[Ezln-it] L.H. Navarro: Bertolucci nella Lacandona

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Jan 8 15:57:19 CET 2019


Bertoluccinella Lacandona

Luis Hernández Navarro

Sono le 5:30 circa del pomeriggio del 31 dicembre scorso. Il pomeriggio èluminoso. Come se fosse la scena di un film epico di Bernardo Bertolucci, letruppe della 21^ divisione di fanteria zapatista si dispiegano come un enormeserpente che si attorciglia con marzialità nel caracol Madre de los caracoles, mar de nuestros sueños della Realtà,Chiapas.

All'avamposto del dispiegamento militare c'è un distaccamento motorizzatodi donne zapatiste che, arrivando nella piazza centrale, si schiera ai quattrolati per delimitare il perimetro delle operazioni. Segue un gruppo di milizianeche circondano il quadrato, come fossero le sue guardiane. La testa delgigantesco ofide selvaggio è formata da comandanti a cavallo, tra loro il comandante Tacho ed il subcomandante Moisés. Li segue unacolonna di oltre 4 mila combattenti in fila per due, in uniforme con pantalonie berretto verde, camicia color caffè, passamontagna neri e paliacate rossi, ognuno di loro ha duebastoni di legno lunghi circa 75 centimetri che, battendo uno contro l'altro,segnano il passo della truppa in formazione. Non riescono ad entrare tuttiquanti.

Questa stessa divisione - si spiega in un video di Enlace Zapatista (https://bit.ly/2LR6A9y ) - è quella che 25anni fa prese le città di Altamirano,Oxchuc, Huixtán, Chanal, Ocosingo, Las Margaritas e San Cristóbal. È rafforzatacon combattenti della seconda e terza generazione, zapatisti che erano neonatinel 1994 o non erano nati, e che sono cresciuti nella resistenza e ribellione.

La celebrazione del 25° anniversario dell'insurrezione armata dell'EZLN nonè la messa in scena di un movimento sociale. È la dimostrazione di potenza diuna forza politico-militare dotata di ordine, disciplina, coesione, destrezza,capacità logistica, base sociale, comando e controllo del territorio.

Se nelle loro apparizioni pubbliche degli ultimi anni gli zapatisti hannoprivilegiato di mostrare la loro faccia civile e popolare, attraverso seminarie incontri, festival di arte, escuelitase mostre cinematografiche, questo 31 dicembre hanno messo sul tavolo la lorofaccia militare. Che non implica prendere un arma, ma resistere. Il messaggiosimbolico del loro dispiegamento non poteva essere più esplicito.

La celebrazione si conclude con un'energica arringa del subcomandante Moisés rivolta allestrutture militari zapatiste, alle sue autorità civili e le sue basi diappoggio. Dice loro: siamo soli, come se non ci avessero visto, non ci avesserosentito. Ci vogliono mentire, ci vogliono ingannare. È uno scherzo,un'umiliazione. Sono contro di noi, l'EZLN. Non abbiamo paura del governo. Quiil malgoverno non comanda, comandano le donne e gli uomini.

Come si sa (anche se spesso si vuole dimenticare e si preferisce parlaredel subcomandante Galeano), Moisés è il portavoce dell'EZLN.Indigeno tzeltal, bracciante agricolo nelle infernali fincas del Chiapas, compagno del subcomandante Pedro col grado di maggiore nella presa di LasMargaritas e del subcomandante Marcos,oggi è lui a parlare a nome dello zapatismo e dei suoi popoli. Non è una figuradecorativa. È il portavoce dell'insurgencia.Le sue parole sono la sintesi di una vita di sofferenza e lotta, e deglianeliti emancipatori dei popoli originari.

Spiegamento militare e parole si devono valutare insieme. Benché ci sia un'intricatastoria di scontri tra l'obradorismo e lo zapatismo, la durezza delle denuncedei ribelli e la loro mobilitazione di fine di anno sembra rispondere a duefatti principali. La minaccia di un'offensiva contro di loro da parte del nuovogoverno e differenze programmatiche di fondo.

Non è paranoia. Alcuni portavoce della Quarta Trasformazione (4T) hannoproclamato informalmente ai quattro venti che l'EZLN è stato sconfitto, mentrepromotori della nuova Guardia Nazionale minacciano di intraprendere azioni dicontenimento contro i ribelli.

Lo zapatismo (e una moltitudine di comunità indigene e gruppi per i dirittiumani) presenta differenze sostanziali dall'obradorismo. Oppresso dallamilitarizzazione del Chiapas per più di un quarto di secolo, l'EZLN rifiuta laGuardia Nazionale e la considera un passo avanti nella militarizzazione delpaese. Con una lunga lista di militanti assassinati, si oppone al punto finaleche lascia impuniti i crimini del passato. Minacciato da chi vuole spogliarlodei suoi territori, vede nel Tren Mayae nei progetti di rimboschimento l'avanguardia per distruggerli. Impegnatonella ricostituzione dei popoli originari, trova che le cerimonie new age del nuovo governo siano uninganno. Deciso a rendere reale un altro mondo, nella pretesa della 4T digovernare contemporaneamente per sfruttati e sfruttatori, vede non solo l'ecodelle parole del repressore Absalón Castellanos Domínguez, ma una pazzia.Ostinato a lottare contro il capitalismo, crede che il governo di Andrés ManuelLópez Obrador sia la sua continuità.

Non bisogna farsi confondere. L'apparizione di Bertolucci nella Lacandonaanticipa che, contrariamente a quanto creda qualcuno, niente di definitivo èscritto nel sudest.

Twitter: @lhan55

Testo originale: https://www.jornada.com.mx/2019/01/08/opinion/017a1pol
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