R: [Redditolavoro] Il piano Fenice è nà schifezza delle schifezze!!!! Atto ||

anna a.grav at libero.it
Wed Sep 3 09:03:33 CEST 2008


Nella prima puntata si sono analizzati i due piano presentati .L’uno quello
che vedeva Ai France come protagonista che si accollava sia le perdite, sia
i guadagni futuri e gli esuberi di circa 2100 uomini e donne. Il secondo
definito Fenice e che vede come primo attore Berlusconi ed i suoi
lanzichenecchi vede una cordata di imprenditori italiano che si cuccono gli
eventuali guadagni ( o quantomeno i sicuri appalti , vedi EXPO di Milano,
concessi dal cavaliere come riconoscenza) e le perdite sono invece a carico
degli italiani con l’aggiunta di 7100 esuberi che oltre al costo sociale
vede fra scivoli, cassa integrazione ecc ecc altri costi sul nostro
groppone. Ma ora vorrei analizzare solo le figure di questi salvatori della
patria ( i magnifici sedici) i quali hanno ereditato dal loro protettore la
moda che è diventata sport nazionale e cioè il conflitto di interesse:

 

Le informazioni e gli articoli sono tratti dal “blog di Grillo” e sono di
Travaglio, da articoli apparsi su “Sole 24” ore  sul giornale web “la Voce”,
“su L’Unità”

 

Primo conflitto di interessi: abbiamo Carlo Toto, proprietario dell'AirOne,
che con 450 milioni di debiti riesce a piazzare il colpo della vita.
L'AirOne viene incorporata all'Alitalia, intanto il nipote Daniele è stato
candidato ed eletto nel Popolo della Libertà. E' li a vigilare,
evidentemente. Abbiamo tre soggetti che sono impegnati in opere pubbliche e
sono addirittura pubblici concessionari dello Stato. Lo Stato, in questo
conflitto di interessi, li ha convocati facendogli sapere che era bene per
loro se aderivano all'appello del Presidente del Consiglio. Sono Salvatore
Ligresti, noto immobiliarista, assicuratore, palazzinaro, pregiudicato per
Tangentopoli. Marcellino Gavio, un altro che ai tempi di Mani Pulite entrava
e usciva dalla galera. L'ottimo Marco Tronchetti Provera che dopo aver
ridotto come ha ridotto la Telecom è anche lui nel settore immobiliare. In
più abbiamo la famiglia Benetton, l'apoteosi del conflitto di interessi
perchè è pubblico concessionario per le Autostrade, è gestore, dopo averlo
costruito, dell'aeroporto di Fiumicino, e in futuro sarà uno dei proprietari
di Alitalia. Come gestore di Fiumicino deciderà lui quali tariffe far pagare
all'Alitalia per usare Fiumicino. Tutto in famiglia. Gli immobiliaristi di
cui sopra, e di cui anche sotto come vedremo, sono tutti molto interessati a
una colata di miliardi che sta arrivando su Milano e la Lombardia per
l'Expo. L'Expo prevedere 16 miliardi freschi per pagare nuove
infrastrutture, costruzioni, palazzi, due autostrade, due metropolitane, una
tangenziale, una stazione, ferrovie, ecc... indovinate chi si accaparrerà
questi lavori? Esattamente coloro che hanno fatto i bravi e hanno accolto
l'appello del governo. Poi abbiamo Francesco Bellavista Caltagirone che con
l'ATA ha delle mire su Linate. Abbiamo Emilio Riva, quello condannato per
mobbing per la reclusione per due anni dei lavoratori nella Palazzina LAF,
parente dell’onorevole DiniI e grazie al quale nel 1994 Presidente dell’IRI
Prodi e capo del governo Dini appunto,ha acquistato per una manciata di lire
il più grande stabilimento siderurgico d’Europa “L’Ilva di Taranto”, oggi
eccezionale supporter di Berlusconi. E abbiamo l'ottima famiglia
Marcegaglia: non solo c'è la Emma, che è un'ottima valletta di Berlusconi,
che cinge con il suo braccio nelle riunioni di Confindustria come se fosse
una Carfagna ( quella che succhia l’u
.lo) o una Brambilla qualsiasi, ma
abbiamo anche la sua famiglia, il gruppo imprenditoriale Marcegaglia, famoso
per condanne e patteggiamenti assortiti da parte del padre e del fratello
della signora. Che è presidente di Confindustria, tra l'altro, e quindi
tratta per conto di tutti gli industriali con il governo e poi privatamente
si è infilata in questa meravigliosa avventura. Abbiamo la banca Intesta
dell'ottimo banchiere Passera, banchiere di centrosinistra che si è messo
subito a vento, e che fungerà con il conflitto di interessi: prima ha fatto
l'advisor per trovare la soluzione per Alitalia e poi è entrata nella
compagine azionaria della nuova Alitalia, la Good Company ( quella dei
guadagni , tanto per intenderci). Abbiamo i fratelli Fratini che sono, anche
loro, immobiliaristi toscani, magari interessati a mettere un piedino a
Milano in occasione dell'Expo, per prendere la loro fettina di torta.Abbiamo
un certo Davide Maccagnani che è molto interessante: Alberto Statera su
Repubblica ha raccontato chi è, uno che produceva missili per testate
nucleari e adesso si è riconvertito all'immobiliare. Si presume che avrà
anche lui le sue contropartite sotto forma di terreni. In realtà gli
interessi stanno a terra anche se Alitalia dovrebbe volare. Poi, dulcis in
fundo, il presidente dei sedici campioni del Tricolore, che è Roberto
Colaninno, che già ha dei meriti storici per avere riempito di debiti,
comprandola a debito, la Telecom ai tempi della Merchant Bank D'Alema & C. a
Palazzo Chigi, e adesso si propone anche lui per il suo bel conflitto di
interessi familiare in quanto suo figlio, Matteo, è ministro ombra
dell'industria del Partito Democratico. Così ombra che non ha praticamente
proferito verbo di fronte a questo scandalo nazionale perché prima era
contrario, naturalmente alla soluzione Berlusconi, poi è arrivato papà. Come
si dice "i figli so' piezz 'e core", ma pure i padri! Ha detto "sono un po'
in imbarazzo", poi il giorno dopo ha detto "no, non sono per niente in
imbarazzo". Insomma, non ha detto niente e soprattutto continua a rimanere
ministro molto ombra, diciamo ministro fantasma, dell'industria del Partito
Democratico.

Fatto interessante: qualche anno fa furono condannati in primo grado per
bancarotta nel crack del Bagaglino Italcase, una brutta e sporca faccenda
immobiliare, alcuni big dell'industria e della finanzia italiana come il
banchiere Geronzi, Marcegaglia papà - il papà della valletta - e Colaninno
Roberto - papà del ministro fantasma. Bene, tutti e tre a vario titolo sono
impegnati, dopo la condanna in primo grado, in questa meravigliosa
avventura, perché anche Mediobanca si sia mossa dietro le quinte poiché
Geronzi sta per diventare il padrone unico della finanza italiana eliminando
anche quei pochi controlli che venivano dalla gestione duale della banca che
fu di Cuccia. Insomma, questo è il quadro. E' interessante perché
probabilmente sono state violate una mezza dozzina di leggi, d'altra parte
non ci sarebbe Berlusconi se fossimo tutti in regola con la legge.

 

Nella prossima puntata cercherò di smascherare le decine di leggi violate,
le modifiche alle leggi attuali necessarie al fine dell’operazione ecc ecc.

 

 

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