[Redditolavoro] OPERAI MASERATI; UN ARTICOLO 16 DICEMBRE 2008...

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Wed Dec 17 01:09:00 CET 2008



		
		La Maserati licenzia e i lavoratori scendono in lotta	
	



	
			
			Martedì 16 Dicembre 2008 18:27		
		
		
		

		
								
						
					
						
						
				
						
						
						
	
	



di Anna Maria Bruni      112
lavoratori interinali licenziati alla Maserati di Modena, azienda di
Montezemolo. Accade il 12 dicembre, giorno dello sciopero della Cgil, e
come per lo sciopero, anche per questi lavoratori il silenzio stampa è
totale. Le direttive di governo e Confindustria sono chiare. Ma i
lavoratori non ci stanno. Lo sciopero spontaneo di 8 ore è immediato e,
soprattutto, compatto. Lavoratori fissi, a tempo determinato e precari
sono uniti nel dire no a questi licenziamenti, e a tutto quello a cui
preludono. “La crisi a cui assistiamo - recita la nota immediatamente
emessa dalle Rsu Fiom-Maserati/Scaglietti – potrebbe avere
ripercussioni anche alla Ferrari, – ed è evidente, prosegue – la
drammatica fragilità dei lavoratori precari e la necessità, anche con
lo sciopero generale proclamato dalla Cgil, di rivendicare misure
urgenti e strutturali per tutelare coloro che sono ai margini
dell’agenda sociale, economica e politica del nostro Paese”.

  La risposta è immediata quindi, e 300 lavoratori circa, questo è il numero degli addetti Maserati, scendono in sciopero.  Ma
la ritorsione dell’azienda non si fa attendere: stamattina un delegato
Fiom viene sospeso con preavviso di licenziamento. Accusa: rissa e
linguaggio poco ortodosso durante gli scioperi di giovedì. Il gesto è
politico e si denuncia da solo, con questi argomenti. I testimoni sono
tanti, e tutti sanno che non è successo niente, oltre alla ridondanza
del provvedimento rispetto alle motivazioni. E in più è una mossa
miope: se voleva “colpirne uno per educarne cento” Montezemolo ha fatto
male i conti. La rabbia, dopo i licenziamenti di giovedì, si è
definitivamente scatenata stamattina, e proprio mentre scriviamo
lavoratori e delegati sono tutti fuori a presidiare la fabbrica.   Nel
frattempo, hanno mobilitato le istituzioni e i giornali locali, la
stampa nazionale e hanno ottenuto un incontro con l’azienda per giovedì
prossimo insieme alle istituzioni locali.  Mentre
sono fuori i cancelli, Giuseppe Violante, delegato Fiom, denuncia i
fatti a Dazebao. “Con una decisione unilaterale, giovedì scorso, dopo
l’incontro con i sindacati – racconta – l’azienda ha deciso di non
rinnovare i contratti a 112 lavoratori interinali dei nostri. Dopo 18,
20 mesi di contratti rinnovati, a un passo da quella che poteva
prospettarsi come una conferma definitiva del posto, ecco che
improvvisamente gli dicono: dal 31 dicembre non ci servi più”. E non
c’è niente per loro: niente dentro la fabbrica e niente fuori.
“Inaccettabile. E ancor di più se pensi che qui da noi la crisi non si
sente, la produzione va bene. Eppure il piano industriale che stanno
mettendo a punto – racconta il delegato - prevede per il 2009 un calo
della produzione del 20-30%”. E’ tantissimo. E non si parla di cassa
integrazione. C’è altro. “A marzo scade il contratto ad altri 30
lavoratori. Sono a tempo determinato. Il rischio reale è che non gli
venga rinnovato il contratto”.   In
sostanza il rischio è quello di diventare la metà, da 300 circa a 150,
e produrre il doppio. E considerando che “gli interinali licenziali
sono proprio i lavoratori con più carichi di lavoro” ci dice Violante –
una saturazione del 90-95% su 70-80%” c’è da crederlo.  Appena
avuta la notizia del licenziamento, Fiom e Rete 28 aprile, area
programmatica della Cgil, hanno immediatamente diramato un comunicato,
con il quale entrambe le organizzazioni, oltre ad esprimere il proprio
sostegno al delegato  e a tutti i lavoratori in lotta, denunciano
“l’ennesimo atto di repressione compiuto dalla Fiat Maserati”.
Ritorsioni e provvedimenti repressivi alla Fiat fanno storia dai tempi
di Valletta, infatti, ma “con questo atto, prosegue la nota Fiom, la
Fiat Maserati, invece di aprire il confronto sindacale per una
soluzione positiva della vertenza, si assume la responsabilità di
inasprire il conflitto sociale in corso”. Anche la Rete sottolinea con
forza questo punto. “Ancora una volta – si legge nella nota – si
dimostra che sono proprio le aziende più grandi, i manager più
importanti, che in Italia stanno aggravando la crisi con i loro
comportamenti antioperai e antisindacali. Mentre in Germania il governo
chiede agli industriali di bloccare i licenziamenti – proprio ciò che
chiedono Cgil e Fiom – in Italia Montezemolo, come altri, aggiunge ai
licenziamenti di precari licenziamenti politici da anni Cinquanta”.  La
nota inoltre ricorda che la Maserati oggi non è in crisi, nessuno è in
cassa integrazione. Dunque, i segnali, alla vigilia dell’accordo per la
riforma del contratto nazionale, indicano un’altra direzione.
Produttività, merito, fino alla parcellizzazione della contrattazione
affidata al potere contrattuale del singolo. Chi è protetto da un
contratto già ora ha più possibilità di chi non ha contratto fisso né
ammortizzatori sociali. Elementi da cui si legge la traduzione in
pratica di quella riforma prima e al di là dell’accordo con i sindacati.  Ma
alla Maserati non ci stanno a farsi dividere. I lavoratori sono
compatti, che siano fissi o precari, e anche domani aspetteranno
l’incontro di giovedì picchettando i cancelli e fermando il traffico di
Modena.
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