
<br>
<br>La disperazione sociale è diventata incontrollabile. Il fuoco che
arde dentro la società è molto più intenso di tutti i fuochi che
incendiano le banche e i negozi. Come sempre, la retroguardia sociale
“corretta e prudente” e i leader del KKE (pc greco) e di Syriza ripetono
per abitudine dure parole contro i “provocatori” e “teppisti”. Questo
non significa che la polizia (per ordine di Papoutsis e Papademos) non
invii informatori parapolizieschi a creare un’atmosfera intimidatoria
nello sforzo di spaventare la masse, naturalmente questa è una cosa che
le masse devono tenere in conto per difendersi. Quelli che,
letteralmente, hanno convertito in cenere la vita di milioni di persone
sono i veri provocatori, la UE, il FMI e gli sgherri nel parlamento e
nel governo che si sono presi gioco della gente e hanno distrutto
salari, pensioni, lavoro, ospedali, scuole, alla gioventù e agli
anziani. Il 12 febbraio resuscitò la sollevazione e le rivolte del
dicembre 2008 e terrorizzò i capitalisti locali e stranieri, sollevando
davanti ai loro occhi il fantasma della rivoluzione sociale. Lo stesso
sistema politico borghese, gravemente ferito e in bancarotta, ha
sofferto questa volta un colpo ancora più forte grazie alla pressione di
una mobilitazione di massa senza precedenti, che ha affrontato i tre
leader dei partiti – Papandreu, Samaras e Karatzaferis, costringendoli a
dimissioni ed espulsioni, anche di alcuni dei loro sostenitori più
stretti. Sono più deboli ora di quanto lo siano mai stati.
<br>
<br>Però non dobbiamo fermarci a quello che è stato, adesso è cruciale
ciò che faremo il giorno dopo. Non dobbiamo permettere che i burocrati e
coloro che trattano i lavoratori con condiscendenza continuino a
rallentare o boicottare le mobilitazioni future. Le elezioni non
porteranno la soluzione, la soluzione risiede nella organizzazione
immediata e nella conduzione vittoriosa di uno sciopero generale
politico a oltranza che durerà fino alla caduta del governo di Papademos
e dei suoi potenziali successori, per rimuovere gli ostacoli che
impediscono ai lavoratori di prendere nelle proprie mani il potere e il
controllo delle proprie vite .
<br>
<br>I lavoratori e i disoccupati non staranno seduti ad aspettare di
essere massacrati dal nuovo memorandum. Già gli hanno succhiato il
sangue per troppo tempo! I capitalisti devono pagare la bancarotta del
loro sistema! No alle riduzioni di salario, pensioni, e posti di lavoro,
il recupero del potere di acquisto deve avvenire solo attraverso
aumenti cospicui. Immediata cancellazione unilaterale del debito!
Nazionalizzazione delle banche e di tutti i servizi pubblici e controllo
diretto dei lavoratori di tutte le industrie e imprese che chiudono o
licenziano i lavoratori, senza indennizzo per i capitalisti!
<br>
<br>Insieme dobbiamo espellere la troika, la UE e il FMI dal nostro
paese e chiedere l’appoggio di tutti i popoli che già sono stati messi
in ginocchio da queste stesse politiche: i lavoratori portoghesi, 300000
dei quali marciarono l’11 febbraio; i lavoratori spagnoli che hanno
proclamato uno sciopero generale per il 17 febbraio e che stanno
scendendo in strada; i lavoratori italiani, i lavoratori di tutta
Europa. Per evitare le conseguenze del Memorandum finanziario che impone
Bruxelles e dei decreti che propongono Berlino e Schauble, dobbiamo
lottare per la scomparsa e la dissoluzione della UE imperialista,
dobbiamo lottare per gli stati uniti socialisti d’Europa! </p>
</div>
<div style="color:rgb(255,0,0)" class="colbox">
<p class="firma_newsletter"><font size="4"><b>Partito Rivoluzionario dei Lavoratori (EEK-Grecia) <br></b></font></p><p class="firma_newsletter"><br></p><div style="color:rgb(204,0,0)" class="colbox">
<h1 class="titolo_pagina_newsletter">RIVOLTA O DISFATTA </h1>
</div>
<div style="color:rgb(0,0,0)" class="colbox">
<h1 class="sottotitolo_pagina_newsletter">Volantino distribuito all' assemblea nazionale dei delegati FIOM </h1>
</div>
<div style="color:rgb(0,0,0)" class="colbox">
<p class="data_notizia_newsletter">(18 Febbraio 2012) </p>
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<div style="color:rgb(0,0,0)" class="colbox">
<p class="testo_newsletter">Siamo in un momento drammatico per il
movimento operaio italiano. O si produce una reazione tanto radicale
quanto radicale è l'attacco in corso, o si annuncia una disfatta
storica.
<br>
<br>
<br>
<br>La Fiom è sbattuta fuori dalle principali fabbriche come non
accadeva dagli anni 30. Il contratto nazionale è in via di
smantellamento ovunque. Le pensioni sono ridotte a carne da macello da
offrire ai banchieri. A milioni di giovani, già precarizzati per 20
anni da tutti i governi, si nega un futuro e si regalano insulti. Mentre
il governo Monti- governo di Confindustria e banche- porta in dote alla
U.E. “i sacrifici impressionanti” dei lavoratori “con sole tre ore di
sciopero”. E la promessa di consegnare a breve termine anche lo scalpo
dell' articolo 18.
<br>
<br>
<br>
<br>La verità è che il governo e le classi dominanti possono permettersi
tutto questo perchè non incontrano opposizione. Non solo dispongono del
sostegno congiunto di PD, PDL, UDC, tutti sul libro paga di grandi
imprese e banche. Ma si avvalgono del cuscinetto protettivo della
concertazione sindacale. CGIL inclusa. Visto che Susanna Camusso, dopo
la resa di fatto sulle pensioni, continua a negoziare al tavolo di Monti
sulla maggiore “flessibilità in uscita”, in compagnia di Bonanni e
Angeletti, e con la benedizione di Napolitano e del PD. Lungo un piano
inclinato dall'esito annunciato: un nuovo accordo a perdere per il
lavoro o, in ogni caso, la rinuncia a contrastarlo.
<br>
<br>
<br>
<br>Così non si può andare avanti. Occorre reagire.
<br>
<br>Lo sciopero generale convocato dalla FIOM per il 9 Marzo è una
scelta molto positiva e importante. Ma non basta. Non bastano più
scioperi isolati, che manifestano dissenso ma non dispiegano la forza.
Occorre gettare sul campo l'enorme forza sociale di 16 milioni di
lavoratori, in una vero braccio di ferro col padronato e col governo. O
l'insieme del sindacalismo di classe lavora a questa svolta, o tutto
continuerà a rotolare all'indietro col rischio di una disfatta storica.
<br>
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<br>La CGIL va chiamata pubblicamente ad una scelta chiara, fuori da
ogni diplomatismo: disdica l'accordo disastroso del 28 Giugno, rompa col
governo Monti, si liberi dell'abbraccio soffocante del PD e di
Napolitano. E promuova finalmente una mobilitazione prolungata di
milioni di lavoratori, precari, disoccupati, attorno ad una piattaforma
rivendicativa unificante che risponda unicamente alle loro esigenze: a
partire dal blocco dei licenziamenti, dalla ripartizione generale del
lavoro a parità di paga, dalla cancellazione di tutte le forme di
precariato, da un grande piano di opere sociali finanziato dalla
tassazione progressiva delle grandi ricchezze. E accompagni questa
mobilitazione straordinaria con la occupazione di tutte le aziende che
licenziano e il loro coordinamento nazionale.
<br>
<br>
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<br>Se la CGIL avviasse questa svolta potrebbe unificare attorno a sé un
malcontento sociale enorme, rimotivare tante energie depresse, incidere
realmente sui rapporti di forza, aprire dal basso una pagina nuova. Se
la CGIL farà altre scelte, dovranno essere la FIOM e l'insieme del
sindacalismo di classe ad assumersi le proprie responsabilità sul
terreno della mobilitazione, come punto di riferimento di tutto il mondo
del lavoro: investendo in una lotta vera il prestigio accumulato in
questi anni di resistenza. Proprio l'esperienza della FIAT e di
centinaia di altre fabbriche dimostra che la pura resistenza in ordine
sparso, fabbrica per fabbrica, non regge: o c'è un salto in avanti sul
terreno dell'unificazione radicale delle forze o si va tutti a sbattere,
uno alla volta.
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<br>
<br>Ma questa svolta necessaria ha implicazioni più generali di prospettiva.
<br>
<br>Il capitalismo è fallito, il riformismo anche. L'illusione che la
crisi capitalista possa essere risolta a vantaggio dei lavoratori
dall'immancabile “governo amico” ( Prodi, Zapatero, Obama..) si è
rivelata una truffa. Le sinistre cosiddette “radicali” che hanno
avallato o alimentato questa truffa ( in cambio talvolta di
sottosegretariati e ministeri) sono complici della truffa. La loro
pretesa di rinverdire oggi l'ennesima prospettiva di accordo di
centrosinistra col PD, nel momento stesso in cui il PD vota contro il
lavoro tutte le porcherie del governo Monti, dimostra solamente la
irrecuperabilità di quei ceti politici.
<br>
<br>
<br>
<br>E' necessaria, anche qui, una svolta di fondo. Non c'è soluzione
della crisi senza il rovesciamento del capitalismo. Senza ripudiare il
debito pubblico verso le banche. Senza nazionalizzare le banche,
unificandole in una unica banca pubblica. Senza espropriare, sotto il
controllo dei lavoratori, le grandi aziende, a partire da quelle che
licenziano o colpiscono i diritti sindacali ( FIAT in testa).
<br>
<br>Ma questo programma può essere realizzato solo per via
rivoluzionaria. Solo per via di una grande sollevazione operaia e
popolare che imponga un governo dei lavoratori: un governo unicamente
basato sulla loro forza. L'unica vera alternativa.
<br>
<br>
<br>
<br>La Grecia ci dice che la pentola bolle in Europa. Ma alla rabbia
sociale occorre dare una direzione politica, un programma coerente, un
partito. Un partito rivoluzionario: l'unico partito di cui gli sfruttati
hanno bisogno. Il Partito Comunista dei Lavoratori- l'unico che non ha
mai tradito gli operai- è impegnato, controcorrente, in questa impresa. </p>
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