R: [Redditolavoro] Il piano Fenice è nà schifezza delle schifezze!!!! Atto |||
anna
a.grav at libero.it
Wed Sep 3 15:21:32 CEST 2008
Intando i sedici cavalieri della tavolata rotonda hanno vincolato la
proposta alle modifiche normative necessarie per dividere in due Alitalia,
evitando di ereditare i guai della vecchia gestione.
Banca Intesa ha con discrezione sondato le maggiori organizzazioni di
rappresentanze dei lavoratori, forte anche dell'impegno del governo a
gestire i tagli con tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. "Meglio
qualche migliaio di esuberi che i 20mila se si dovesse chiudere Alitalia",
ha detto Berlusconi. ( Queste stesse parole non sono state certo dette in
campagna elettorale) Ma certo un atteggiamento conflittuale dei lavoratori
(c'è da mettere in conto anche le reazioni dei dipendenti Air One) potrebbe
raffreddare gli interessi della cordata italiana aumentando i rischi di
fallimento.
Un'altra incertezza è quella legata alle reazioni dei vecchi azionisti,
degli obbligazionisti e dei creditori della cosiddetta bad company ( la
schifezza) . Destinati con ogni probabilità a ritrovarsi con un pugno di
mosche in mano. In questo caso potrebbero partire le carte bollate e proprio
per questo Aristide Police, il numero uno della compagnia, ha chiesto al
governo un lasciapassare che lo mettesse al riparo da offensive legali prima
di dare l'ok all'ultimo bilancio della vecchia Alitalia.
Inoltre vengono addirittura sospese le regole dell'Antitrust e i poteri del
garante dell'antitrust perché bisogna dare tempo di consumare tutti questi
conflitti di interessi e queste occupazioni del libero mercato. Intanto, il
matrimonio Alitalia-AirOne che sgomina qualsiasi concorrenza in Italia
soprattutto sulla tratta Milano-Roma. Sarà gestita in monopolio da questa
nuova Good Company dove c'è dentro Toto e l'Alitalia. Non ci sarà
concorrenza, non si potrebbe e allora si sospendono le regole. Che sarà mai,
una più una meno... un piccolo lodo Alfano per la nuova Alitalia non si nega
a nessuno. La concorrenza va a farsi benedire: i prezzi quindi li fisserà il
monopolista quindi non ci sarà possibilità di gare al ribasso. La condizione
che ci era stata imposta dalla Commissione Europea, dal governo europeo, per
autorizzare il famoso prestito ponte che ha consentito all'Alitalia di
fumarsi quegli ultimi 300 milioni di euro, era che l'Alitalia per un anno
non si espandesse, restasse esattamente così com'era. Con questo accordo
viene violata quella condizione perché Alitalia si mangia AirOne e quindi si
espande, altroché! Ben prima di quell'anno che era stato imposto dalla
Commissione Europea che quindi, se le parole e gli accordi hanno ancora un
senso, dovrebbe condannarci e vietarci questa operazione.
In più viene cambiata un'altra legge italiana, la legge Marzano sulle
imprese decotte, che dovrà essere modificata perché questi capitani
coraggiosi mica entrano in Alitalia rischiando qualcosa: non rischiano
niente! Vogliono mettersi preventivamente al riparo dal rischio che qualche
creditore o dipendente della vecchia Alitalia si rivalga sulla nuova, cioè
chieda loro di sobbarcarsi qualche rischio. Nessun rischio di revocatoria o
di rivalsa da parte dei creditori e dipendenti. E dove andranno a rivalersi?
Naturalmente dalla Bad Company, quella decotta, quella nostra, dello Stato:
pagheremo tutto noi. Per cambiare gli ammortizzatori sociali, altra deroga
alla legge Marzano perché ci sarà bisogno di risorse per queste 6-7000
persone che finiranno per la strada o alle Poste, come ci è stato raccontato
spiritosamente, in quanto non siamo attrezzati per far fronte a questa
fiumana di lavoratori in uscita. In più, il governo promette di detassare le
aziende che assumono ex dipendenti dell'Alitalia. E' un'altra cosa
spettacolare: l'Italia è piena di aziende decotte, di gente che finisce per
la strada: quei lavoratori lì si fottono, mentre gli ex-lavoratori Alitalia
avranno il privilegio ( sic) di poter andare da alcune aziende che se li
assumeranno avranno riduzioni fiscali. Così: cittadini di serie A e
cittadini di serie B.
L'Europa ci tiene d'occhio anche perchè il prestito ponte aveva anche
escluso che per un anno la società Alitalia venisse messa in liquidazione in
regime concordatario. L'Alitalia aveva dunque garantito di pagare tutti i
creditori. Adesso, se la nuova società non li paga, quelli si rivalgono ma
non solo. La Good Company dovrà comprarsi tutti gli aerei e gli slot dalla
Bad Company - l'attuale Alitalia moribonda - e rifare tutti i contratti dei
dipendenti o almeno di quelli che terrà con sé. Quanto pagherà tutti questi
beni la Good alla Bad? Se li pagassero per quello che valgono sulla carta,
la vecchia Alitalia probabilmente avrebbe i soldi per onorare i suoi debiti,
circa 2-2.5 miliardi di euro. Naturalmente, visto l'aria che tira, se i
nuovi proprietari tirano fuori un miliardo di euro per comprare quella roba
è già tanto. Quindi, la vecchia Alitalia rimarrà in profondo rosso, non avrà
i soldi per pagare i creditori, e i creditori da chi andranno? Non potendo
andare dalla Good che è immunizzata andranno dal governo che dovrà tirare
fuori i soldi. In più, la nuova Alitalia, dato che sarà l'unico soggetto
solvibile dovrà sobbarcarsi, allora sì, tutti i debiti che lo Stato non
poteva pagare. Dovrà pagare tutti i creditori e rimborsare quei trecento
milioni di prestito ponte allo Stato, visto che la Bad Company è dello
Stato. Lo Stato non può restituirsi i soldi da solo, sarebbe una partita di
giro.
Come avete visto Berlusconi ha risolto brillantemente anche l'emergenza
Alitalia con lo stesso sistema con cui dice di aver risolto l'emergenza
monnezza a Napoli: nascondendo il pattume sotto il tappeto. Che succederà in
futuro? Questi 16 capitani coraggiosi devono rimanere fermi per cinque anni.
Dopo cinque anni possono rivendere le loro quote della Good Company. Secondo
voi che cosa fanno? Sono 16 soggetti nessuno dei quali ha il minimo
interesse e il minimo background per occuparsi di voli. Non gliene frega
niente dell'Alitalia, gliene importa in virtù delle contropartite.
Prenderanno le loro quote e le venderanno a quello che sta per diventare il
partner industriale, quello che sa come si fa a volare, che sarà AirFrance
se vincerà Tremonti o Lufthansa se vincerà Gianni Letta che ha gestito
questa operazione. Entro il 2013 questi possono rivendere. E che faranno?
Svenderanno, come si sa, ai francesi o ai tedeschi, così i francesi
dell'AirFrance si prenderanno la compagnia italiana, che diventerà compagnia
francese - non ci sarà più nessuna bandierina da nessuna parte, è tutto
finto che questa sia una cordata italiana - a condizioni migliori di quanto
se l'avrebbero presa se si fosse dato retta a Prodi e Padoa Schioppa.
Pagheranno quattro lire invece che due miliardi e seicento milioni che si
erano impegnati a pagare. La prenderanno anche molto più snella perché non
ci saranno più i dipendenti in esubero e i debiti da cui li avremo liberati
a spese nostre. Questa sì è la svendita di Alitalia ai francesi e agli
stranieri, mentre quella di Prodi non lo era. Avremo così una compagnia
francese che si chiamerà Alitalia e che probabilmente raschierà via molto
presto il simbolino dalle ali degli aerei.
Ci resta comunque una consolazione in tutto questo: in questi cinque anni
potranno continuare a fare il bello e il cattivo tempo in Alitalia: potranno
continuare a metterci il naso, avendo portato loro questi imprenditori.
Faranno fare a questi imprenditori più o meno quello che vorranno, sono
tutti imprenditori assistiti o amici dei politici, nel solco di quella
tradizione per la quale Alitalia è sempre rimasta in rosso: che la gestivano
con criteri politici e non manageriali.
Pensate soltanto che un mese fa il governo Berlusconi ha stanziato un
milione di euro per ripristinare l'imprescindibile volo Roma-Albenga tanto
caro al ministro Scajola che sta a 30 km da Albenga, cioè Imperia, e ci
tiene ad atterrare con l'aereo nel cortile di casa.E' meglio che rimanga
ancora un po' in mani italiane perchè la gestiscono così, un po' come il
vecchio ministro Nicolazzi gestiva le Autostrade e si faceva fare lo
svincolo a Gattico, proprio sotto casa sua, nella famosa autostrada
Roma-Gattico.
Tratto dal blog di Beppe Grillo di Marco Travaglio
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