[Redditolavoro] Riforma dei contratti
clochard
spartacok at alice.it
Thu May 15 00:32:47 CEST 2008
Riforma dei contratti
La voce di Epifani e quella dello SLAI COBAS
Non ho potuto migliorare la formattazione, il testo dello SLAI COBAS è "intrattabile"!!!
enrico
Una mediazione alta e importante
di Enrico Galantini
“La proposta di Cgil Cisl e Uil è un testo molto buono e molto avanzato. È una mediazione alta e importante”. Non risparmia gli aggettivi Guglielmo Epifani, di solito molto misurato nel dare giudizi e valutazioni. La soddisfazione è evidente per quello che da più parti è stato definito un accordo “storico”, e del resto sui temi della democrazia e della rappresentanza la proposta unitaria fa un balzo in avanti deciso rispetto agli anni passati. Ed è proprio sulla parte relativa alla democrazia che si appunta la prima considerazione di Epifani. “Neanche ai tempi della Federazione unitaria c’erano regole di questo valore e di questa importanza – spiega il segretario generale della Cgil –: nel testo si parla di una rappresentanza da misurare e da certificare attraverso un sistema misto di deleghe e di voti espressi attraverso le elezioni dell’Rsu. E insieme si definisce un percorso democratico per gli accordi confederali, ma valido anche come riferimento per il complesso delle categorie e delle strutture, che prevede nella fase iniziale, dopo la preparazione delle piattaforme da parte delle segreterie e dei direttivi, la consultazione nei posti di lavoro e tra i pensionati, e nel momento conclusivo, sulle intese raggiunte, il voto certificato di tutti i lavoratori e di tutti i pensionati”.
Rassegna Un grosso passo avanti su questi terreni, soprattutto da parte della Cisl che ha nel suo dna una storia diversa, che privilegia gli iscritti…
Epifani Tutti siamo coscienti di essere di fronte a una fase politico-sindacale assai complicata, nella quale l’unità tra le confederazioni assume un valore più importante che mai. Bonanni è una persona pragmatica, un sindacalista vero. Ha fatto le scelte giuste, come tutti noi, del resto.
Rassegna Questo sulla democrazia è il capitolo che completa la precedente bozza sulla contrattazione, peraltro rivista in qualche punto…
Epifani Il documento unitario uscito dal XV congresso della Cgil diceva che avremmo lavorato per la riproposizione di un modello unitario di riforma della contrattazione, e di riforma della democrazia e della rappresentanza, come momenti inscindibili della stessa piattaforma. È quello che abbiamo fatto. Per quanto riguarda la bozza precedente, abbiamo lavorato per togliere ogni motivo di ambiguità interpretativa. Il potenziamento e la qualificazione del secondo livello di contrattazione, come vengono definiti nel documento unitario, sono a mio avviso assolutamente corretti, sia per quanto riguarda il carattere accrescitivo della contrattazione aziendale di secondo livello, sia per lo svolgimento, in alternativa a questa, della dimensione territoriale, di sito, di filiera, secondo le diverse situazioni settoriali; così come l’intervento sull’organizzazione del lavoro, sul sistema degli orari, sulle flessibilità contrattate, sulla prevenzione e sicurezza nel lavoro sono espressi con una chiarezza assoluta.
Rassegna Forse le novità più significative rispetto alla bozza sono nel punto relativo al contratto nazionale…
Epifani Abbiamo lavorato perché non ci fosse nessun dubbio sul ruolo fondamentale e centrale del contratto di primo livello (che, ricordo, dovrebbe diventare triennale). Nel testo si dice che il contratto nazionale rappresenta ed esprime il diritto universale dei lavoratori e si applica in ogni azienda e in ogni parte del nostro territorio. Con la formulazione che abbiamo adottato non hanno più ragion d’essere le preoccupazioni, che erano emerse nella nostra discussione, su interpretazioni che potessero dare adito a ipotesi di una derogabilità del contratto nazionale. Il testo è, anche da questo punto di vista, assolutamente chiaro. Così come mi pare essenziale, per fugare ogni dubbio, la complementarietà tra i livelli prevista dalla proposta di documento: è un modo per dire che o c’è tutto, oppure l’equilibrio alla base della proposta non regge.
Per quanto riguarda le novità, abbiamo inserito, come riferimento dell’inflazione, il deflatore dei consumi interno o l’indice armonizzato europeo corretto con il peso dei mutui, strumenti che hanno una dinamica molto più sensibile rispetto al paniere dell’Istat e rappresentano un avanzamento molto forte nella direzione della tutela del potere d’acquisto. Già nella bozza c’erano l’abolizione delle una tantum, con la decorrenza dei nuovi minimi salariali dalla scadenza del vecchio contratto, e la possibilità di prevedere che la contrattazione salariale di secondo livello si sviluppi a partire da una quota fissata dagli stessi contratti nazionali. Con tutto questo, con la contrattazione di secondo livello, con una nuova politica dei redditi è possibile rispondere all’emergenza salari che denunciamo da tempo.
Rassegna Adesso c’è la consultazione. Poi si comincia a navigare in mare aperto…
Epifani Da lunedì 12, quando i direttivi unitari hanno approvato il documento, sono previsti 20 giorni di discussione. Spetta ai territori indicare i calendari delle assemblee nei luoghi di lavoro e nelle leghe nelle quali discutere con i lavoratori e con i pensionati del testo di questo documento e di quello in materia di fisco e di prezzi. Al termine delle assemblee gli organismi unitari faranno una valutazione degli esiti, delle valutazioni espresse, delle critiche, dei dubbi e dei consensi. Dal 21° giorno, o giù di lì, dovremo confrontarci con il sistema delle imprese e con il governo. Le opinioni che girano sono ormai note. C’è chi vuole un solo livello, c’è chi vuole scegliere quale livello a seconda delle convenienze, c’è chi vuole contrattare solo in azienda. Tutti sono contro la contrattazione territoriale. Non c’è da illudersi che sarà facile arrivare a un accordo sul modello contrattuale come quello che prefiguriamo noi, che è utile per tutto il mondo del lavoro, ma è fondamentale soprattutto per le fasce più deboli. Eppure dobbiamo provarci. L’unità tra Cgil Cisl e Uil è in questa fase più che mai fondamentale. Innanzitutto per condurre la barca del sindacato all’approdo di un buon accordo. E poi per cercare di portare il governo a fare le scelte giuste in questo difficile frangente economico. Anche se non mi nascondo che sono entrambe imprese assai difficili.
13 maggio 2008 http://www.rassegna.it/2008/sindacati/articoli/contratti04.htm
RIFORMA DEI CONTRATTI DI PADRONI-GOVERNO-SINDACATI DI STATO
DAL CONFLITTO ALLA COLLABORAZIONE DEGLI OPERAI
PER LA COMPETITIVITA’ E PRODUTTIVITA’ DEI PADRONI
I padroni vogliono “contratti a misura di capacita’ e merito” e i sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil rispondono con una proposta unitaria, decisa dall’alto dai tre segretari Epifani-Bonanni-Angeletti, da portare ai tavoli con il Governo che va nella direzione di annullare il contratto collettivo a favore del contratto individuale.
E che questo sia l’obbiettivo dei padroni, condiviso dai sindacati collaborazionisti, lo ribadisce il presidente dei giovani di Confindustria, Federica Guidi, quando dice che c’è bisogno di un modello contrattuale: “che dia realmente la possibilità ad ogni imprenditore, ad ogni collaboratore, di impostare un rapporto contrattuale che si basi sulle vere capacità di flessibilità , di meritocrazia.”…in sintesi: “ognuno deve diventare un po’ imprenditore di se stesso, con un nuovo modo per ogni persona di gestire il proprio rapporto contrattuale.”
Anche per Maurizio Sacconi (Pdl), ministro del Welfare, con la definizione di una proposta unitaria «sarà più agevole il confronto diretto tra parti sociali per arrivare ad un modello che consenta di remunerare meglio il lavoro in relazione al suo concorso ai risultati dell'impresa».
Ma vediamo cosa dice il documento di cgil-cisl-uil "Linee di riforma della struttura contrattuale":
La sola funzione che si attribuisce al contratto nazionale è quella della “difesa” del potere d’acquisto delle retribuzioni attraverso l’inflazione “realisticamente prevedibile”, che nella sostanza riprende il concetto dell’inflazione programmata, che dagli accordi del luglio 1993 tra sindacati-padroni-governo è stata la causa che ha portato all’emergenza salariale attuale.
Di fronte a buste paga più vicine a quelle dell’Europa dell’Est che di Francia e Germania, si è pensato bene di allungare a 3 anni il rinnovo della parte economica.
Nessuna richiesta di aumento retributivo reale è più ammesso a questo livello, per questo è ancora più urgente lottare per il recupero automatico del potere d’acquisto del salario in base al costo della vita attraverso il meccanismo della scala mobile.
Deroghe aziendali al contratto nazionale di categoria in cui trovare: “spazi di manovra salariale e normativa (…) in termini flessibili rispetto alle diverse specificità settoriali”
Se passa questa riforma del contratto nazionale di lavoro non si potrà più chiedere aumenti salariali sicuri e uguali per tutti i lavoratori “per i prossimi 20 anni” (affermazioni di rinaldini fiom), spostando definitivamente il baricentro verso il contratto aziendale, che coinvolge solo il 10% delle aziende e neanche il 30% dei lavoratori e dove gli “aumenti” di salario sono legati agli obbiettivi e ai parametri di produttività, qualità, efficienza delle aziende…..e per questo che si fa sempre più pressante la propaganda demagogica del governo di “detassare” premi e incentivi, ossia del salario variabile e quindi non sicuro e non per tutti i lavoratori.
Intanto il governo prepara una nuova disciplina fiscale per premi aziendali ed elargizioni unilaterali dell’azienda, assieme al discorso straordinari (già detassati in parte per le aziende da Prodi con l’accordo del Welfare).
In questo modo sarà persino possibile una nuova forma di evasione fiscale: per sottrarre ogni aumento retributivo all’aliquota IRPEF, sarebbe sufficiente farlo passare come straordinario.
Per finire il documento contiene un nuovo capitolo sulla rappresentanza e la democrazia, chiesto a gran voce dalla Cgil: dove sono ammesse alla contrattazione le sigle che superano la soglia minima del 5%, calcolata come media fra il numero degli iscritti e il numero dei voti alle elezioni delle Rsu, ogni categoria potrebbe fissare il proprio tetto di sbarramento…una norma per eliminare i sindacati di classe e di base e mantenere il monopolio dei sindacati amici dei padroni.
slai cobas ravenna <ravros at libero.it>; slai cobas Taranto <cobasta at libero.it>
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