[Redditolavoro] E POI I PADRONI CI PARLANO DI ALCOL E SIGARETTE...
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Sat Sep 27 15:06:04 CEST 2008
“ L’Europa sta diventando obesa, come gli Stati Uniti”
Scritto per noi da
Paolo Lezziero
L’autore di questo libro
inchiesta, Willliam Reymond, è un giornalista francese che
vive da tempo negli Stati Uniti. Ha scritto “JFK autopsie d’un
crime d’Etat”, e in Italia ha pubblicato “ Coca
Cola-L’inchiesta proibita sui segreti della bevanda più
diffusa nel mondo.”
“ L’Europa sta
diventando obesa, come gli Stati Uniti”, si legge in quarta di
copertina. Entro breve, il numero di morti per problemi legati al
peso e alle malattie alimentari supererà quello imputabile
all’alcol e al tabagismo.”
“ Perché
intossicare il cibo con antibiotico, coloranti artificiali,
anabolizzanti, pesticidi, bagni di cloro…?” Perché la
posta in gioco è davvero colossale. E molto, molto
redditizia.”
Questo saggio sulle obesità
mondiali dimostra che l’industria agroalimentare e quella
farmaceutica (che ha investito milioni di dollari per far accettare
l’idea che l’obesità sia una malattia sindrome
metabolica) vogliono farci credere che tutto ciò sia il
risultato di un semplice cambio nelle abitudini o di una precisa
volontà di mangiare male o molto.
La frutta e la verdura però
sono contaminate, i dolci sono intrisi di grassi nocivi, le bibite
gassate sono addolcite con sostanze volutamente iperglicemiche, ci
sono hamburger che contengono la carne di… 400 vacche differenti.
Non è fantascienza, è una realtà comprovata
dall’esperienza diretta dell’autore.
Partiamo dalle nazioni che
per storia antica e numero enorme di abitanti, ci hanno sempre dato
l’idea di mangiar poco e male. Reymond ci dimostra invece che la
Cina, detentrice ,una volta, delle abitudini alimentari più
equilibrate, è invece sull’orlo dell’implosione. “
L’obesità e il sovraccarico ponderale coinvolgono
addirittura un cinese su cinque. E’ un calcolo che fa girare la
testa…Stiamo parlando di 215 milioni di persone”.
In Vietnam, se a Hanoi una
parte della popolazione soffre di obesità, in certe zone della
campagna la malnutrizione rimane un problema grave. In Thailandia, il
tasso di obesità dei giovani dai cinque ai dodici anni è
passato dal 12,2% al 15,6% in appena due anni.
Sono aumentati gli obesi in
Giappone, nelle Filippine,in Nuova Zelanda e in Australia, nelle
città ma anche nelle zone più isolate. Nel 2004, e
questo è clamoroso, si sono rilevati casi d'obesità
nelle tribù aborigene. E nelle isole Tonga, nel Pacifico, la
pandemia ha contagiato più del 60% della popolazione. E
l’India, l’altro stato continente che ancora oggi soffre di
malnutrizione nel contesto rurale, in alcune grandi città come
Nuova Delhi c’è un tasso di obesità che supera il
10% nei ragazzi tra i 14 e i 24 anni.
Il giornalista segnala anche
le grandi contraddizioni dell’Africa., “dove esistono ancora
grandi problemi di malnutrizione. Si continua a morire di fame ma,
novità sconvolgente, si muore anche mangiando troppo e male..
Alcuni paesi del continente nero contano il triplo di obesi rispetto
ala massa dei malnutriti…”. Nonostante la tragedia dell’Aids,
la Fao pubblica un rapporto drammatico in cui le donne malnutrite e
incinte metteranno al mondo bambini che diventeranno presto obesi. I
bambini africani nascono con metabolismo programmato per
immagazzinare il massimo cibo possibile. E il Dna, per garanzia di
sopravvivenza, li condanna ad accumulare…Donne che muoiono di fame
mettono al mondo una futura generazione di grassi.
Naturalmente questa nuova
malattia mondiale, questa pandemia dell’obesità è
molto diffusa nei paesi ricchi dell’Europa. E riguarda tutte le
generazioni della Francia, l’8% dell’Italia, il 12% della
Germania. La Gran Bretagna si contende il primo posto con la
Bulgaria.
Le cause? Ne citiamo una.
Alla metà degli anni sessanta, l’americano David Wallerstein
scopre “il principio dell’ingordigia”. Per aumentare i profitti
della catena di cinema texana Balaban & Karz, Wallerstein doveva
convincere i clienti a ingurgitare la maggior quantità
possibile di pop corn annaffiati con Coca Cola. Dopo il primo
sacchetto o la prima Coca cola nessuno per pudore o per pigrizia,
replicava. La sua intuizione, semplice ma efficace, è quella
di raddoppiare la portata di pop corn e il bicchiere della bevanda.
Il consumo immediato fu molto alto, il cliente era convinto di fare
un affare .E’ ciò che fece in seguito McDonald’s, sempre
giovandosi dell’esperienza basata sul “principio
dell’ingordigia."
William Reymond ci porta a
spasso nella nostra alimentazione quotidiana, e non è un bel
viaggio con gli inciampi e le scoperte che ci propone. Sono le
manipolazioni e i raggiri che partono, per un loro maggiore profitto,
dai produttori agricoli, dagli allevatori, dalla aziende
farmaceutiche, con ricercatori e pubblicitari che finiscono diretti
nei nostri piatti. Cosa fare? Usare più prudenza e attenzione
leggendo bene le etichette sui prodotti e consigliandoci dove è
possibile.
Angelo Miotto
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