[Redditolavoro] Torino: De Benoist , la “Nuova” Destra alla Libreria Comunardi

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Wed Mar 12 22:30:04 CET 2008


Torino: De Benoist, la “Nuova” Destra alla Libreria Comunardi

Venerdì 14 marzo, alla libreria Comunardi di via Bogino a Torino, Costanzo
Preve, che alcuni anni fa si autodefiniva “filosofo marxista” oggi
spostatosi verso la Nuova Destra, al punto da intrattenere una regolare
collaborazione con Diorama Letterario , presenta la sua ultima fatica, un
testo dedicato al guru della Nuova Destra, Alain De Benoist, il teorico
del razzismo differenzialista.
De Benoist sarà presente alla serata organizzata nella libreria diretta da
oltre un trentennio da Paolo Barsi. Nella locandina di presentazione gli
organizzatori ringraziano la Libreria per l’ospitalità.

Sia Preve che De Benoist si proclamano oltre la destra e la sinistra,
rinverdendo, l’uno da “sinistra”, l’altro da destra il mito tanto caro a
tanti neofascisti di ieri e di oggi.
Un mito rossobruno duro a morire e che vede rinverdire i suoi fasti
proprio tramite un lavoro di “infiltrazione” il cui successo è
testimoniato da personaggi che hanno ormai mutato di campo come Preve e
che oggi si pongono come ponte tra stalinisti e fascisti. (tutti, come è
ovvio, rigorosamente “post”)

Il testo di Preve “Il paradosso De Benoist” è editato da Settimo Sigillo,
ben nota casa editrice fascista.
Per chi volesse approfondire suggeriamo di visitare il sito delle edizioni
Settimo Sigillo (da notare i numerosi testi dedicati a Mussolini, al
cattolicesimo tradizionalista, ai gruppi rock neonazi, per non dire di
testi come “Italia fascista in piedi!”). L’indirizzo è:
http://sales.libreriaeuropa.it/default.asp

Vediamo un po’ di fare una breve genealogia della Nouvelle Droite francese
ed della corrispettiva Nuova Destra italiana per capire chi sia De Benoist
ed i suoi seguaci italiani.

In merito ci rifacciamo al recente testo di Pietro Stara uscito per le
edizioni Zero in Condotta di Milano “La Comunità escludente - La Nuova
Destra tra piccole patrie e Europa nazione”  e ad alcuni articoli dello
stesso Stara sul settimanale anarchico Umanità Nova.

Nel suo articolo - Differenzialismo razzista. La “nuova destra” di Alain
de Benoist - comparso su Umanità Nova numero 31 dell’ottobre del 2006
Stara così descrive la Nouvelle Droite: “fenomeno politico-culturale, nato
nel 1968, intorno all’organizzazione GRECE (Groupement de Recherches et
d’Études pour la Civilisation Européenne) e il cui leader, nonché teorico
indiscusso, è Alain de Benoist. Il termine “Nuova destra” fu fatto proprio
dal gruppo a seguito dell’attribuzione che diede loro il giornalista di
“Le Monde”, Thierry Pfister, all’interno di un articolo pubblicato il 22
giugno 1979.
La famiglia della Nuova Destra è composta oltre che dal GRECE e le sue
pubblicazioni, “Élements”, “Nouvelle école” e “Krisis”, dai fiamminghi
della rivista “Tekos”, dagli italiani legati a Marco Tarchi ed alle
riviste “Trasgressioni” e “Diorama Letterario”, alle case editrici “La
Roccia di Erec”, che pubblica le riviste citate precedentemente, ad
Arianna editrice, che edita tra gli altri De Benoist, Preve etc, a “Il
Cerchio Iniziative editoriali” spostato più sul versante storico e
cattolico tradizionalista (tra gli autori contempla ad esempio Franco
Cardini), dalla rivista argentina “Disenso” del peronista di sinistra
Alberto Buela.”
Prosegue Stara: “Il GRECE viene fondato nel 1968 da militanti provenienti
da diverse organizzazioni dell’estrema destra, in particolare dal FEN
(Federazione degli studenti nazionalisti costituitasi nel 1960) che
pubblica i “Cahiers universitaires”, dal mensile “Europe-Action” e
dall’insuccesso elettorale del REL (Rassemblement européen de la liberté)
alle legislative del 1967, coalizione promossa dal movimento razzista,
xenofobo ed anti-comunista denominato MNP (Movimento nazionalista del
progresso). L’ideologia che fa da elemento costitutivo al GRECE poggia
sostanzialmente su di un neo-nazionalismo europeo fondato su basi razziali
– differenzialiste: “La Nazione determina talvolta un’etnia, ma non si
confonde obbligatoriamente da essa. Essa è un dipartimento della razza.
L’etnia è un’unità razziale di cultura.”  Questo è per de Benoist ed i
suoi seguaci il presupposto per una politica planetaria di sviluppo
razziale separato: “Organizzare, con i differenti gruppi razziali del
mondo, una politica di coesistenza pacifica e liberale che permetta a
ciascuno di esprimere (
) le sue attitudini e i suoi doni. Sopprimere, in
proporzione, ogni contatto mirante alla fusione, all’inversione o allo
sconvolgimento dei dati etnici, o alla coabitazione forzata di comunità
differenti.”  Vedremo poi come, in modo variato, alcune di queste
tematiche si ritrovino oggi nelle teorie neo-comunitarie e delle piccole
patrie (Alain de Benoist è uno dei firmatari del manifesto di Massimo Fini
– Movimento Zero. Manifesto dell’antimodernità )
La prima rottura esplicita con il nazionalismo tradizionale francese di
Barrès o di Maurras, come abbiamo visto, avviene sulla questione del
nazionalismo europeo; la seconda invece, si consuma sulla questione della
metapolitica, o come detto da loro stessi, dalla lettura di Gramsci a
destra. Gramsci viene letto dal GRECE come teorico del “potere culturale”:
sta appunto alla destra organizzare questa controffensiva culturale
conquistando ambienti politici, mediatici, universitari etc.:
“L’economicismo liberale comincia allora ad essere fermamente denunciato
quanto l’economicismo marxista, e l’‘americanismo’, forma moderna
dominante dell’egualitarismo e del cosmopolitismo ‘giudeo-cristiano’,
diventa la figura del nemico principale”
La prospettiva antiegualitaria radicale del movimento politico GRECE si
risolve, naturalmente, in una prospettiva differenzialista altrettanto
radicale, la quale nega, in maniera intelligente, la superiorità razziale
richiamata dalle dottrine suprematiste fasciste o naziste, ma nega in
maniera altrettanto potente la possibilità della costruzione di un
meticciato che possa inficiare l’organicità presunta, naturalmente, con la
quale si sono costruiti nei millenni popoli, etnie etc. In subordine a
ciò, la supremazia di potenza viene relegata ad uno sviluppo storico in
cui le disuguaglianze trovano a confrontarsi ed a scontrarsi in rapporti
di forza per così dire “naturali”. Il presupposto teorico di tutto questo
è negare innanzitutto come intere civiltà si siano costruite sicuramente
attraverso lo scontro militare, ma anche attraverso lo scambio e la
contaminazione, pure fisica, di meticciato, tra intere popolazioni, a loro
volta prodotto di scambi avvenuti secoli prima. Il secondo presupposto è
quello di ritenere la formazione sociale, politica e culturale di intere
popolazioni come prodotto di rapporti forza esplicitati in natura, come se
il corrispondente organico della società, a-conflittuale in questa ottica,
fosse l’organicità del corpo umano. La società è specchio e riproduzione
del corpo (spirito, fisicità, intelligenza etc); la teoria razziale torna
prepotentemente da dove si pensava di averla fatta uscire: se il corpo è
sano, forte, intelligente
 allora la società, unione omogenea di interessi
che in essa, come nella famiglia trovano la sua ricomposizione è sana,
forte, intelligente e quindi predominante sul proprio territorio, ma anche
su quello degli altri, inferiori (diversi direbbero loro) per “natura”.
Il terzo congetturato è che le teorie egualitarie siano per forza di cosa
appiattenti, omologanti ed omogeneizzanti perché si fanno forza su dei
presupposti “naturali” sugli esseri umani che partono dall’idea
dell’unicità della razza umana, al di là delle differenze insite in
processi di diversificazione biologica, le quali non alterano il carattere
di eguaglianza tra le persone (un cuore,un cervello, due occhi etc.). Le
teorie egualitarie, dalle moderate a quelle estreme (comunismo ed
anarchismo), assumono al proprio interno che il prodotto della
differenziazione sociale sia in senso economico che in senso culturale e
politico sia passato a e passi attraverso processi storici contestuali
(geografici, climatici, risorse, numero di abitanti e facilità di
contatti
.) nei quali un ruolo significativo ha assunto il fenomeno dello
sfruttamento, fenomeno che in chiave moderna si può ascrivere alla lotta
di classe. I ragionamenti sulle differenze, passano, per gli egualitari
dal principio che comunque si debba fare riferimento alla singolarità
dell’essere umano ed alla varianza dei prodotti storici, che per le destre
assumono invece una forma di a-temporalità, questa sì univoca, insita
nella tradizione, o meglio nella Tradizione.”

Chi volesse leggere la versione integrale dell’articolo la trova:
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un31/art4407.html
Per approfondimenti sulla nuova destra consigliamo anche questi articoli:
“Nuova Destra. Identità e Comunità” è stato pubblicato su UN n. 35 del 2006
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un35/art4460.html
“Contro l’uguaglianza. Nuova Destra e religione” è stato pubblicato su UN
n. 40 del 2006
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un40/art4520.html
La Nuova Destra e l’Europa. Tra piccole patrie e impero uscito su UN n. 41
del 2006
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un41/art4537.html

Il razzismo differenzialista di De Benoist, il suo antiamericanismo in
nome dell’Europa nazione trovano in certe aree staliniste una discreta
audience. La tentazione di indossare la camicia rossobruna, che ha visto
in prima fila il Campo Antimperialista, sta trovando sempre nuovi adepti.

Per noi che siamo inguaribilmente antifascisti ed antirazzisti ci sono
pochi dubbi: nessuno spazio per i fascisti vecchi e nuovi, nessuno spazio
per chi in nome della Tradizione, sogna un’Europa etnicamente “pura”
riecheggiando con altre parole teorie che si sono realizzate nel sangue,
nei lager, nell’eliminazione di oppositori politici, ebrei, zingari


Combattiamo il fascismo e chi ci collabora!
Boicottiamo Comunardi!

Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46 – Torino
La sede è aperta ogni giovedì dalle 21 in poi
338 6594361
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