[Redditolavoro] Comunicato dei lavoratori immigrati di Rosarno
Fulvio
fuldigior at gmail.com
Mon Feb 1 18:44:14 CET 2010
*Quello che segue è il comunicato dei lavoratori immigrati di Rosarno
chestanno a Roma e che domenica 31 gennaio si sono riuniti in
assemblea alla
Snia.
*
*
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*"I mandarini e le olive non cadono dal cielo"*
In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l´Assemblea
dei lavoratori
Africani di Rosarno a Roma.
Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo
aver rivendicato
i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane.
Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità. Il nostro
lavoro era sottopagato.
Lasciavamo I luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo
la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre
tasche.
A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci
pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica.
Eravamo, da molti anni, oggetto di discriminazione, sfruttamento e minacce di
tutti i generi.
Eravamo sfruttati di giorno e cacciati, di notte, dai figli dei nostri
sfruttatori.
Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le bestie...prelevati, qualcuno è
sparito per sempre.
Ci hanno sparato addosso, per gioco o per l´interesse di qualcuno.
Abbiamo continuato
a lavorare.
Con il tempo eravamo divenuti facili bersagli. Non ne potevamo più.
Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti nella loro
dignità umana,
nel loro orgoglio di esseri umani.
Non potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché siamo
invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese.
Ci siamo fatti vedere, siamo scesi per strada per gridare la nostra
esistenza.
La gente non voleva vederci. Come può manifestare qualcuno che non esiste?
Le autorità e le forze dell´ordine sono arrivate e ci hanno deportati dalla
città perché non eravamo più al sicuro. Gli abitanti di Rosarno si sono
messi a darci la caccia, a linciarci, questa volta organizzati in vere e
proprie squadre di caccia all´uomo.
Siamo stati rinchiusi nei centri di detenzione per immigrati. Molti di noi ci
sono ancora, altri sono tornati in Africa, altri sono sparpagliati nelle città
del Sud.
Noi siamo a Roma. Oggi ci ritroviamo senza lavoro, senza un posto dove dormire,
senza I nostri bagagli e con i salari ancora non pagati nelle mani dei
nostri sfruttatori. Noi diciamo di essere degli attori della vita economica
di questo paese, le cui autorità non vogliono né vederci né ascoltarci. I
mandarini, le olive, le arance non cadono dal cielo. Sono delle mani che li
raccolgono.
Eravamo riusciti a trovare un lavoro che abbiamo perduto semplicemente perché
abbiamo domandato di essere trattati come esseri umani. Non siamo venuti in
Italia per fare i turisti. Il nostro lavoro e il nostro sudore serve
all´Italia come serve alle nostre famiglie che hanno riposto in noi molte
speranze.
Domandiamo alle autorità di questo paese di incontrarci e di ascoltare
le nostre
richieste: domandiamo che il permesso di soggiorno concesso per motive
umanitari agli 11 africani feriti a Rosarno, sia accordato anche a tutti
noi, vittime dello sfruttamento e della nostra condizione irregolare che ci
ha lasciato
senza lavoro, abbandonati e dimenticati per strada.
Vogliamo che il governo di questo paese si assuma le sue responsabilità e ci
garantisca la possibilità di lavorare con dignità.
*L´Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma*
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