[Redditolavoro] indennità di disoccupazione a prescindere
matilde
matilde at inventati.org
Wed Aug 6 07:14:12 CEST 2008
ciao, vi segnalo
Riforma degli ammortizzatori sociali.
PORETTI, PERDUCA, BONINO
Il Senato,
premesso che:
per completare la riforma Biagi del mercato del lavoro è necessario
«disporre anche in Italia di un nuovo assetto della regolazione e del
sistema di incentivi e ammortizzatori, che concorra a realizzare un
bilanciamento tra flessibilità e sicurezza»;
è necessario riformare integralmente il sistema delle integrazioni al
reddito dei disoccupati con un sistema universale di ammortizzatori sociali
che assicuri il lavoratore nel momento in cui passa dallo stato di
occupazione a quello di disoccupazione, come è stato ripetutamente ribadito
dallo stesso Marco Biagi in numerose pubblicazioni; l'attuale sistema di
ammortizzatori, infatti:
è iniquo, perché solo il 28,5 per cento delle persone in cerca di lavoro e
solo 22,5 per cento dei disoccupati riceve una integrazione al reddito. In
Italia, su cento disoccupati poco meno di un quarto riceve un sussidio
mentre tre quarti devono arrangiarsi come possono. Ma anche fra quanti hanno
il privilegio di ricevere un sussidio di disoccupazione, si registra
un'ulteriore ingiustizia fra chi appartiene alle categorie privilegiate che
riceve un sussidio che copre l'80 per cento dell'ultima retribuzione per un
periodo che può essere prorogato anche fino a sei anni, mentre la
maggioranza, i meno rappresentati, deve accontentarsi per sei mesi del 50
per cento dell'ultimo stipendio e per il settimo mese del 40 per cento;
non compensa la maggiore flessibilità del lavoro con maggiore sicurezza,
perché non offre alcuna tutela significativa ai lavoratori non standard,
quelli che passano da un'attività all'altra con frequenti periodi di
disoccupazione (2,7 milioni). Fra questi vi sono:
2 milioni di dipendenti a tempo determinato che possono beneficiare solo
della modesta indennità di disoccupazione per 8 mesi al 60 per cento dello
stipendio;
un po' meno di 700.000 co.co.co e co.co.pro, apprendisti e occasionali che
sono completamenti esclusi da qualsiasi forma di copertura per i periodi di
disoccupazione;
6 milioni di autonomi in gran parte privi di alcuna tutela contro la
disoccupazione; tutela il posto di lavoro non i lavoratori, perché
costituito in gran parte dalle due casse integrazione - istituti sconosciuti
negli altri paesi industrializzati - che prevedono, solo per alcune
categorie privilegiate, la conservazione formale del posto di lavoro anche
quando la crisi è irreversibile e, in alcuni casi, quando la fabbrica è
chiusa e la prosecuzione del sussidio con l'indennità di mobilità,
possibilmente fino al pensionamento. La rigidità del mercato e l'uso
distorsivo dei sussidi è un ostacolo alla mobilità, emargina definitivamente
i lavoratori dal mercato del lavoro e impedisce di assicurare loro le
condizioni per trovare più facilmente e velocemente un altro impiego, anche
attraverso una migliore qualificazione professionale;
deresponsabilizzante e inefficiente, perché gli ammortizzatori, in alcuni
casi troppo generosi per l'entità del sussidio e la sua durata,
disincentivano la ricerca del lavoro e favoriscono il lavoro nero, non sono
vincolati a misure per il reinserimento lavorativo, all'impegno di ricerca
attiva del lavoro da parte del disoccupato (patto di servizio) e di fatto
non consentono di sanzionare chi si sottrae a questo impegno non accettando
le offerte di lavoro proposte dai servizi pubblici e privati per l'impiego;
è disorganico e basato sull'abuso delle deroghe, perché costituito da un
numero eccessivo di misure e di eccezioni per singole categorie, con una
stratificazione normativa che produce abusi, diversamente dagli altri paesi
europei dove sono previsti al massimo tre livelli: assicurativo,
assistenziale e d'inserimento;
è dispendioso a causa del buco nero dell'agricoltura, perché mentre tutti i
trattamenti d'integrazione al reddito previsti per il sistema industriale e
per i servizi si autofinanziano interamente (prestazioni e coperture
figurative) attraverso i contributi di imprese e lavoratori, i diversi
sussidi per l'agricoltura producono un saldo passivo di 1,3 miliardi di euro
a fronte di contributi pari a 86 milioni, distribuendo a pioggia sussidi a
quasi 600 mila lavoratori agricoli su 990 mila (60 per cento);
l'articolo 28 della legge 24 dicembre 2007 n. 247 delega il Governo ad
adottare, entro 12 mesi, uno o più decreti legislativi finalizzati a
riformare la materia degli ammortizzatori sociali per il riordino degli
istituti a sostegno del reddito, nel rispetto dei principi e criteri
definiti dalla stessa legge,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative volte ad attuare la delega prevista
dalla legge 24 dicembre 2007 per la riforma degli ammortizzatori sociali al
fine di creare «uno strumento unico indirizzato al sostegno del reddito e al
reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati senza distinzione di
qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di
contratti di lavoro», integrato, sulla base del modello di welfare to work,
alle politiche attive del lavoro e a un regime sanzionatorio dei
comportamenti elusivi dell'impegno a una ricerca attiva del lavoro da parte
del disoccupato.
Vorrei sentire in proposito che iniziative intendono prendere i sindacati
atipici (dormienti?) che a questa lista partecipano.
Grazie
matilde
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