<html><head></head><body><div class="ydp1dd1fc1eyahoo-style-wrap" style="font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;"><span><p class="ydp3c64d414MsoNormal" align="center" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:center;line-height:normal;background:white"><b><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Bastone di comando e neoindigenismo</span></b></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" align="center" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:center;line-height:normal;background:white"><u><span style="font-size: 10pt; font-family: Times New Roman, serif; color: black;">Luis Hernández Navarro</span></u></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">L'insediamento di Andrés Manuel López Obrador come Presidente è stato,
nello stesso tempo, rituale repubblicano e spettacolo. Le messe in scena sono
state molte e prolungate. Ne cito alcune: giuramento in San Lázaro;
conferimento del bastone di comando indigeno; occupazione cittadina de Los
Pinos; pranzo con mandatari; trasferimenti con una modesta auto Jetta bianca;
intrattenimento con un ciclista e spettacolo musicale.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Migliaia di persone hanno partecipato alle diverse cerimonie e feste. Con
animo gioioso sono diventate attori di una data storica: l'avvio di quello che
è stato battezzato come la Quarta Trasformazione. Hanno occupato strade e
piazze pubbliche di Città del Messico non per protestare, ma per festeggiare.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Tra le tante cerimonie, una risalta: la consegna al nuovo Presidente da
parte di dirigenti indigeni di un bastone di comando, in una cerimonia <i>sui generis</i> (inventata per l'occasione),
con invocazioni ai quattro punti cardinali, amuleti, preghiere e <i>copal</i>.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Andrés Manuel López Obrador non è il primo presidente a ricevere il bastone
di comando. Come ha ricordato Harim B. Gutiérrez, l'uso politico di questo atto
è un'abitudine delle campagne elettorali della seconda metà del XX° secolo. Il
candidato del PRI alla presidenza Adolfo López Mateos lo ricevette nel 1957 a
Guelatao, Oaxaca. Anche alcuni presidenti in carica. A José López Portillo fu
concesso a Temoaya, nel 1978. Si tratta di uno scambio di favori politici: i
candidati e mandatari ottengono legittimità e le comunità la possibilità di
ottenere opere e risorse. Da allora, il patto si è ripetuto con i candidati e
capi dell'Esecutivo di turno.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Tuttavia, in questa occasione, la consegna del bastone ha avuto un altro
scenario ed un'altra trama: lo Zócalo della capitale, a nome di una
rappresentanza dei 68 popoli indigeni del Messico, coordinata dall'Istituto
Nazionale dei Popoli Indigeni (INPI).<span> </span></span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Il virus è nell'aria de è contagioso. Così come Claudio X. González e la
sua rete di ONG pretendono di parlare a nome della società civile, alcuni
leader indigeni legati al nuovo governo si presentano come i rappresentanti di
tutti i popoli originari.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Ovviamente chi ha dato al nuovo Presidente il bastone di comando non
rappresenta l'insieme degli indigeni del Messico. Rappresentano se stessi e, in
alcuni casi, le loro comunità ed organizzazioni. Non parlano per l'insieme del
movimento, ma per una corrente di questo che cerca uno spazio in seno all'INPI.
Senza andare troppo lontano, il Congresso Nazionale Indigeno, l'articolazione
più importante del mondo indio, non ha partecipato a questa cerimonia.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">L'idea stessa di un solo bastone di comando che rappresenti l'insieme dei
popoli indigeni del paese è stata criticata da molti intellettuali indio ed
autorità comunitarie. È un'invenzione. I bastoni sono simboli di autorità di
ogni comunità, tribù o nazione.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Jaime Martínez Luna, uno dei più brillanti intellettuali zapotechi, insieme
ad altri creatore del concetto di <i>comunalidad</i>,
ha scritto sulla cerimonia (che ha definito una <i>performance</i>) di investitura dello Zócalo: Chi lo ha consegnato al
nuovo Presidente della nazione in questa occasione non rappresenta nessuno. Lui
lo sa, e lo sa il Presidente. Lo sappiamo noi che guardiamo un rituale
inesistente in termini reali, per una nazione inesistente.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">Tra coloro che hanno partecipato al rito per l'occasione ci sono distinti
attivisti sociali. Il lavoro di Carmen Santiago e della sua organizzazione Flor
y Canto a Oaxaca sono esemplari. Ma molti altri dei partecipanti sono parte di
un settore di professionisti della rappresentanza indigena nelle istituzioni
governative che, dal 2000, sono alla caccia di poltrone e risorse. Ed insieme a
lotte emergenti, come quella di Oxchuc, in Chiapas, o Ayutla, in Guerrero,
puntano a diventare gli interlocutori dei popoli originari nella Quarta
Trasformazione.</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">La cerimonia di investitura nello Zócalo ha posto il mondo indio al centro
dell'attenzione pubblica. Questo, che doveva essere un grande avvenimento, ha
finito per perdere la sua essenza perché si è svolto in maniera folcloristica.
Si è trivializzata la cultura e la spiritualità dei popoli originari,
aggiogandola al potere. Non ne aveva bisogno il nuovo presidente che, fin dai
suoi primi passi nella politica indigenista nella Chontalpa, ha una profonda
conoscenza della dinamica statale della situazione in cui vivono le comunità. Perché
allora metterla in scena?</span></p>
<p class="ydp3c64d414MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal;background:white"><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT">La cerimonia si può comprendere solo nella logica del neoindigenismo che
accompagna e giustifica l'avvio di grandi megaprogetti nei territori dei popoli
originari. Benché non lo si ammetta, per la nuova amministrazione gli indigeni
sono oggetto di politiche di lotta alla povertà, non soggetti di diritto, in
particolare quello della libera determinazione. Per averne conferma basta
vedere il modo in cui si è costituito e conservato e istituito l'INPI, l<i>'iniziativa di legge Monreal per lo sviluppo
agrario</i> o il silenzio sul compimento degli accordi di San Andrés. </span><span lang="ES-MX" style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-ansi-language:ES-MX;mso-fareast-language:IT"><a href="https://chiapasbg.com/2018/12/04/navarro-bastone-comando/" rel="nofollow" target="_blank"><span lang="IT">https://chiapasbg.com/2018/12/04/navarro-bastone-comando/</span></a></span><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT"><span> </span>Testo originale</span><span lang="ES-MX" style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-ansi-language:ES-MX;mso-fareast-language:IT"><a href="https://www.jornada.com.mx/2018/12/04/opinion/019a1pol#" rel="nofollow" target="_blank"><span lang="IT">https://www.jornada.com.mx/2018/12/04/opinion/019a1pol#</span></a></span><span style="font-size:10.0pt;font-family:Times New Roman,serif;mso-fareast-font-family:Times New Roman;color:black;mso-fareast-language:IT"></span></p></span></div></body></html>