[Ezln-it] EZLN: UNA STORIA PER CERCARE DI CAPIRE

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Sat Nov 19 13:05:54 CET 2016


Gli zapatisti spiegano l'intera genesi della proposta di candidare una donna indigena del CNI. A quien corresponda: Leggetelo.

UNA STORIA PER CERCAREDI CAPIRE

17 novembre 2016

Alla Sexta nazionalee internazionale:

A chi simpatizzae sostiene la lotta dei popoli originari:

A chi è anticapitalista:

Compagne, compagni,compagnei:

Sorelle e fratelli:

Questo estesotesto lo abbiamo fatto insieme io e il Subcomandante Insurgente Moisés, portavocee attuale capo dell’EZLN, consultandoci su alcuni dettagli con alcune delle e deiComandanti della delegazione zapatista che ha assistito alla prima tappa del V CongressoNazionale Indigeno.

Sebbene in questa,come in altre occasioni, spetta a me la redazione, è il Subcomandante InsurgenteMoisés a leggere, aggiungere o togliere, approvare o rifiutare non solo questo testo,ma tutti quelli che compaiono alla luce pubblica come autentici dell’EZLN. Non pochevolte, lungo questi scritti, userò il primo pronome singolare. La ragione di ciòsi capirà più avanti. Sebbene la destinataria principale di queste linee sia laSexta, abbiamo deciso di ampliare i suoi destinatari a chi, senza essere né starecon noi, ha le stesse inquietudini e un analogo impegno. Ecco:

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NEMMENO I NOSTRIINCUBI

Alcuni anni fa,la creatività e l’ingegno di qualche collettivo della Sexta produsse una frase che,con il passare del tempo, venne attribuita allo zapatismo. Sapete bene che siamocontro al copyright, ma non siamo soliti attribuirci né parole né azioni che nonsiano nostre. Senza dubbio, sebbene non ne siamo gli autori, la sentenza riflettein parte il nostro sentire come zapatisti che siamo.

Inalberata dallaSexta contro chi, con grossolani ricatti e minacce, attaccava (come ora) lo scetticismodinanzi al “potere” delle urne elettorali istituzionali, la frase va più in là edefinisce i limiti e le carenze di una forma di lotta, quella elettorale:

“I nostri sogni non entrano nelle vostre urne”, si diceva e si dice.

Noi come zapatistee zapatisti che siamo la sottoscrivemmo allora… e la sottoscriviamo ora. Ha la virtùdi dire molto con poche parole (un’arte oramai dimenticata). Ma, da questo latodel passamontagna, dal nostro essere ciò che siamo, aggiungiamo: “nemmeno i nostriincubi”.

Certo, avremmopotuto metterci “e nemmeno le nostre e i nostri morti”, ma risulta che, in questitempi grami, il dolore si è espanso ancora più in là. Non è più soltanto la mortenaturale a essere responsabile di allontanarci da chi ci manca oggi; come, nel nostrocaso, dal sottotenente insurgente di fanteria Hernán-Omar (parte di noi fin da primadella sollevazione, e strappato via dal cancro dal nostro fianco e da quello dellasua compagna e di suo figlio (che abbracciamo specialmente in questo primo compleannosenza di lui).

Ora sono, e informa crescente, gli omicidi, le sparizioni, gli arresti, i sequestri.

Se sei poverosei vulnerabile, se sei donna sei ancora più vulnerabile. Come se il sistema nonsi accontentasse di aggredirla per ciò che è, e si desse il macabro compito di eliminarla.Ovvero, non è più soltanto oggetto di molestia e violenza sessuale. Che è successoa questo sistema che rende “naturale” e perfino “logico” (“sì, se lo sono cercati”,dice la società intera) non soltanto la violenza, ma anche il sequestro, la sparizionee l’assassinio di donne? Sì, donne. La democratizzazione dell’odio di genere rendeuguali età, razze, colori, stature, pesi, credenze, ideologie, militanze o no; tuttele differenze, meno quelle di classe, diluite in una mancanza maggiore: essere donna.

E aggiungetecipotenze secondo la vostra differenza: colore, statura, peso, indigena, discendentedi africani, bambina, bambino, anzianei, giovane, gay, lesbica, transgender, ilvostro modo insomma, qualsiasi esso sia. Sì, un sistema non soltanto impegnato asegregare e disprezzare le differenze, ma ora deciso a eliminarle completamente.E non solo a sterminarle, ma facendolo ora con tutta la crudeltà di cui è capaceuna modernità. La morte continua ad ammazzare, ma ora con maggior sadismo.

Perciò, quelche vogliamo dire è che non solo ci mancano le morte e i morti, ma anche le scomparsee gli scomparsi (e includiamo non solo il maschile e il femminile, ma anche tuttociò che sorpassa la falsa dicotomia di genere), le e i sequestrati, le e gli incarcerati....... proseguire la lettura del testo completo: https://chiapasbg.com/2016/11/19/storia-per-capire/
Testooriginale: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2016/11/17/una-historia-para-tratar-de-entender/

Traduzione a cura dell’Associazione Ya Basta!Milano



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