[Redditolavoro] sul dibattito triste, che allora tanto triste non è....

Emiliano Laurenzi emiliano_laurenzi at yahoo.it
Sat Aug 30 20:04:15 CEST 2008


Michele, scusa il ritardo, ma ci tenevo a risponderti, perché i temi toccati ci riguardano tutti.
 
 
--- Gio 21/8/08, michelangelo.depinto at fastwebnet.it <michelangelo.depinto at fastwebnet.it> ha scritto:
Da: michelangelo.depinto at fastwebnet.it <michelangelo.depinto at fastwebnet.it>
Oggetto: Reply: RE: [Redditolavoro] dibattito triste
A: redditolavoro at ecn.org
Data: Giovedì 21 agosto 2008, 15:00
 
Sai che faccio non pochio sforzi per capirti e finisco per non capirci niente
di ciò che scrivi, Emiliano?

Cazzo, allora sto proprio messo male a chiarezza!!! 
 
 
All'inizio della mail scrivi: 
 "Che dibattito triste. Io trovo che lo sfruttamento sia lo stesso per
tutti, ma che i fascisti lo leggano in un modo parziale, fondamentalmente senza
capire - o voler capire - che l'identità dello sfruttato non è declinabile
nazionalmente o etnicamente, ovvero riaffermando sempre un'identità
"centrale", forte, mai messa in discussione. Per questo le loro
risposte sono costitutivamente violente, razziste, intolleranti, omofobe, e via
di questo passo... "
E fin qui siamo sostanzialmente d'accordo.

E almeno una volta mi sono fatto capire! 
 

Poi scrivi:"Lo strutturarsi di contestazioni ed antagonismi non è
patrimonio di una o dell'altra parte, ma è solo un modo di articolare
l'identità in modo politico. Ed è qui che si gioca l'enorme differenza
con loro.
 ...E dico triste pensando al dibattito non per quello di cui si dovrebbe
parlare, ma per la sorveglianza e l'ortodossia che pretende di
controllarlo."
Che minchia significa? La mia partecipazione attiva a una logica anarchica di
cambiamento totale non è fatta per prendermi il monopolio del dirito alla
"lotta e al cambiamento totale". Da come la metti, Emiliano, sembra
che ci sia una sorta di scontro tra noi e i fasci per accapparrarsi il monopolio
delle lotte concrete oltrechè di una logica complessiva di cambiamento totale.
 
No, il fatto è che talvolta ci si stupisce che altri - i fascisti - cavalchino battaglie che politicamente sappiamo non appartenere loro. Che non gli appartengano, ai fascisti, le lotte per la casa ad esempio, è assodato. Meno assodato è che anche sulle battaglie che loro intraprendono per confondere le acque e fomentare le intolleranze che sempre accompagnano il disagio sociale quando è privo di coscienza politica, anche su quello scontiamo una mancanza di riflessione, una difficoltà di confrontarci con ciò che ovviamente non ci appartiene, ma con cui DOBBIAMO confrontarci. La battaglia per la casa è un dato di fatto. Che loro la organizzino per i loro scopi, ed i modi in cui lo fanno, è su questo che secondo me manca da parte nostra una capacità d'intervento, ed è inutile che ogni volta che si tenta una riflessione sui fascisti e su come smontare la loro retorica (e non è che anche noi non ne abbiamo di retorica), si diventi loro sospetti
 simpatizzanti... 
La loro retorica per farlocchi fa presa, ma non per questa può essere trascurata, dato che fa presa. Sul peggio, certo. Ma io sono propenso a credere che lo crei il peggio, e faccia presa su chi è confuso. Su chi è affetto dal bisogno di appartenenza. Loro intraprendono queste lotte proprio per appropriarsi del monopolio del disagio sociale, da indirizzare sugli obiettivi che si confanno al loro essere fascisti (lo straniero, lo zingaro, il negro, il gay e via dicendo). Come anarchici è ovvio che non ci interessa avere questo tipo di monopolio. Il fatto è che in questo momento tutte le pulsioni gregarie hanno la meglio sulla lucidità. E cercare di capire la loro retorica, non può essere fatta passare per simpatia nei loro confronti.
 
Altro non riesco a capire e non son neppure certo di aver capito cosa intendi.
E dov'è la presenza dell'ortodossia e della sorveglianza? Cosa vuoi
dire veramente, Emiliano?
Che sarebbe giusto aprire a tutti? Cioè che sarebe giusto non farsi proprio il problema di avere eventualmente al proprio fianco i fasci a lottare con noi per un qualunque obiettivo "parziale"?
 
Aprire a tutti? Io non ci penso proprio a fare mia la battaglia di un fascista, né mi pare di aver mai dato neanche l'impressione di voler avere qualcosa a che fare con certi personaggi. Ma aprire non significa necessariamente aprire a loro, che dici? Aprire significa magari accogliere chi non ha idee ancora ben delineate ma cerca un ascolto prima ancora che delle risposte, è in una fase confusa, o magari è preda dello schifo per la vita che fa, che non è una cosa tanto strana visto le vite che facciamo.
Tu pensi che tutti gli sfruttati, i sottomessi, il popolo degli umiliati ed offesi, abbia la lucidità di capire che l'unica speranza è la solidarietà con gli altri? Purtroppo ti sbagli, e non lo dico con gioia, anzi! La maggior parte delle volte le vittime della violenza capitalista e fascista, fanno propria quella violenza, nel loro essere delatori, capetti, nel loro bersi fino all'ultima goccia la logica della guerra dei poveri, la logica per cui chi soffre le mie stesse ingiustizie non è mio compagno, no, è mio nemico, la logica razzista, gregaria, quella che ti rinchiude nel tuo bozzolo identitario - quello su cui si appoggianio tutti i fascismi.
Esistono milioni di persone così, che ondeggiano fra la disperazione, lo schifo e potenzialmente l'odio, il razzismo.
L'ortodossia e la sorveglianza io le vedo come le barriere che spesso impediscono il confronto aperto, e magari il coinvolgimento di questo popolo cieco e sordo. Non possiamo ridurre la partecipazione alle lotte che si intraprendono ad un fatto di biografismo. Ed io detesto l'indottrinamento, i pensieri esclusivisti, il dogmatismo. Questo NON significa che vorrei mai avere a che fare con un fascista, o che penso che dovremmo condividere alcunché. L'ortodossia e la sorveglianza sono la manifestazione del rifiuto anche di affrontare snodi critici della nostra attuale incapacità di far arrivare i messaggi, di sensibilizzare, di coagulare partecipazione, di suscitare desideri. Ed allora si fa selezione. Ed io lo trovo idiota.
 
E allora qual'è la mia "ortodossia"? Sono ortodosso perchè
rivendoco il mio assoluto rifiuto di avere a che fare in NESSUN MODO E PER
NESSUNA RAGIONE  con quella feccia lurida? Pratico "il controllo" su
Matilde-Anna perchè mi prendo la mia libertà di dire ciò che penso? Se non lo facessi praticherei un "auto-controllo" su di me e non ho proprio
voglia di "autocontrollarmi", figurati!

Praticare il controllo? L'autocontrollo. Ma che diamine! Il bello di stare qui insieme è che nessuno si deve mai sentire accusato, investigato. Che nessuno debba mai sentirsi dire "da che parte stai?". Perché queste domande non fanno bene a noi, e ci precludono il contatto con chi ancora non ha una consapevolezza chiara delle cose. Oltre ad essere di per sé distruttive, da ghetto politico.
In ogni caso lo ammetto, a me sta sulle palle qualsiasi modo di pensare che tarpa la libertà di confronto, che mette in ballo l'appartenenza come conditio sine qua non per il dibattito. Mi sta sulle palle chi non accetta il confronto a viso aperto, anche mettendo in discussione i propri punti di vista. Tutte le strutture ed i gruppi dove era richiesta conformità, ubbidienza, rispetto, mi sono state sulle palle. Ammetto i miei limiti di anarchico con una vena d'individualismo, lo ammetto. Ma ammeterai anche che questo settarismo è una tara profonda che ci si porta appresso... Ed anche più di una tara, a volte.
 
Ma può essere che di ciò che hai scritto io non abbia capito niente oppure ho capito molto poco.
ma tu che dici, è colpa mia?
ciao
 
Forse sono stato un po' involuto io, ma lasciamo stare termini come colpa... Lasciamoli ai preti e ai fascisti, che ne dici?

saluti libertari
Emiliano
 
 

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