[Ezln-it] Gustavo Esteva: Il secolo di Zapata
Annamaria
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Mon Apr 29 14:29:49 CEST 2019
Il secolo di Zapata
di Gustavo Esteva- 28 Aprile 2019
Quandoentra trionfante a Città del Messico, insieme a Pancho Villa, ad EmilianoZapata viene offerta la poltrona presidenziale. Emiliano Zapata rifiuta: “Noncombatto per questo, combatto per le terre, perché le restituiscano”, spiega.Poi torna nello Stato di Morelos, dove insieme ai contadini, dà vita allaComuna, una straordinaria esperienza di auto-governo fondata su un poteremunicipale e su una sperimentazione di democrazia diretta che attua la riformaagraria attraverso l’esproprio dei latifondi e apre scuole popolari. Zapata faancora paura e per questo viene ucciso su mandato dell’élite nazionale e diVenustiano Carranza, il primo presidente del Messico post-rivoluzionario. Centoanni dopo, soprattutto grazie agli indigeni col passamontagna del Chiapas, lasua lotta per la terra e la libertà, è più viva che mai, in Messico e altrove.Il mondo nuovo che sognava Zapata vive nell’affermazione della dignità di chisi batte per un’esistenza non asservita al potere del denaro e dei suoistrumenti più fedeli: i mercati internazionali e gli Stati.
Lastoria inizia con un regolamento di conti. Gli storici registrano il tradimentodi Madero e addebitano il crimine a Carranza. Però il tradimento, il crimine eil compito ancor più grave di assassinare la memoria di Zapata devono essereattribuiti ai rivoluzionari del 1910, ai governi della Rivoluzione fino aquello di José López Portillo e a tutti i suoi successori, fino ad oggi, comepure alle élite di cui sono stati a servizio.
Unamaniera semplice di cominciare il regolamento dei conti è farlo con l’ejido[N.d.t. – Proprietà rurale di uso collettivo, diffusa soprattutto nellecomunità indigene]. Lo zapatismo cercava di recuperare gli spazi in cui lecomunità esercitavano i loro modi di vivere e di governarsi. Nella ‘comuna’ diMorelos (così si chiamò quella notevole esperienza), le varie comunitàricevettero pieno riconoscimento, e per l’eternità, delle loro terre e acque,dei loro ejidos. Le leggi che Zapata fece valere nel 1916 e 1917 garantivanoloro autonomia e forme di governo proprie. Lo Stato si formava passo dopo passocome comunità di comunità locali, di natura anticapitalista.
Apartire da quello di Carranza (che governò il Messico attorno al 1915, ndt), igoverni invece hanno solo cercato di realizzare e amministrare secondo le formepolitiche della civiltà capitalista, per la sua espansione, adattandosi allemode e alle esigenze degli ultimi 100 anni. A questo scopo dovevano assassinareZapata e liquidare o corrompere lo zapatismo. Scesero a compromessi con molte e svariate fazioni. Nessun compromesso fu possibile con lo zapatismo.Era una cosa che non rientrava in quel progetto.
Perquanto la Costituzione del 1917 rappresentasse una formula di compromesso, inessa restò una ingannevole formula antizapatista. Oltre a rivendicare che la terra è della nazione, siafferma che essa può divenire proprietà privata con il trasferimento del suopossesso a privati. Si afferma inoltre che coloro che non hanno terra asufficienza hanno il diritto di esserne dotati, e che quanti ancora vivesserosecondo il sistema dell’uso comunale della terra hanno il diritto di sfruttarein comune le loro terre, però il tutto è assoggettato alla legge del 6 gennaio1915, di Carranza. In quella legge si affermò espressamente che non si trattavadi rivitalizzare le antiche comunità, né di crearne altre simili, ma unicamentedi concedere terre alla popolazione più misera che ne era priva. In questo modolo spirito antizapatista restò impresso nella Costituzione e passò in tutte leleggi agrarie formulate da allora in poi.
Poichéla nazione acquista esistenza reale solo nel governo, tutto ciò che riguarda leterre e le acque in questi 100 anni è rimasto nelle mani di un gruppo semprepiù incompetente e corrotto, costantemente al servizio del capitale. Per unsecolo le popolazioni hanno dovuto subire ogni sorta di soprusi e affrontareogni sorta di ostacoli per difendere i loro diritti originari, quelli chepossedevano molto prima che la nazione acquistasse una forma di esistenzalegale, diritti che lo zapatismo aveva pienamente riconosciuto.
Larivendicazione attuale non significa ritornare al 1992, allorché venneliquidato il regime agrario della Rivoluzione e si pose fine all’anomalia, inuna società capitalista, di una parte della terra che restava al di fuori delmercato e della proprietà privata. La riforma liberò l’ejido carranzista dalferreo controllo statale, però solo per sottometterlo a quello del mercato. Ciòdi cui oggi c’è necessità è smontare il delirio antizapatista che dura da 100anni e che, subordinando i popoli allo Stato o al mercato, subordina tutto alcapitale. Il punto di riferimento non è il 1917 o il 1992, né gli anniprecedenti alla riforma salinista (quella del 1992, ndt). È lo zapatismo diZapata, la Comuna del Morelos.
Questoè ciò che lo zapatismo di oggi reclama e che sarebbe stato concordato a SanAndrés (nelle trattative fra gli insorti neozapatisti e il Governo, ndt).Nell’identico modo in cui consultazioni manipolate (il riferimento è all’ampiouso che ne sta facendo il governo di AMLO, ndt) pretendono di esserecompatibili con norme nazionali e internazionali, oggi si prepara l’attuazionedi quegli accordi. È un infame inganno. Invece di rispettare la piena autonomiadelle popolazioni e la loro decisione di seguire il proprio cammino,l’amministrazione attuale si è proposta di sottometterli. I suoi progettistellari, il treno Maya [ndt: il progetto di linea ferroviaria di interesseturistico e commerciale, da Cancun a Palenque] e il Corredor Transistmico [ndt:un corridoio multimodale fra il Pacifico e l’Atlantico, nella regionedell’Istmo di Tehuantepec], hanno una caratteristica precisa: intendono subordinare la vita della gente delsudest a una logica che le è completamente estranea … Per il suo bene!
Siparla di ecoturismo o di imprese turistiche comunitarie come pretesto. Ormai legrandi imprese turistiche non investono più in hotel, treni o linee aeree: sonole padrone dei turisti e li muovono da un territorio all’altro in funzionedegli accordi che impongono alle agenzie locali. Il Corredor vuole sottoporreuna delle più ricche zone del paese a una logica del commercio internazionalesulla quale le popolazioni e il governo messicano non avranno più alcun poteredi dire o di fare qualcosa.
Latradizione di Emiliano Zapata, che l’EZLN ha attualizzato e rinnovato, guardaoggi a forme di esistenza sociale che rappresentano una innovazione radicale.Circolano per il mondo come baluardi di fronte all’orrore e come possibilitàreali di un mondo nuovo. Questo deve essere il secolo di Zapata, quello in cuila gente costruirà la propria vita senza subordinarsi allo Stato o al mercato,cioè al capitale. https://comune-info.net/2019/04/il-secolo-di-zapata/
Fonte: LaJornada - https://www.jornada.com.mx/2019/04/22/opinion/014a1pol
traduzione a cura di Camminardomandando https://camminardomandando.wordpress.com/
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