[Redditolavoro] potenza perquisito il giudicebasentini

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 |    |  Basentini è il giudice titolare della montatura giudiziaria contro 
lo slai cobas per il sindacato di classe nazionale, proletari comunisti e la 
nuova bandiera che ha coinvolto 4 operai della fiat sata- per i quali poi la 
inchiesta è stata archiviata- mentre è ancora in piedi verso gli altri 
compagni
ai quali a tutt'oggi nonostante le pronunce dei giudici in questo senso non 
vengono restituiti integralmente
i computer e il materiale informatico

 Caccia alla «talpa» perquisiti casa e uffici di Basentini

L'AC C U S A
Il pm ipotizza il concorso in rivelazione ed utilizzazione di segreti di 
ufficio e in favoreggiamento personale
GLI ACCUSATI
Con Basentini e Santangelo c'è anche «un pubblico ufficiale» a cui la 
Procura cerca di dare un nome e un cognome Interrogato Michele Santangelo: 
tace

GIOVANNI RIVELLI

   . Woodcock a caccia delle «talpe» nel Totalgate. Ieri il Pm ha mandato 
gli agenti della Squadra Mobile della Questura, del Noe dei Carabinieri, 
della Stradale e della Polizia Municipale, a perquisire nuovamente uffici e 
abitazioni dell'im - prenditore potentino Vito Vincenzo Basentini ma questa 
volta l'obiettivo del Pm non erano contratti sulle forniture in sanità, 
rapporti con manager pubblici o primari, ma proprio lo scambio di 
informazioni con l'imprenditore Francesco Ferrara, ritenuto al centro delle 
ipotesi di corruzione per il centro olii di Tempa Rossa e di recente tornato 
in carcere con l'accusa di ricettazione dopo essere stato trovato in 
possesso di 177 pagine di trascrizione delle intercettazioni effettuate a 
bordo della sua Audi A3.
   Atti segreti e secretati, che furono rinvenuti a Ferrara il 16 dicembre, 
all'atto del suo primo arresto e che l'imprenditore, in via legale, non 
poteva, non doveva avere, mentre possedeva e già nella forma della prima 
stesura, quella appena sbobinata dai periti della Procura.
   E ora per Basentini l'accusa è di concorso in rivelazione ed 
utilizzazione di segreti di ufficio e in favoreggiamento personale. Concorso 
con Michele Santangelo, altro imprenditore del settore sanità (socio di 
Basentini in attività di dialisi) e della convegnistica che, sebbene già 
entrato in quel fascicolo 648/05 sulla sanità lucana per altre ipotesi di 
reato, ieri, mentre procedevano le perquisizioni presso Basentini, è 
comparso davanti al Pm Woodcock per essere interrogato. Pochi minuti (il 
tempo di dichiarare di avvalersi della facoltà di non rispondere) poi 
Santangelo è andato via.
   Più lungo l'impegno per Basentini, rientrato di corsa a Potenza da 
Milano, dove si trovava. La perquisizione degli uffici Tecnomedical di Corso 
XVIII Agosto e via del Gallitello, dell'abitazione di Potenza e della villa 
di Maratea si è protratta, dalla mattina, fino a sera. Alla fine gli agenti 
hanno portato via un'agenda, un biglietto da visita e un computer. Un 
vecchio computer, che non era stato trovato nelle precedenti «visite» fatte 
dalle forze dell'ordine. Ma è sul quel computer che si concentrano le 
attenzioni.
   «Dalle risultanze investigative - scrive Woodcock - emergono continui e 
significativi contatti telefonici e personali tra il Basentini e il Ferrara, 
contattis icuramente significativi, dai quali si desume inequivocabilmente 
lo scambio, tra i suddetti, di notizie e informazioni riservate attinenti 
alle indagini in corso, corredati perfino da uno scambio di atti avvenuto 
tra i due furtivamente sotto il ponte di Rossellino, di Potenza, scambio 
documentato dalla Pg».
   Negli atti del Pm non c'è scritto. Anzi, il fatto contestato è 
precedente, «accertato il 28 ottobre 2008». Ma il pensiero corre subito a 
quelle 177 pagine che hanno portato le porte del carcere ad aprirsi 
nuovamente per Ferrara (almeno in attesa che il Riesame, chiamato oggi a 
pronunciarsi sulla vicenda, dica la sua) con la più pesante accusa di 
ricettazione. E qui c'è il terzo indagato, con Basentini e Santangelo: «un 
pubblico ufficiale», lo indica così Woodcock, quello, nella ricostruzione 
accusatoria, che quelle notizie, quelle carte, le avrebbe fatte uscire dal 
segreto della Procura.
   Ma il Pm teme che altri atti possano essere in giro. «Vi è motivo di 
ritenere - scrive - che sulla persona e presso i locali di seguito indicati 
(case e uffici di Basentini, ndr) possano rinvenirsi atti e documenti 
(cartacei ed informatici) riconducibili alle indagini in corso, sicuramente 
"corpo del reato" per il quale si procede ovvero "cose pertinenti" al reato 
in esame in quanto strumentali rispetto alla realizzazione del contestato 
reato di favoreggiamento».
   Come dire è «caccia alla talpa», senza sosta. Bisogna ricostruire il 
passaggio di quelle informazioni, di quelle carte. Ma anche, e forse 
soprattutto, bisogna dare a quel «pubblico ufficiale» indagato un nome e un 
cognome.

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