[Redditolavoro] IL "SOLE 24 ORE" ATTACCA IL PCL PERCHE' INCITA ALLA RIVOLTA

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Mon Jan 17 13:38:28 CET 2011


 IL PCL A MIRAFIORI.
“SOLE 24 ORE” CI ATTACCA.

(16 Gennaio 2011)

Le giornate del referendum di Mirafiori hanno visto una presenza costante
del PCL e della sua sezione torinese. Il 10-11-12 Gennaio il partito ha
coperto tutte le porte e tutti i turni dello stabilimento Fiat col proprio
volantinaggio a favore del No. Il 13 ha partecipato con le proprie bandiere
alla grande manifestazione cittadina promossa dalla Fiom per le vie di
Torino. Il 14 e 15- le giornate del voto- hanno visto una presenza costante
del PCL ai cancelli centrali della porta 2 di Mirafiori, con lo striscione
della sezione “Vito Bisceglie”, in un rapporto di solidarietà e di dialogo
con centinaia di lavoratori e militanti della sinistra presenti. Venerdì la
delegazione Slai Cobas, guidata da Corrado Delle Donne, ha richiesto
l’intervento al proprio microfono di Marco Ferrando- portavoce del PCL- che
ha tenuto un breve comizio, molto ascoltato. Durante i due giorni ( e una
notte) moltissime sono state le occasioni di contatto e di discussione con
delegati operai di Mirafiori e di altre fabbriche, con “vecchi” compagni
operai giunti a portare la solidarietà, con giovani studenti. Alcuni
studenti del Politecnico di Torino- saputa la nostra presenza a Mirafiori-
si sono presentati al presidio per invitare formalmente il PCL e il suo
portavoce all’Assemblea lavoratori-studenti di Lunedì. Martedì la sezione
torinese del PCL tornerà ai cancelli per volantinare sul risultato del
referendum e sulle nostre proposte di lotta. Molti sono stati i lavoratori
che hanno riconosciuto ai nostri compagni di Torino il merito di una
presenza costante ai cancelli durante l’anno:” Voi venite sempre, non solo
quando si vota”. E’ un apprezzamento che ci fa piacere.

Innumerevoli sono le osservazioni sul campo tratte dal confronto con gli
operai. Una primeggia su tutte: l’orgoglio operaio per la battaglia
condotta, e un grande spirito di fraternità tra i lavoratori presenti. Chi
ha partecipato alle assemblee di fabbrica di giovedì mattina ha raccontato
di assemblee molto partecipate anche da lavoratori non sindacalizzati e da
iscritti di altri sindacati, e segnate da un alto tasso di combattività. Non
a caso coloro che avevano partecipato alle assemblee avanzavano previsioni
molto “ottimistiche” sull’esito del voto, escludendo ogni possibilità di
“sfondamento “plebiscitario” del Sì. Naturalmente in questo clima l’esito
dello scrutinio nei primi seggi del montaggio- accolto con grande
entusiasmo- ha alimentato l’aspettativa diffusa di un possibile “miracolo”.
Ciò che poi ha favorito- a scrutinio ultimato- un sentimento di parziale
delusione. Resta un impressione di fondo: la battaglia condotta ha cementato
un sentimento di comunità tra le centinaia di attivisti del No, e di forte
contrapposizione a tutti i nemici incontrati, a partire dai Chiamparino e
Fassino. Nonostante l’estrema difficoltà della lotta e della prospettiva- a
tutti presente- si tratta di un sentimento prezioso, cui dare una traduzione
politica: quella del fronte unico di classe contro il fronte unico dei
partiti padronali; e della generalizzazione e radicalizzazione della lotta.
E’ la proposta che porteremo in piazza il 28 Gennaio.

Il giorno 14, il quotidiano confindustriale “Sole 24 Ore” – che ha
ripetutamente informato della “presenza di Ferrando” a Mirafiori- ha
attaccato frontalmente il PCL in seconda pagina, imputandogli l’”incitamento
alla rivolta” ed esibendo come “prova” il nostro comunicato nazionale (
lungamente citato) a favore dell’”occupazione degli stabilimenti” e
dell’”esproprio della Fiat”. Naturalmente rispondiamo al quotidiano di
Confindustria ( sapendo di essere letti) che non solo non abbiamo nulla da
rettificare o “giustificare”, ma che confermiamo e rilanciamo tanto più oggi
quella prospettiva. L’ “esproprio dei 200 parassiti della famiglia Agnelli
allargata e del loro boia di lusso Marchionne” è più che mai l’unica
soluzione progressiva della crisi della Fiat. L’”incitamento alla rivolta”
contro gli sfruttatori è la ragione stessa dell’esistenza del PCL, e la
misura della sua diversità a sinistra. Se gli sfruttatori si “scandalizzano”
è un loro problema. Il nostro è conquistare gli sfruttati.

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