[Redditolavoro] Indesit: primo accordo per gli esuberi del gruppo
cobas dalmine
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Fri Sep 10 01:23:49 CEST 2010
Slai COBAS per il sindacato di classe
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09-09-2010
COMUNICATO STAMPA
Anche alla Indesit, come nell'accordo alla Fiat di Pomigliano, il ruolo del ministro del lavoro Sacconi si dimostra essenziale per far passare i piani dei padroni per mantenere alti i loro profitti sulla pelle degli operai.
Così dopo aver annunciato nell'intervista il giorno prima dell'incontro al minstero (sole 24 ore del 8 settembre) dall'amministratore delegato della Indesit Marco Milani che l'obbiettivo è di risolvere velocemente la vertenza con il sindacato:"perchè se non troviamo ora una soluzione che sia la meno dolorosa possibile guardando al medio termine, alla lunga la situazione potrebbe diventare molto più complicata".
nell'incontro di ieri a roma al ministero del lavoro con la "mediazione" diretta del ministro Sacconi, fim-fiom-uilm-ugl e indesit hanno sottoscritto un verbale che sempre lo stesso giornale di confindustria definisce come il "primo accordo per gli esuberi del gruppo indesit".
in sintesi da oggi indesit potrà iniziare il processo di ricollocamento, di trasferimento nelle altre sedi e di incentivazione all'esodo dei 500 lavoratori degli stabilimenti di brembate e refrontolo e il tutto dovrà avvenire in "costanza di produzione negli stessi stabilimenti come primo tassello della realizzazione del suddetto piano".
a novembre si farà una verifica "dello stato di avanzamento dei processi avviati" con riferimento al ricollocamento dei dipendenti (l'azienda ha stanziato una dote fra i 10 e i 20 mila euro per favorire le riassunzioni) e alla prosecuzione del confronto con i sindacati sul piano industriale italia che comprende investimenti per 120 milioni e la chiusura dei 2 stabilimenti citati sopra.
in sintesi secondo l'azienda il punto è che i 2 siti non competitivi: producono meno di quanto sarebbe necessario per bilanciare i costi.
a brembate indesit produce ogni anno 300mila lavatrici a caricamento dall'alto, a refrontolo 10mila pezzi cosidetti speciali. in totale il gruppo produce 13 milioni di pezzi all'anno.
riteniamo necessario accorpare le 2 produzioni agli stabilimenti a casera e fabriano...
sempre ad milani nell'intervista del giorno prima ribadiva:"tagli necessari, ma pronti a discutere di flessibilità con i sindacati"....per ridurre le pause da 30 a 20 minuti e intrvenire su turni e orario di lavoro...."tutto questo avverrà all'interno del contratto nazionale".
come già successo qualche anno fa negli accordi aziendali sottoscritti vedi l'articolo "Accordi di flessibilità al nord" del sole 24 ore del 16 settembre 2007, che mette in luce come "a livello locale si firmino accordi anche molto innovativi su flessibilità e straordinario".
Alla Indesit company un gruppo che in italia conta 5500 dipendenti con stabilimenti (torino, treviso, bergamo, fabriano, ascoli piceno, caserta), come dice soddisfatto il responsabile delle relazioni industriali,è stato "ottenuto" nel contratto aziendale, "firmato l'anno scorso in tre mesi e senza un'ora di sciopero, che toglie i tetti alla flessibilità. Per bilanciare la scelta, i lavoratori finiscono in un "bacino" al quale la società deve attingere per le assunzioni, con un criterio di anzianità aziendale. "abbiamo reso l'azienda flessibile superando il concetto di precarietà e sostituendolo con la sfida: se cresciamo, aumentano gli occupati".
Altro elemento di garanzia, i contratti a termine vengono trasformati a tempo indeterminato in 48 mesi, un limite che però gradualmente si abbasserà.
"abbiamo eliminato il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e con un uso attivo e passivo della flessibilità affrontiamo i picchi di lavoro", continua stango. Un accordo firmato da tutti fiom compresa.
ma ritornando all'accordo odierno la multinazionale ricorda che un programma analogo di ricollocamento è stato attuato per alcuni siti inglesi: il 70/80% degli esuberi è stato ricollocato in 6 mesi. lo stesso dovrebbe avvenire nel bergamasco dove il tasso di disoccupazione è del 4 % e considerando anche l'eventuale trasferimento in altre sedi del gruppo in italia.
non ha caso l'economista del corriere della sera di vico il 2 settembre parlava di:
"Indesit, a Brembate Sopra la Pomigliano della lavatrici"...........
Insieme al più famoso Sergio Marchionne c'è un altro top manager che si sta ponendo da qualche tempo la stessa inquietante domanda: "Ci sono ancora le condizioni per produrre in Italia consistenti volumi di lavatrici e frigoriferi?". Marco Milani è da sei anni l'amministratore delegato della Indesit, il gruppo che fa capo all'ex presidente della Confindustria Vittorio Merloni, considerato negli ambienti sindacali tutt'altro che un falco.
Come si può constatare tra il caso Fiat e quello Indesit ci sono sicuramente analogie ma anche differenze. La produzione di elettrodomestici somiglia molto all'auto perché sono entrambi beni di consumo durevoli e richiedono in fabbrica il ricorso alla linea di montaggio quindi rendono decisivo il negoziato sulle pause e sulla flessibilità.
Contrariamente a Marchionne, che è andato persino al Meeting di Rimini, Milani sta attentissimo a non esporsi, ma la sensazione è che stia per iniziare l'autunno più lungo delle relazioni industriali made in Italy. Non solo a Pomigliano.
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