[Ezln-it] L.H.Navarro: Ayotzinapa, caso aperto

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Mar 21 11:52:13 CET 2018


  Ayotzinapa, caso apertoLuisHernández NavarroAyotzinapa segna lo spartiacque nell'amministrazionedi Enrique Peña Nieto. Nel suo mandato c'è un prima e un dopo la sparizioneforzata dei 43 studenti. Da allora, inizia il deterioramento dell'immaginepresidenziale e del mexican momentspacciato dai mercati che si approfondisce irrimediabilmente col passare deigiorni. Il nome del mandatario passerà alla storia associato alla notte diIguala.Impossibile sfuggirne. Nello stessomodo in cui, nonostante gli anni trascorsi dal 1997, il massacro di Acteal perseguital'ex presidente Ernesto Zedillo ovunque si presenti, l'ombra della sparizioneforzata degli studenti della Scuola Normale Rurale Raúl Isidro Burgosaccompagnerà Enrique Peña Nieto dovunque vada.Prima che il dibattito sulle fake news diventasse argomentoquotidiano sulla stampa internazionale, il governo federale ha fabbricato laverità storica. Doveva porre fine alla tragedia. Ha clamorosamente fallito neltentativo. Non è mai riuscito seriamente ad accreditare la sua versione deifatti. Il suo racconto è stato divorato dalle fiamme della sua stessainconsistenza e delle prove a disposizione. Inoltre, si è scontrato con loscetticismo documentato dei genitori dei ragazzi scomparsi.Senza andare troppo lontano,malgrado le autorità assicurassero che molti degli arrestati per l'aggressioneerano i capi della banda dei Guerrerosunidos, il gruppo criminale è oggi più forte che mai in ampie regioni diGuerrero e Morelos.Ad Ayotzinapa si sintetizzano moltedelle violazioni dei diritti umani esistenti nel paese da decenni: sparizioneforzata, tortura, impunità. Quanto accaduto ad Iguala il 26 settembre 2014 nonè qualcosa che succeda solo in Guerrero. Accade in lungo e in largo delterritorio nazionale. Ma le barbarità perpetrate quella notte contro glistudenti ed il comportamento del governo federale, a partire da allora hannoraggiunto un livello inusitato.Il più recente promemoria checolpisce e perseguita l'amministrazione di Peña Nieto riguardo il crimine diAyotzinapa e che ha un'enorme rilevanza per la comunità internazionale deidiritti umani, è il rapporto dell'Ufficio in Messico dell'Alto Commissariatodelle Nazioni Unite per i Diritti Umani, intitolato Doppia ingiustizia.Il rapporto ha inferto un colpomortale alla verità storica proprio quando il governo voleva riproporla percercare di chiudere il caso. E, benché l'ufficio dell'ONU-DH non sia un organogiurisdizionale (cioè, non è un tribunale), ha documentato con rigore efermezza la grave violazione dei diritti umani commessa dalle autoritànell'indagine che va da settembre 2014 a gennaio 2016.Il documento conclude che esistonoforti elementi di convinzione sulla presenza di tortura, detenzioni arbitrarieed altre violazioni. In altre parole, la verità storica è stata costruita apartire da testimonianze estorte con la forza agli accusati. La tortura violal'obbligo dello Stato di investigare in maniera seria ed imparziale e didimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l'accusato abbia commesso ilreato.L'ONU-DH ha esaminato 63 casi di 129persone processate. In 51 casi ci sono prove di tortura. La sua indagine prendein esame 34 di questi casi. La maggioranza delle detenzioni furono ad operadella Polizia Federale Ministeriale, ascritta all'Agenzia di InvestigazioneCriminale (guidata a quel tempo dall'oggi famoso Tomás Zerón), con l'appoggiodi elementi della Semar.In tutti i casi analizzati -assicura l'ONU-DH - gli individui presentavano numerosi danni fisicicertificati da esami clinici come compatibili con lesioni da tortura.L'indagine ha seguito un "itercolmo di violazioni dei diritti umani ed un modus operandi praticamenteuniforme" che iniziava con le detenzioni arbitrarie delle persone, passavaper ritardi significativi nella loro presentazione alle autorità, tortura, esuccessivo trasferimento al Pubblico Ministero.Le torture applicate sui detenutirientrano nel catalogo degli orrori con cui operano i poliziotti messicani.Sembrano estratte da un romanzo sulla guerra sporca. La lista è tremenda:violenza sessuale; scariche elettriche su genitali, capezzoli e ano; botte indiverse parti del corpo con pugni, calci e armi; colpi contundenti sulleorecchie, asfissia con borse di plastica in testa e annegamento con stracci sulviso sul quale si versa acqua [waterboarding- n.d.t.].Molte persone sono state obbligate adenudarsi. Altre sono state minacciate di essere gettate nel vuoto da unelicottero. Altre sono state avvolte in lenzuola per ostacolare la respirazionee movimento. Altre ancora avvolte con nastro adesivo perché non riuscissero amuoversi.Il governo ha incassato male ilrapporto ed ha risposto con goffaggine. La Procura Generale della Repubblica siè detta molto preoccupata dal rapporto ed ha precisato che le torture sonostate solo dei casi eccezionali.Come ha spiegato Jan Jarab, rappresentantedell'Ufficio dell'Alto Commissariato, il rapporto documenta una doppiaingiustizia: quella per coloro che sono stati torturati e quella per ifamiliari dei 43 giovani scomparsi e dei sei assassinati che ancora aspettanola verità. Ayotzinapa, ricorda l'ONU-DH, continua ad essere un caso aperto. http://www.jornada.unam.mx/2018/03/20/opinion/017a2polTwitter: @lhan55Traduzione “Maribel”- Bergamo
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