[Ezln-it] Ayotzinapa e il tradimento della quarta trasformazione

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Oct 18 20:00:15 CEST 2022


Ayotzinapa e il tradimento della quarta trasformazionedi Christian Peverieri https://www.globalproject.info/it/mondi/ayotzinapa-e-il-tradimento-della-quarta-trasformazione/24201
Nelsettembre 2018 Andrés Manuel López Obrador, da poco elettopresidente ma non ancora in carica, promise ai genitori dei 43ragazzi di Ayotzinapa, scomparsi quattro anni prima, il suo impegnoper risolvere il caso promettendo che non li avrebbe delusi otraditi. Ancora oggi, a quasi quattro anni dall’inizio del suomandato e a otto dalla sparizione forzata, continua a dichiarare ilsuo impegno per arrivare alla verità e fare giustizia. Tuttavia trail dire delle sue parole e il fare delle sue azioni c’è di mezzoil muro dell’impunità, che ogni giorno di più diventa sempre piùincombente e di cui il presidente stesso si sta rendendo complice. Adagosto, il sottosegretario per i diritti umani e Presidente dellaComisión de la Verdad y la Justicia (COVAJ) Alejandro Encinas hapresentato un discusso report nel quale ha ammesso pubblicamente chela sparizione forzata fu un crimine di Stato e che ci fu lacollusione e l’intervento di diversi ordini di governo con lapolizia di Iguala e con il gruppo criminale dei Guerreros Unidos.Nello stesso report dice altre due cose importanti: da una parte chenon ci sono indizi che i ragazzi siano ancora vivi e dall’altra chela pubblicazione del report stesso è parziale per proteggere leindagini. Ilgiorno successivo, un altro colpo di scena: su ordine della FGR(Fiscalía General de la República) viene arrestatoJesús Murillo Karam,ex procuratore capo dell’estinta PGR ma soprattutto la mente dellacosiddetta “verdadhistórica”.Con l’arresto di Murillo Karam vengono spiccati altri 82 ordini dicattura, tra cui funzionari pubblici, militari ed ex poliziotti,tutti implicati nel caso a vario titolo. Report e richieste diarresto colgono impreparati sia i genitori sia la UEILCA (UnidadEspecial de Investigación y Litigio del casoAyotzinapa), dal momentoche nessuna autorità ha pensato di metterli al corrente deglisviluppi delle indagini come invece erano gli accordi con ilPresidente. Vista l’importanza delle informazioni contenute nelreport, i genitori si prendono qualche giorno di riflessione perdiscutere con il GIEI prima di prendere una posizione in merito allenuove rivelazioni. Parla solo l’avvocato Vidulfo Rosales che temel’entrata «in una fase in cui il governo dirà che c’è unanuova verità».Sulreport della COVAJ qualche giorno dopo si esprime infine anche ilGIEI che sottolinea l’importanza della condivisione coi genitori econ l’unità speciale di investigazione (la UEILCA) del percorsoinvestigativo prima che questo venga reso pubblico. Durante la marciadi protesta del 26 agosto, i genitori rilasciano una brevedichiarazione:«Non possiamo arrenderci nella lotta fino a quando non avremo lapiena prova di dove si trovano. Sarà doloroso per le nostre famiglieconoscere il loro destino soprattutto se senza vita, ma se ci darannoprove oggettive, scientifiche e indiscutibili, andremo a casa apiangerli e a vivere il nostro lutto. Ad oggi non abbiamo questeprove, quindi, la nostra lotta continua». A metà settembre igenitori ritornano nelle strade a protestare, davanti alla ZonaMilitare numero 35, presa a simbolo del coinvolgimento dell’esercitonel crimine. Qui i genitori denunciano come, a quasi un mese didistanza dall’annuncio degli 83 ordini di cattura, oltreall’arresto mediatico di Murillo Karam ancora nulla si è fatto perconsegnare alla giustizia le altre persone coinvolte, in particolarei 20 militari. Il giorno successivo viene arrestatoJosé Rodríguez Pérez,comandante del 27° Battaglione di Iguala al momento della sparizioneforzata dei 43 studenti. Ancora una volta, i genitori denunciano lamancata informazione da parte delle autorità. Perla settimana che precede l’ottavo anniversario, genitori,organizzazioni di difesa dei diritti umani e organizzazioni sociali,promuovono una serie di iniziative per mettere pressione alleautorità e denunciare i passi indietro nel caso. Il 21 un presidiodavanti alla sede dell’ambasciata israeliana denuncia come lo statomediorientale protegga uno dei principali responsabili del crimine,Tomás Zerón de Lucio, da tempo rifugiatosi in Israele. Il giornoseguente, il presidio è davanti alla sede della FGR a Città delMessico, per denunciare come l’istituzione giudiziaria stiachiudendo le porte in faccia ai genitori. Lo stesso giorno esce lanotizia della scarcerazione di 24 persone coinvolte nel caso grazie aun giudice del Tamaulipas compiacente.
Il23 settembre il presidio è davanti al “campo militar numero 1” eil motivo è facilmente intuibile: “fueel ejercito”scrivono su tutti i muri della caserma i manifestanti. Lo dicono lecontro inchieste del GIEI e ora anche le inchieste ufficiali delpotere giudiziario messicano. Ma ancora non si riesce ad entrarenelle caserme, ancora non si riesce ad arrestare i colpevoli.L’esercito intanto risponde con la repressione alle radicaliproteste, ma questa non è una novità. Il 24 un’altra notiziaturba i familiari e quanti hanno a cuore la sorte dei ragazzidesaparecidos:la giornalista investigativa Peniley Ramirez del quotidiano Reformapubblica un articolo su Ayotzinapa, risultato di una fuga di notiziesulla parte non divulgata del report della COVAJ. Senza tener contodelle emozioni dei genitori, e tanto meno senza avvisarli, lagiornalista sbatte in prima pagina la possibile fine subita dairagazzi secondo le conclusioni a cui è arrivata la commissionediretta da Alejandro Encinas. L’autrice dichiara che ha scrittoquesto articolo perché apre nuove piste di investigazione ma lamancanza di sensibilità nei confronti delle vittime non è vistabene dai genitori e dalle organizzazioni sociali e di difesa deidiritti umani che si occupano del caso e stona con le dichiarazionidi Encinas che il giorno della presentazione del report avevapubblicamente ammesso l’esistenza di queste informazioni e lanecessità di non divulgarle per non compromettere le indagini.Arriva il 26 settembre, ottavo anniversario della sparizione forzatadei ragazzi. Una grande e partecipata manifestazione attraversa leprincipali strade della capitale arrivando fino allo Zócalo dove igenitori tengono un comizioe rifiutano l’ultimo report della COVAJ: «Dicono che non ci sonoindizi che i ragazzi siano vivi, noi diciamo invece che non ci sonoindizi che siano morti perché non ci hanno dato nessuna prova»,dicono dal palco i genitori. La tensione tra i genitori e il governocresce ancora di più il giorno seguente quando giunge la notizia cheil procuratore speciale della UEILCA, Oscar Gómez Trejo, hapresentato le dimissioni dalla carica in aperto contrasto con leingerenze e le omissioni della FGR il cui procuratore capo è ildiscusso Gertz Manero, al centro di polemiche e scandali. Il 29settembre giunge anche la notizia della sospensione del processoall’ex procuratore Murillo Karam: l’arresto mediatico effettuatodalla FGR si è rivelato un boomerang in quanto risulta aver leso idiritti dell’imputato. Tuttavia, Murillo Karam non esce ancora diprigione perché la FGR potrà presentare appello contro la sentenza.Lo stesso giorno il GIEI pubblica il quartoreport sulcaso nel quale spiccano le evidenti e profonde connessioni traesercito, polizia federale, funzionari pubblici con il crimineorganizzato, le prove del coinvolgimento diretto dell’esercitonella sparizione forzata e la conoscenza fin dal primo momento daparte della SEDENA (Secretaría de Defensa Nacional) di ciò chestava succedendo a Iguala. L’avvocato VidulfoRosalesnon usa mezzi termini per commentare il report del GIEI: «elementidell’Esercito Messicano stanno ostacolando le indagini e sirifiutano di dare informazioni». Il 5 ottobre arriva la notiziadella nomina del nuovo procuratore speciale per il caso Ayotzinapa: apresiedere la UEILCA viene nominato Rosendo Gómez Piedra, avvocatotabasqueño vicino al presidente López Obrador. La nomina di GómezPiedra è subito contestata dai genitori e dalle organizzazioni cheaccompagnano la famiglia: ancora una volta la FGR scegliedeliberatamente di non consultare la famiglia e di mettere a capodell’unità investigativa speciale un giudice senza esperienza sulcaso e in tema di diritti umani. Durissima la reazione dei genitori:«Le dimissioni del precedente titolare e la nomina di quello attualesenza tenerci in conto rappresenta l'inizio di un golpe e ladistruzione di questo meccanismo di giustizia di transizione che èstato costruito con fatica e lavoro e che ha rappresentato unasperanza di chiarimento dei fatti in cui i nostri figli sonoscomparsi […]. Per noi è chiaro che i governi sono uguali».

AbelBarrera Hernández, fondatore del centro di difesa dei diritti umaniTlachinollan, riassume così l’attuale fase: «Attualmente imilitari hanno esercitato una forte pressione contro le autoritàcivili perché non venga messa in discussione il loro supposto onore.Si rifiutano di comparire di fronte ai tribunali civili. La cosa piùgrave è che le autorità federali hanno ceduto alle loro pretese dinon essere indagati. Una delle prove di questa resa è che sono staticancellati 16 ordini di arresto contro elementi dell’esercito. Allostesso tempo, il giudice speciale è stato obbligato a rinunciare. Lacosa inaudita è che è stato nominato un nuovo giudice ignorando igenitori dei 43 studenti desaparecidos. Questa imposizioneunilaterale mette in grave rischio la stessa Comisión para la Verdady Acceso a la Justicia sobre el caso Ayotzinapa».
Finoa qui l’impressione sembra essere quella di uno scontro tra poteriall’interno dello Stato, con militari e giudici a fare pressioni algoverno perché garantisca l’impunità ai responsabili del crimine.Tuttavia, ci sono altri elementi da prendere in considerazione checonfutano questa ipotesi mostrando chiaramente come non ci sia unoscontro ma una stretta alleanza tra questi poteri: Gertz Manero,procuratore capo della FGR è stato nominato dallo stesso LópezObrador e da lui è stato più volte difeso negli scandali e nellepolemiche che lo hanno coinvolto, in particolare difendendo l’operatodel procuratore nelleultime vicende inerenti al caso. Rispetto al rapporto con il poteremilitare, basterebbe già da sola la militarizzazione dei territori adefinire lo stretto legame con il presidente. Pochi giorni fa, ilSenato (a maggioranza MORENA), ha approvato una legge con la quale èstata approvata la permanenzadei militari nelle stradefino al 2028. Una politica in netto contrasto con quanto annunciavaAMLO in campagna elettorale e che preoccupa per la continuità con leprecedenti amministrazioni. Recentementepoi, López Obrador ha posto sotto il controllo della SEDENA anche laGuardia Nacional, di fatto concedendo il monopolio dell’ordinepubblico ai militari. Come se non bastasse, alla SEDENA è statoconcesso pure il monopolio della costruzione di grandi opere comel’aeroporto di Città del Messico o il mal chiamato Tren Maya,l’amministrazione delle dogane, dei porti e dei vaccini,determinando quindi la consegna nelle mani dei militari non solo delmonopolio della sicurezza ma anche di una grandissima quantità difondi economici. Afugare ogni dubbio sullo stretto rapporto che lega la presidenzamessicana e la SEDENA, ci ha pensato il collettivo di hackerGuacamaya che è riuscito ad entrare nei server delle forze armate eraccogliere e divulgare oltre quattro milioni di mail. Leinformazioni che stanno uscendo dai “sedenaleaks” aprono unosquarcio inquietante sulla rete di potere in Messico e su casi comequello di Ayotzinapa. Attraverso le mail inviate dal generale inpensione Humberto Guillermo Aguilar all’ex titolare della SEDENASalvador Cienfuegos, scopriamo che fin dal 2015 la SEDENA ha operatocercando di occultare la verità, appoggiando la narrazione tossicadella verdadhistóricae costruendo tre possibili piani per evitare di vincolare i militarialla sparizione forzata. Venendo all’attuale amministrazione etralasciando lo spionaggio verso le reti e le organizzazioni dimovimento come i movimentifemministi,gli zapatisti (ad esempio è stata spiata la delegaciónExtemporáneadella Gira Zapatista dello scorso anno), o le organizzazioni didifesa dei diritti umani come il Centro Prodh classificato come“gruppo di pressione”, sonodiventate pubblichealcune missive importanti relative al caso. Su tutte, la mail inviatadal Segretario della SEDENA Luis Cresencio Sandoval González alpresidente con la quale intercede per il capitano José MartínezCrespo, detenuto per il presunto legame con il gruppo criminaleGuerreros Unidos. La reazione di López Obrador è stata, ancora unavolta, quella di difenderela SEDENA.Una delle mailhackeratealla SEDENA, datata maggio 2017, classificava l’allora candidatoalla presidenza López Obrador come un “attore avverso” allacosiddetta verdadhistórica.Solo qualche anno dopo, il presidente è diventato il difensore dichi ha commesso il crimine, tradendo la fiducia e l’impegno presocon i familiari delle vittime di questa tragedia e avvalorando unanarrativa raccomandata dai militari: «questa narrazione è statapianificata dal generale (Salvador) Cienfuegos, è stata seguitaprima dal governo di Peña Nieto e oggi è stata fatta propria dalPresidente della Repubblica, Andrés Manuel López Obrador» hadenunciato pochi giorni fa l’avvocato Vidulfo Rosales, che poi hasottolineato come tale narrativa mira a formare un’opinionepubblica secondo cui «ci sono interessi al di fuori della lotta deigenitori dei 43, per minare e screditare l’esercito messicano».Conquesti presupposti, non può che nascere un’altra verità storica.Fondata, ancora una volta, sull’impunità.

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