[Ezln-it] L.H.Navarro: Bastone di comando e neoindigenismo

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Dec 5 13:05:33 CET 2018


Bastone di comando e neoindigenismo

Luis Hernández Navarro

L'insediamento di Andrés Manuel López Obrador come Presidente è stato,nello stesso tempo, rituale repubblicano e spettacolo. Le messe in scena sonostate molte e prolungate. Ne cito alcune: giuramento in San Lázaro;conferimento del bastone di comando indigeno; occupazione cittadina de LosPinos; pranzo con mandatari; trasferimenti con una modesta auto Jetta bianca;intrattenimento con un ciclista e spettacolo musicale.

Migliaia di persone hanno partecipato alle diverse cerimonie e feste. Conanimo gioioso sono diventate attori di una data storica: l'avvio di quello cheè stato battezzato come la Quarta Trasformazione. Hanno occupato strade epiazze pubbliche di Città del Messico non per protestare, ma per festeggiare.

Tra le tante cerimonie, una risalta: la consegna al nuovo Presidente daparte di dirigenti indigeni di un bastone di comando, in una cerimonia sui generis (inventata per l'occasione),con invocazioni ai quattro punti cardinali, amuleti, preghiere e copal.

Andrés Manuel López Obrador non è il primo presidente a ricevere il bastonedi comando. Come ha ricordato Harim B. Gutiérrez, l'uso politico di questo attoè un'abitudine delle campagne elettorali della seconda metà del XX° secolo. Ilcandidato del PRI alla presidenza Adolfo López Mateos lo ricevette nel 1957 aGuelatao, Oaxaca. Anche alcuni presidenti in carica. A José López Portillo fuconcesso a Temoaya, nel 1978. Si tratta di uno scambio di favori politici: icandidati e mandatari ottengono legittimità e le comunità la possibilità diottenere opere e risorse. Da allora, il patto si è ripetuto con i candidati ecapi dell'Esecutivo di turno.

Tuttavia, in questa occasione, la consegna del bastone ha avuto un altroscenario ed un'altra trama: lo Zócalo della capitale, a nome di unarappresentanza dei 68 popoli indigeni del Messico, coordinata dall'IstitutoNazionale dei Popoli Indigeni (INPI).  

Il virus è nell'aria de è contagioso. Così come Claudio X. González e lasua rete di ONG pretendono di parlare a nome della società civile, alcunileader indigeni legati al nuovo governo si presentano come i rappresentanti ditutti i popoli originari.

Ovviamente chi ha dato al nuovo Presidente il bastone di comando nonrappresenta l'insieme degli indigeni del Messico. Rappresentano se stessi e, inalcuni casi, le loro comunità ed organizzazioni. Non parlano per l'insieme delmovimento, ma per una corrente di questo che cerca uno spazio in seno all'INPI.Senza andare troppo lontano, il Congresso Nazionale Indigeno, l'articolazionepiù importante del mondo indio, non ha partecipato a questa cerimonia.

L'idea stessa di un solo bastone di comando che rappresenti l'insieme deipopoli indigeni del paese è stata criticata da molti intellettuali indio edautorità comunitarie. È un'invenzione. I bastoni sono simboli di autorità diogni comunità, tribù o nazione.

Jaime Martínez Luna, uno dei più brillanti intellettuali zapotechi, insiemead altri creatore del concetto di comunalidad,ha scritto sulla cerimonia (che ha definito una performance) di investitura dello Zócalo: Chi lo ha consegnato alnuovo Presidente della nazione in questa occasione non rappresenta nessuno. Luilo sa, e lo sa il Presidente. Lo sappiamo noi che guardiamo un ritualeinesistente in termini reali, per una nazione inesistente.

Tra coloro che hanno partecipato al rito per l'occasione ci sono distintiattivisti sociali. Il lavoro di Carmen Santiago e della sua organizzazione Flory Canto a Oaxaca sono esemplari. Ma molti altri dei partecipanti sono parte diun settore di professionisti della rappresentanza indigena nelle istituzionigovernative che, dal 2000, sono alla caccia di poltrone e risorse. Ed insieme alotte emergenti, come quella di Oxchuc, in Chiapas, o Ayutla, in Guerrero,puntano a diventare gli interlocutori dei popoli originari nella QuartaTrasformazione.

La cerimonia di investitura nello Zócalo ha posto il mondo indio al centrodell'attenzione pubblica. Questo, che doveva essere un grande avvenimento, hafinito per perdere la sua essenza perché si è svolto in maniera folcloristica.Si è trivializzata la cultura e la spiritualità dei popoli originari,aggiogandola al potere. Non ne aveva bisogno il nuovo presidente che, fin daisuoi primi passi nella politica indigenista nella Chontalpa, ha una profondaconoscenza della dinamica statale della situazione in cui vivono le comunità. Perchéallora metterla in scena?

La cerimonia si può comprendere solo nella logica del neoindigenismo cheaccompagna e giustifica l'avvio di grandi megaprogetti nei territori dei popolioriginari. Benché non lo si ammetta, per la nuova amministrazione gli indigenisono oggetto di politiche di lotta alla povertà, non soggetti di diritto, inparticolare quello della libera determinazione. Per averne conferma bastavedere il modo in cui si è costituito e conservato e istituito l'INPI, l'iniziativa di legge Monreal per lo sviluppoagrario o il silenzio sul compimento degli accordi di San Andrés. https://chiapasbg.com/2018/12/04/navarro-bastone-comando/     Testo originalehttps://www.jornada.com.mx/2018/12/04/opinion/019a1pol#
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