[Redditolavoro] RIVOLTA DEL CARA BARI: DIVIDERE PER MEGLIO REPRIMERE

SlaiCobas Taranto cobasta at libero.it
Sat Aug 6 09:22:13 CEST 2011


RIVOLTA DEL CARA BARI: DIVIDERE PER MEGLIO REPRIMERE

Mentre in termini burocratici dal vice questore Bellomo vengono
comunicati agli immigranti del Cara di Bari i punti delle micro
decisioni prese dal vertice di mercoledì, in un clima che a piccole
concessioni (la carotina) si uniscono maxi minacce (il bastone) ove gli
immigrati osassero riprendere la loro ribellione, le Istituzioni
nazionali e locali sono impegnate nella repressione e rappresaglia.

Sono cominciati gli interrogatori, ma la novità è la divisione degli
immigrati tra il carcere di Trani, dove sono rinchiusi 15 e quello di
Bari, 13. Questa divisione rispecchia più o meno esattamente la nuova
manovra repressiva che gli immigrati devono fronteggiare, quella della
divisione tra presunti organizzatori e altri immigrati che sarebbero
stati costretti con la forza a partecipare alla rivolta. Gli
“organizzatori” sarebbero quelli del Mali, Costa d'Avorio e Ghana, i
“costretti”, indiani, pachistani, del Bangladesh.

Si tratta di una linea da respingere risolutamente, anche legalmente, e
che trova una sponda anche nella illusione presente sia in qualche
legale sia in alcuni antirazzisti che così si ridurrebbero i danni,
quando in realtà essa aggraverebbe solo la posizione di alcuni, fermo
restando la repressione degli altri arrestati e una nuova ondata di
denunce e arresti prevedibili.

L'obiettivo su cui lavora la Magistratura è sempre quello: l'esistenza
di un piano di rivolta programmato scientificamente per un processo di
rappresaglia esemplare, a cui seguirebbe l'espulsione di centinaia di
immigrati.

Gli immigrati hanno già spiegato con la pratica della loro rivolta, con
testimonianze rese ai giornali di come la rivolta sia stata voluta da
tutti, di come la resistenza, la divisione dei compiti in essa, sia nata 
sul campo a fronte dei lacrimogeni e dell'aggressione poliziesca.

La realtà comunque è che si vuole nascondere la prima verità: sono gli
immigrati parte lesa, lo Stato, le istituzioni operanti in questo campo, 
i colpevoli di inosservanza del diritto all'asilo, al rapido esame delle 
loro domande (35 giorni), a fronte di masse di immigrati che hanno 
rischiato la vita per arrivare sulle nostre coste.

Come si fa a non vedere il nesso che esiste tra la risposta alla rivolta 
del Cara e la tragedia dei barconi che produce così tante vittime di una 
guerra che si combatte in Libia coi bombardamenti e che la Nato continua 
nel Mar Mediterraneo con la mancata assistenza ad uccidere?

Ora basta! Gli immigrati arrestati devono essere liberati!

Questo processo non sa da fare e se si terrà deve essere un processo ai
veri responsabili della rivolta, lo Stato, il governo, il Ministero
degli Interni, le presunte organizzazioni dedite alla difesa degli 
immigrati.




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