[Redditolavoro] Fw: Articoli stampa su minaccia espulsione Avni Er

procomta ro.red at libero.it
Tue Mar 16 15:09:07 CET 2010


 
15 marzo 2010 

 

Appello di un gruppo di associazioni affinché venga accettata la richiesta d'asilo politico di Avni Er

 

Giornalista turco nel Cie di Bari. 

"Non estradatelo"

 

Già condannato per terrorismo in Italia, il governo Erdogan chiede di processarlo 

di Antonio Scotti

E' trattenuto da tre settimane nel Centro d'identificazione ed esplusione di Bari. Avni Er, giornalista ed oppositore al governo Erdogan, è stato già ascoltato dalla Commissione territoriale che dovrà decidere se accogliere la sua richiesta d'asilo politico o rigettarla. 

LA STORIA Avni Er nel corso degli ultimi anni ha svolto dall'Italia una puntuale denuncia delle violazioni dei diritti umani e della libertà d’informazione in Turchia.
Allo stesso tempo è accusato di appartenere al DHKP-C, una frangia rivoluzionaria di sinistra inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionali. Sei anni fa, una operazione condotta dalla polizia turca ha portato all’arresto di 82 persone, più altre 59 persone tra Germania, Olanda, Belgio, Grecia ed Italia.
Tra loro giornalisti dell’opposizione e membri di organizzazioni democratiche.  Nel 2006 Avni Er è stato condannato a sei anni di reclusione dal Tribunale di Perugia con l’accusa di terrorismo. Sempre nella sentenza di condanna venne indicato il ritorno in Patria a fine pena. Avni ha scontato la condanna  all’interno del carcere di Nuoro ed è stata proprio la Corte d’appello di Cagliari ha rigettare la richiesta d'estradizione del governo turco. Infatti, secondo i giudici, il pericolo è che Avni possa arrivare in Turchia ed essere processato nuovamente. Liberato lo scorso febbraio per buona condotta, ora si trova nel Cie di Bari. 

L'APPELLO Per evitare l’estradizione si sta mobilitando una rete vasta di associazioni, tra cui l'Arci, l'Asgi, Libera e il Cir, rappresentanti di organizzazioni come il Cnca, Sos razzismo, Centro Astalli, Save the cildren e Banca Etica

“Il timore è giustificato da quelle che appaiono le condizioni in cui sono costretti a vivere in Turchia i detenuti arrestati o condannati per motivi politici – si legge nella nota - i quali vengono sottoposti a durissime condizioni di vita all'interno delle carceri di tipo F, dove l'utilizzo di trattamenti disumani e degradanti, il ricorso alla tortura fino alla morte rappresentano pratiche di uso quotidiano secondo quanto costantemente denunciato dalle Organizzazioni internazionali Amnesty International e Human Right Watch nonché dalla Associazione per i Diritti Umani turca (IHD)”. 

Del resto, sempre ascoltando quanto espresso dalle associazioni italiane che sostengono l’appello, in Turchia “la manifestazione delle proprie opinioni politiche, quando le stesse siano difformi da quelle espresse dal regime vigente, comporta la immediata carcerazione preventiva e l'applicazione di sanzioni detentive che in Italia e in tutte le Nazioni dove vige lo Stato di diritto non avrebbero e non hanno ragion d'essere”. 

A giorni si dovrebbe conoscere il destino di Avni Er. L’impressione è che l’estradizione possa venire accettata seguendo motivazioni di carattere amministrativo discedenti sia dalla scadenza del permesso di soggiorno che dall’espulsione giudiziaria, prevista dall'articolo 312 codice penale in caso di condanna per reati di terrorismo . “Chiediamo al governo italiano –conclduono le associazioni - che Avni Er non venga espulso e che gli sia garantita ogni forma di tutela con il rilascio di un permesso di soggiorno che gli permetta di evitare la morte e ricostruirsi una vita dignitosa in Italia, sulla base dei principi affermati dalla Costituzione (art. 10 Cost.) e dai Trattati e dalla Convenzioni internazionali ovunque vigenti”. 

 

 

 

Un appello per oppositore turco al Cie di Bari

 

gazzetta del mezzogiorno, 15 mar, 2010 

BARI - Un appello al governo italiano e' stato promosso da diverse associazioni a sostegno di Avni Er, giornalista turco da circa tre settimane trattenuto nel Cie di Bari-Palese, sul quale pende “la spada di Damocle” dell’espulsione in Turchia con una serie di rischi per l'interessato. A seguito della richiesta d’asilo politico, la scorsa settimana è stato ascoltato dalla competente Commissione Territoriale che dovrà decidere se accogliere la sua richiesta o rigettarla. All’appello hanno aderito associazioni quali Arci, Asgi, Libera e il Cir, rappresentanti di organizzazioni come il Cnca, Sos razzismo, Centro Astalli, Save the cildren, Banca Etica e ancora uomini e donne della politica e del mondo universitario.

“Esprimiamo preoccupazione per la sua vicenda e per l'eventuale trasferimento in Turchia, e – si legge nell’appello - temiamo per la sua vita”. Infatti contro Avni pendono due ordini di arresto in contumacia emessi dalla autorità giudiziaria turca: se “l'interessato dovesse essere espulso verso la Turchia, sarebbe immediatamente arrestato e condotto in carcere”. 

Nell’appello, tra l’altro, vengono ricordate le condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti arrestati o condannati per motivi politici, “i quali vengono sottoposti a durissime condizioni di vita all’interno delle carceri di 'tipo F', ove l'utilizzo di trattamenti disumani e degradanti, il ricorso alla tortura fino alla morte rappresentano pratiche di uso quotidiano secondo quanto costantemente denunciato dalle Organizzazioni internazionali Amnesty International e Human Right Watch nonchè dalla Associazione per i Diritti Umani turca (IHD)”. Tanto che “la stessa Corte di Giustizia Europea ha reiteratamente condannato detta Nazione a causa delle violazioni delle disposizioni di Diritto internazionali previste in materia perpetrate dalla Turchia”. 

“Facciamo appello al Governo italiano – si legge – affinchè Avni Er possa restare in Italia”. Si chiede quindi che venga applicata la normativa internazionale a tutela dei Diritti Umani ratificata e resa esecutiva in Italia e che “Avni Er non venga espulso e che gli sia garantita ogni forma di tutela con il rilascio di un permesso di soggiorno che gli permetta di evitare la morte e ricostruirsi una vita dignitosa in Italia, sulla base dei principi affermati dalla Costituzione (art.10 Cost.) e dai trattati e dalla convenzioni internazionali ovunque vigenti”.

Trattenuto da due settimane

Cie, un appello per giornalista turco

 

Corriere del Mezzogiorno, 16 mar 2010 Bari

 

Un appello al governo italiano è stato promosso da diverse associazioni a sostegno di Avni Er, giornalista turco da circa tre settimane trattenuto nel Cie di Bari-Palese, sul quale pende la «spada di Damocle»

dell’espulsione in Turchia con una serie di rischi per l’interessato. A seguito della richiesta d’asilo politico, la scorsa settimana è stato ascoltato dalla competente Commissione Territoriale che dovrà decidere se accogliere la sua richiesta.

 

 

Oppositore turco in Cie di Palese
“no al rimpatrio”

 

City, 16 marzo 2010

Un appello al governo italiano è stato promosso da diverse associazioni a sostegno di Avni Er, giornalista turco da circa tre settimane trattenuto nel Cie di Bari-Palese. Su di lui pende “la spada di Damocle” dell’espulsione in Turchia. Avni Er ha scontato in Italia una pena a sette anni, inflittagli dalla corte d’assise di appello di Perugia, come appartenente ad una formazione politica comunista finita, dopo l’11 settembre, nell’elenco dei gruppi legati al terrorismo. Considerato in patria un nemico politico, Avni Er rischierebbe la vita se venisse rimpatriato. La commissione territoriale deciderà se accogliere o meno la sua richiesta. 





 



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