[Redditolavoro] Fw: incriminato Riva

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Wed May 25 13:03:09 CEST 2011



Taranto, morti per tumore



TARANTO - Lenti, inesorabili e letali: nello stabilimento siderurgico Ilva,
e prim'ancora nell'Italsider, i veleni prodotti dalla lavorazione dei
materiali avrebbero causato malattie professionali dall'esito infausto.
Quindici dipendenti sono deceduti fra il 2005 e il 2010. Un duplice comune
denominatore ne ha legato i destini: erano lavoratori del siderurgico e sono
tutti deceduti per tumore. Le indagini della polizia giudiziaria, le
relazioni dell'Ispettorato del Lavoro e le consulenze degli esperti hanno
indotto la Procura della repubblica ad una maxi-incriminazione.

Trenta persone, fra dirigenti della siderurgia pubblica e privata, sono
chiamati in causa per concorso nell'omicidio colposo di quei trenta
dipendenti. All'inseguimento delle cause che hanno legato i destini di quei
lavoratori, la magistratura tarantina ha individuato nei vertici della
siderurgia partecipata, essenzialmente, e di quella privata, passata dal
1995 sotto il controllo di Emilio Riva, i presunti responsabili di una lunga
serie di omissioni e violazioni che avrebbero determinato, favorito,
prodotto malattie professionali e successivamente decessi.

È sostanzialmente questa la clamorosa tesi sostenuta dal sostituto
procuratore della repubblica dottor Raffaele Graziano, che ha chiesto il
processo anche per nomi che furono di assoluto prestigio nell'industria
nazionale, in piena attività e con funzioni di responsabilità all'epoca
della partecipazione dello Stato nella siderurgia tarantina.
Le contestazioni a pioggia formulate dal dottor Graziano, così comne già
fato in passato dal dottor Pesiri (il procedimento è all'esame del
tribunale, ndr) chiama in causa la siderurgia sin dal lontano 1975, allorchè
l'attivazione degli impianti di lavorazione e le successive produzioni
avvennero senza adeguata cura delle condizioni di salute dei lavoratori,
esposti ai rischi ambientali di cui non sarebbero mai stati messi al
corrente. Nello scacchiere delle contestazioni della Procura, infatti,
compaiono violazioni ed omissioni che avrebbero determinato da un lato, ed
aggravato dall'altro, le condizioni di lavoro dei dipendenti, la cui
esposizione ai rischi per la salute avrebbe costituito una palese,
inaccettabile violazione delle norme sulla sicurezza. Inaccettabile, dal
punto di vista giuridico, proprio per le conseguenze che ne derivarono.

Duplice il piano su cui poggia l'assunto accusatorio: nessuno dei lavoratori
sarebbe stato effettivamente informato dei rischi a cui andava incontro nel
corso dell'attività, svolta all'interno di impianti resi insalubri dalle
polveri e dalle esalazioni venefiche; nessuno dei responsabili delle
società, prima a partecipazione statale come Italsider Spa, poi privata come
Ilva Spa, e nessuno dei direttori di stabilimento, si preoccupò di rendere
noti i rischi delle lavorazioni, nè di evitare che gli stessi esistessero e
fossero aggravati dall'inerzia.





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