[Ezln-it] CASERMA MESSICANA. LA MILITARIZZAZIONE CONTINUA ANCHE CON AMLO PRESIDENTE
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Tue Oct 18 19:35:36 CEST 2022
LAMILITARIZZAZIONE CONTINUA ANCHE CON AMLO PRESIDENTEProrogatefino al 2028, in Messico, le funzioni di «pubblica sicurezza»dell’esercito nelle strade. Una strategia figlia della «guerraalla droga» che fin qui ha portato solo più morti e ingiustizie.Oswaldo Zavala: «C’è un legame complesso tra militari, economielegali e illegali e potere politico. Ma il tema sono le risorsenaturali, sicurezza e politiche energetiche vanno insieme».di Andrea Cegna - https://ilmanifesto.it/caserma-messicana
Il Parlamentomessicano ha votato affinché l’esercito continui a svolgereoperazioni di «pubblica sicurezza» nelle strade fino al 2028 e nonfino al 2024 come disposto nel 2006 con l’inizio della mal chiamata«guerra alla droga». Il Messico, allora, non era il paeseviolento che è oggi, morti e desaparecidos non avevano indottol’Istituto di Studi Strategici di Londra a parlare di stato diguerra non riconosciuta.Ogniqualvolta è stato decretato lo stato d’emergenza e ed è cresciutoil numero di militari e poliziotti abbiamo visto la violenzaesplodere. Stato dopo stato fino al Chiapas dove per “contenere”i flussi migratori sono stati schierati, recentemente, migliaia dieffettivi della Guardia nazionale. Una presenza che ha generatofenomeni di violenza anomali per lo stato, e contestualmente fattoscoprire la presenza di gruppi del crimine organizzato primainvisibili. Con l’arrivo alla presidenza di Andrés Manuel LópezObrador (Amlo) in molti e molte avevano sperato che si sarebbe messoun freno alla massiccia presenza di militari nel paese. Non è andatacosì.
ILVOTO DEFINITIVO in aula si è svolto lo scorso 12 ottobre,data che negli anni ha smesso di essere il giorno della scopertadelle Americhe e si è trasformata in momento di mobilitazione controil colonialismo. I tradizionali cortei allora sono diventatioccasione per dire «no alla militarizzazione». Alcuni hannodenunciato il rischio di estendere con la presenza dei militari anchele volontà non dette della war on drugs, tanto che a Città delMessico è comparsa la scritta «più potere all’esercito = piùalleati per i narcos». PerOswaldo Zavala, docente universitario, studioso delle dinamichemilitari, autore del libro Laguerra en las palabras. Una historia intelectual del narco en México,«il processo di militarizzazione che stiamo vivendo ha storia ecomplessità molto più ampie della guerra alla droga». SecondoZavala «è un processo di militarizzazione globale della sicurezzaintrinseco all’idea di dominio neoliberista. Un processo che igoverni del nord-globale hanno voluto riprodurre e imporre in tuttoil pianeta. Così abbiamo visto armare e dare la possibilità diagire come forze di sicurezza alle polizie municipali e locali, conuna riproduzione della violenza che colpisce maggioritariamente lecategorie più vulnerabili e povere».
D’altrocanto il governo di López Obrador ha dato una significativa svoltaalle indagini sui casi di Ayotzinapa e di Tlatlaya che stannoportando in carcere o alla sbarra militari di alto livello. Ha rottocon la gestione di Calderon e Peña Nieto, condivisa con gli Usa, deldossier crimine organizzato portando a uno scontro, tutt’altro cheretorico, sia con Trump che con Biden.
LADEA E GLI USA HANNO DECISO di intervenire con la maldestraoperazione di arresto del figlio del Chapo, Garcia Luna (colui cheideò e mise in pratica la “guerra alla droga”) e soprattutto ilfermo dell’ex generale e ministro della Difesa Salvador Cienfuegos.Un’intromissione che ha fatto scattare una spasmodica difesa delleforze armate proprio da parte del governo messicano. E questononostante il caso Garcia Luna – come fa notare Manuel VázquezArellano, sopravvissuto alla notte di Iguala e oggi parlamentare diMorena – mostri con evidenza come «lo Stato messicano fosse instretta relazione con il crimine organizzato: le indagini dimostranocome Garcia Luna trattasse e difendesse gruppi del crimineorganizzato e come il presidente Calderon sapesse tutto questo. Maanche il caso Florence Cassez vede la regia occulta di Garcia Luna emostra come ci fossero funzionari disposti a manipolare tutto ciòera in loro potere per difendere gli affari che stavano svolgendo.Osservando Garcia Luna si può vedere lo stretto legame tra Stato enarcotrafficanti». Secondo AssociatedPress «duranteil suo mandato López Obrador ha lasciato un numero crescente dicompiti all’esercito, tra cui la costruzione di opere emblematichecome il nuovo aeroporto della capitale e una linea ferroviaria nelsud del paese (il contestatissimo Tren Maya, ndr), la gestione didogane e aeroporti civili e la distribuzione dei vaccini». Ildispositivo di legge è arrivato al voto in un momento di fortedibattito sull’operato dell’esercito, poiché il caso Ayotzinapasta mostrando come le forze armate abbiano agito congiuntamente agruppi del crimine organizzato, e a pezzi della politica locale,nella pianificazione e azione che ha portato alla scomparsa dei 43studenti. E anche perché, grazie a un azione hacker, sono state resepubbliche le isteriche operazioni di spionaggio dei militari controattiviste e attivisti politici, le costanti violenze contro lecomunità zapatiste e anche la vendita di armi tra esercito e gruppidel crimine organizzato. Maè almeno dal massacro del 2 ottobre 1968 che in Messico ci sonocampagne contro la militarizzazione del paese. Una rivista disinistra, Porqué nel 1972 titolava: «Senza colpo di stato inMessico il potere è dei militari».
ZAVALARICORDA che «il problema inizia alla fine degli anni ’40quando l’esercito iniziò ad occuparsi di campagne contro lacoltivazione di droghe. Poi – prosegue – c’è una accelerazionecon l’applicazione del “Plan Condor” (1975-1977) e laconsistente militarizzazione del cosiddetto “triangolo dorato”,regione montuosa tra gli stati di Sinaloa, Chihuahua e Durango. Lamilitarizzazione del paese continua poi per tutti gli anni ’80 ediventa più radicale a partire dagli anni ’90 con la nascita delCisen – Centro di investigazione e sicurezza nazionale – e lafirma di accordi internazionali con gli Usa. L’esercito ècresciuto in termini di importanza, dimensione e capacità diinfluire nelle dinamiche interne durante le ultime quattro decadi». Nellafotografia del potere che l’esercito ha in Messico, Zavala ricordaanche che «esiste una relazione molto complessa tra militari,economie legali e illegali e potere politico. Viviamo un processocostante di saccheggio ed espropriazione delle risorse naturali ed èil vero problema che attraversa tutti i paesi definiti dall’occidente“in via di sviluppo”. Paesi che più di altri subiscono levolontà dei grandi oligopoli transnazionali che trafficano conpetrolio, gas naturale, litio, e più in generale con l’estrazionedi materie prime ed energia. E cosa vediamo? Vediamo uno scontro, avolte, per il controllo di queste risorse tra stati e impreseprivate, ma più spesso vediamo che le risorse naturali vengonoregalate alle grandi società private».
EDÈ PROPRIO QUI, secondo Zavala, che «si sta giocando la partitafondamentale del Messico, non nel traffico di sostanze o nellapresunta guerra tra presunti cartelli. Il tema centrale è ilcontrollo del territorio e delle risorse. Per il controllo delterritorio, in Messico, si arriva a uccidere e fare violenza anche suchi fa attività sociale e si oppone allo sfruttamento di corpi eterritori. È finito il tempo di pensare che politiche energetiche edi sicurezza siano due cose distinte».
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