[Redditolavoro] BRINDISI"Pericolo esplosione al Petrolchimico"

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Thu Nov 3 14:52:33 CET 2011


BRINDISI"Pericolo esplosione al Petrolchimico"
Stop di 6 mesi, a rischo 2.800 dipendentiLa paralisi decisa dal comitato 
tecnico dei vigili del fuoco, ma le carenze riguarderebbero solo la 
documentazione contenuta nei rapporti sulla sicurezza. L'allarme dei 
sindacati: "Mettere in crisi l'impianto significa mettere completamente in 
ginocchio l'economia del territorio"di SONIA GIOIA

 L'impianto di Brindisi
 Paralisi al Petrolchimico di Brindisi. Il Comitato tecnico regionale dei 
vigili del fuoco, paventando un pericolo di esplosione, ha predisposto la 
sospensione preventiva di sei impianti della Polimeri Europa. Lo stop della 
durata di sei mesi è arrivato per i serbatoi Virgin nafta F204/205, per il 
gasometro F105, per il serbatoio sodio nitrito le linee dell'olio Fok del 
molo. Il provvedimento ha scatenato la dura reazione dei sindacati, Cgil, 
Cisl e Uil, che temono per il futuro prossimo dei lavoratori, circa 2.800. 
Secondo quanto riferito dall'azienda ai sindacati stessi il provvedimento 
sarebbe scattato non un per un reale pericolo di esplosione, ma per la 
incompletezza della documentazione già presentata negli anni precedenti e 
già presente nei vari rapporti di sicurezza di sito. I sindacati di 
categoria, che si fidano delle comunicazioni ufficiali da parte di Polimeri, 
parlano di "attacco senza mezzi termini contro l'intero sistema 
industriale".

"Un attacco che nulla ha più di tecnico, ma evidentemente  -  dichiarano i 
sindacati  -  è una chiara volontà politica. Mettere in crisi il 
Petrolchimico di Brindisi significa mettere in ginocchio completamente 
l'economia del territorio, dove trovano occupazione e sostentamento oltre 
duemila famiglie, se a questo si aggiunge l'intero settore industriale 
significa affossare definitivamente l'intera provincia".

I sindacati ammettono di non potere però esprimere una valutazione completa: 
"Non potendo

noi stabilire nè le cause nè tantomeno le motivazioni che hanno prodotto 
tale provvedimento estremo, ci chiediamo: come mai le istituzioni locali, 
tra l'altro componenti del Comitato tecnico regionale, hanno potuto 
permettere che davanti ad un problema non tecnico, che comunque non preclude 
la salvaguardia ambientale e di sicurezza nell'immediato, venga messa a 
rischio la tenuta occupazionale del sistema Petrolchimico, con un evidente 
enorme problema sociale?".

La strada da seguire sarebbe potuta essere un'altra: "Si sarebbe potuto 
ovviare con una prescrizione temporale, in attesa  -  dicono i sindacati  - 
di produrre idonea documentazione e necessarie modifiche, così come la 
Procura fece in riferimento alle problematiche torce? O come è avvenuto in 
estrema ratio per Sanofi Aventis? Forti sono le nostre preoccupazioni e tali 
devono essere le azioni che insieme a tutte le maestranze, dirette ed 
indirette, bisogna mettere in campo, coinvolgendo anche tutta la 
cittadinanza".

Il riferimento è al provvedimento del 27 ottobre 2010, emesso dal tribunale 
di Brindisi su richiesta della procura. Poco più di un anno fa infatti, un 
decreto a orologeria emesso dal tribunale messapico dispose il sequestro 
preventivo di sei torce d'emergenze dei colossi Basell e Polimeri Europa, 
imponendo alle aziende di adottare "soluzioni tecnicamente e 
scientificamente praticabili" entro termini stabiliti, per bloccare le 
accensioni anomale delle torce stesse. Questo perché, secondo la procura, 
venivano usate come termovalorizzatori per bruciare i residui di lavorazione 
industriale, senza autorizzazione alcuna e soprattutto senza calcolare le 
conseguenze in termini di emissioni di sostanze pericolose in atmosfera, fra 
cui idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), rilevati dall'Arpa in più 
prelievi consecutivi.

Mentre i piani industriali di intervento disposti dopo il sequestro avviano 
a soluzione i problemi rilevati dalla magistratura inquirente brindisina, 
che dopo venti giorni dal sequestro consentirono l'uso degli impianti alle 
aziende, arriva oggi la sospensione del Comitato tecnico regionale dei 
vigili del fuoco, che rischia di paralizzare definitivamente il polo 
industriale del capoluogo messapico, almeno secondo i rischi prospettati dai 
sindacati.

"Nessuno può esimersi dalla responsabilità dei danni che tale procedimento 
può determinare e soprattutto dalla convinzione che il Petrolchimico 
continua a sorreggere l'intera economia del territorio. Pertanto  - 
concludono i quattro sindacati di categoria - nelle prossime ore 
individueremo un percorso unitario e intercategoriale atto a far valere le 
ragioni della presenza del Petrolchimico e del sistema industriale tutto".
(03 novembre 2011)



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