[Internazionale] Osce: la Turchia blocca 3.700 siti web, servono riforme.

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Tue Jan 19 00:55:05 CET 2010


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ROMA 19 GENNAIO 2010- ANNO 8°
REDATTORE JURI CARLUCCI
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REUTERS Osce: la Turchia blocca 3.700 siti web, servono riforme
lunedì 18 gennaio 2010 14:59

VIENNA (Reuters) - L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in 
Europa ha reso noto oggi che la Turchia blocca circa 3.700 siti web per 
"ragioni politiche e arbitrarie" e ha chiesto riforme della cornice legale che 
indichino l'impegno di Ankara in favore della libertà di espressione.
Milos Haraszti, osservatore sulla libertà di stampa dell'Osce -- organismo 
composto da 56 nazioni europee -- ha detto che la legislazione turca su 
Internet non riesce a difendere la libera espressione e che andrebbe riformata 
oppure abolita.

"Nella sua attuale forma, la legge 5651, comunemente nota come legge su 
Internet in Turchia, non soltanto limita la libertà d'espressione, ma restringe 
in modo severo il diritto d'accesso dei cittadini all'informazione", ha detto 
Haraszti in un comunicato.

Il "monitor" Osce ha reso noto che la Turchia, candidata all'ingresso 
nell'Unione europea, blocca l'accesso a 3.700 siti web, tra cui YouTube, 
GeoCities e alcune pagine Google perché la legislazione di Ankara su Internet è 
troppo ampia e soggetta a interessi politici.

"Anche se alcuni dei contenuti definiti 'cattivi', come la pedopornografia, 
deve essere sottoposti a sanzione, la legge non è adatta allo scopo. Invece, 
bloccando l'accesso dalla Turchia a interi siti web, paralizza accesso a 
numerose e moderne reti di condivisione file o di socializzazione", ha detto 
Haraszti.

"Alcune delle ragioni ufficiali per bloccare Interen sono arbitrarie e 
politiche, e dunque incompatibili con gli impegni per la libertà d'espressione 
dell'Osce".

Haraszti ha detto che la legge turca non riesce a salvaguardare la libertà 
d'espressione, e che numerosi articoli del codice penale vengono usati contro i 
giornalisti, che rischiano anche il carcere.

"Quindi 'riformare o abolire' la Legge su Internet è la nostra principale 
raccomandazione... (per garantire che i turchi possano essere) parte 
dell'attuale società globale dell'informazione".

I timori per la libertà di stampa un Turchia sono aumentati dopo i tentativi 
delle autorità statali di incassare una multa da 3,3 miliardi di dollari in una 
contesa fiscale con il gruppo media Dogan, nell'ambito delle pressioni su Dogan 
affinché rispetti la legge che limita la proprietà straniera nelle aziende 
turche


A ottobre, nel suo rapporto annuale sui progressi della Turchia verso 
l'ingresso nella Ue, ha invitato Ankara a trattare Dogan in modo equo e ha 
detto che il Paese deve fare di più per proteggere la libertà d'espressione e 
la stampa.
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Turchia: il clero ortodosso rischia il proprio futuro
di Federico de Renzi per Limes

RUBRICA TURCHIA/TURCHIE.

 Il Governo dell’Akp sta facendo di tutto perché il seminario di Khálki non 
apra. Le istituzioni ortodosse e i pochi greci rimasti in Turchia sono ancora 
oggetto di pregiudizi. Nonostante le promesse fatte da Erdoğan, le future 
generazioni del clero ortodosso rischiano di non avere un futuro.

Nei 1.700 anni dalla sua fondazione sulle rive del Bosforo, il patriarcato 
greco-ortodosso di Istanbul (per gli ortodossi Costantinopoli) è sopravvissuto 
a molte crisi e a sfide cruciali per la sua stessa esistenza, su tutte la IV 
Crociata con il successivo esilio di Nicea (1204-1261), il Concilio di Basilea-
Firenze-Ferrara (1431-1439) e l’indipendenza del patriarcato di Mosca (1448), e 
infine la caduta di Costantinopoli (29 maggio 1453). Quando Ghennadios II 
Scholarios (1454-1464), divenne Capo comunità (Milletbaşı) dei Rûm (i cristiani 
greco-ortodossi) dell’Impero per ordine di Mehmet II il Conquistatore, il 
patriarca mantenne la sua sede nella chiesa della Theotókos Pammakaristós (VIII-
XI sec.). 

Quando questa venne trasformata in moschea da Murad III per celebrare la sua 
vittoria (fetih) in Georgia e Azerbaigian nel 1586, con il nome di Fethiye 
Camii (Moschea della Vittoria) il patriarca si trasferì nella piccola chiesa di 
San Giorgio, nel quartiere di Fener. Dal 1° ottobre 1844 il patriarcato forma i 
quadri dell’ortodossia di tradizione greca nella Scuola di Teologia di Khálki. 
Questa venne fondata dal patriarca Germanos IV (1842-1845; 1852-1853), sulle 
rovine del monastero della Santa Trinità (seconda metà del IX secolo), nell’
Isola di Heybeliada, la seconda in grandezza tra le Isole dei Principi. Dal 
1453 fino alla creazione della Repubblica di Turchia nel 1923, il patriarcato 
Ecumenico di Costantinopoli rappresentò il simbolo della sola unità spirituale 
dei Cristiani ortodossi; mentre infatti le singole chiese autocefale nate tra 
il 1453 e il 1913 (seconda Guerra Balcanica), da quella di Kiev/Mosca fino a 
quelle di Serbia e di Romania, eleggevano i propri patriarchi, il patriarca 
ecumenico, da sempre primus inter pares, con la nascita della Repubblica 
kemalista divenne insieme il capo della chiesa di Turchia e il simbolo della 
Chiesa spirituale. 

Ora, il piccolo seminario, chiuso nel 1971 in seguito alla politica anti-
turca della Grecia dei Colonnelli (1967-1974) e istituzione di punta del 
Cristianesimo greco-ortodosso, sta diventando una pedina nella nuova partita 
tra Grecia e Turchia. Il primo ministro Recep Tayyip Erdoğan, ha messo in 
relazione dei possibili miglioramenti giuridici per il patriarcato e i greci di 
Turchia con simili passi per la minoranza turca in Grecia...........

L'ARTICOLO LO POTETE TERMINARE DI LEGGERE AL LINK  SEGUENTE
http://temi.repubblica.it/limes/turchia-il-clero-ortodosso-rischia-il-proprio-
futuro/10235?h=0


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LA VOCE
L'ipotesi e' il 'delitto d'onore'  
Turchia, giallo sulla morte di una dodicenne
A scuola aveva scritto a un compagno "Ti amo"e l'insegnante aveva avvertito 
il padre.

Oggi il quotidiano turco ‘Varan’ ha riferito la vicenda della 12enne Meryem 
Sokmen, alunna della scuola media del villaggio di montagna di Somkay, morta 
nella sua cameretta per un colpo di fucile.

La Procura della Repubblica della città di Agri, nel nord-est della Turchia 
presso il confine con l'Iran, ha aperto un'inchiesta per accertare se la 
ragazzina si sia suicidata sparandosi con il fucile del padre o sia stata 
uccisa dal genitore in quello che potrebbe essere un ennesimo caso di ‘delitto 
d'onore’, pratica molto diffusa in Turchia, dove ogni anno oltre 200 donne 
vengono uccise per motivi legati ad ancestrali codici familiari.

Il 7 gennaio scorso Meryem era stata sorpresa dalla sua insegnante mentre 
passava ad un compagno un bigliettino con su scritto ‘ti amo’. La maestra aveva 
quindi convocato il padre della giovane, membro della milizia rurale dei 
guardiani di villaggio, e gli aveva consegnato il biglietto sequestrato. Il 
giorno seguente Meryem non si è presentata a scuola e, secondo il racconto dei 
genitori alla polizia, si è chiusa nella sua stanza e si è sparata con l'arma 
del padre.

Tuttavia il racconto non deve aver convinto le forze dell’ordine, anche 
perché 13 anni fa un'altra figlia della coppia, Necla, era morta in circostanze 
analoghe. Mentre si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo della 
dodicenne, il Provveditorato agli studi di Agri ha aperto un'inchiesta per 
accertare eventuali responsabilità dell'insegnante. 

Eleonora Ballatori

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UNA RIUNIONE
Settimana internazionale di solidarietà a Euskal Herria Mercoledì, 20 Gennaio 
2010 alle ore 21.00 
C.S.A. VITTORIA via Friuli angolo via Muratori Milano RIUNIONE in 
preparazione delle iniziative di FEBBRAIO 2010 (Settimana internazionale di 
solidarietà e corteo nazionale del 20 febbraio) 

Alla riunione sono invitati tutti coloro che intendono collaborare con le 
iniziative con/per i Paesi Baschi, in particolar modo durante la settimana di 
solidarietà con Euskal Herria di febbraio, e tutti coloro che intendono 
ospitare nei propri spazi e realtà dibattiti, concerti, cene eccc... durante la 
settimana di solidarietà di febbraio. 

ODG: 
- Manifestazione nazionale del 20 febbraio: appello, gestione del corteo, 
adesioni ecc...... 
Saranno presenti i rappresentanti delle associazioni che hanno co-indetto il 
corteo (curdi, palestinesi, sudamericani, ecc...) 
- Organizzazione e gestione di tutti gli appuntamenti della settimana di 
solidarietà con Euskal Herria (6-14 febbraio 2010) 
- Aggiornamenti dalla riunione nazionale di EHL che si svolgerà sabato 16 
gennaio. 
 

Organizza: Comitato Amici e amiche di Euskal Herria 
Contatti 
◦vittoria at ecn.org 

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