[Redditolavoro] Fw: Processo Eternit: si riparte dopo la pausa estiva
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Tue Sep 27 08:01:40 CEST 2011
Processo Eternit: si riparte dopo la pausa estiva
Torino | 22/09/2011 - Riprendono lunedì e martedì prossimo - 26 e 27
settembre - le udienze a Torino del processo nei riguardi del massimo
vertice della multinazionale Eternit, il barone belga Louis de Cartier de
Marchienne ed il magnate svizzero Stephan Schimidheiny, imputati di disastro
ambientale doloso permanente e di omissione dolosa di cautele
antifortunistiche.
Prima della pausa estiva la pubblica accusa - i magistrati Raffaele
Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace - aveva esposto le ragioni su
si fonda la richiesta di pena avanzata per gli imputati:20 anni di
reclusione per ognuno.
Già concluse anche le requisitorie dei legali che rappresentano al processo
le persone e gli enti danneggiati dall'Eternit: circa 3000 vittime tra morti
e ammalati, di lavoratori e cittadini di Casale, Cavagnolo, Rubiera e
Napoli.
Dal 26 settembre tocca ai difensori degli imputati difese - degli imputati e
delle società chiamate quali responsabili civili.
La sentenza è attesa entro fine anno.
Tutto ciò naturalmente qualora non intervenisse la nuova norma sul
cosiddetto processo lungo che introducendo la possibilità di audire un
numero praticamente illimitato di testimoni comporterebbe con tutta
probabilità una dilatazione non valutabile del tempi processuali.
La difesa degli imputati avrebbe infatti tutto l'interesse a sfruttare la
possibilità di trascinare il processo il più a lungo possibile nella
speranza di arrivare alla prescrizione dei reati.
Al processo - evidenziano Romana Blasotti Pavesi (Associazione familiari
vittime amianto) e i sindacalisti Nicola Pondrano, Luciano Bortolotto, Luigi
Ferrando e il coordinatore Vertenza Amianto Bruno Pesce - «è emersa la
chiarissima conferma non solo della drammatica ed enorme dimensione del
disastro e della strage (ancora in corso) ma anche della agghiacciante
pianificazione sistematica del comportamento doloso degli imputati: sapevano
già dall'inizio dei loro ruoli di responsabilità di provocare morti e
malattie fra i lavoratori e cittadini, a causa della nocività e
cancerogenicità dell'amianto ma, per salvaguardare il profitto, hanno
continuato».
Essi ribadiscono poi la «fiducia in una sentenza giusta ed esemplare, non
solo per noi ma anche per tutti coloro che ancora in tre quarti del pianeta
devono lottare per ottenere la messa al bando di questa polvere assassina».
fonte ilmonferrato
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