[Ezln-it] Juan Villoro: La Stella Zapatista

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Jan 4 16:36:36 CET 2016


El País – 3 gennaio 2016

La stellazapatista

di Juan Villoro

A gennaio del 1994 il subcomandanteMarcos guidò l’insurrezione in Chiapas (Messico), dove i popoli indios eranofuori dall’agenda politica. Ilmovimento è transitato verso l'eroismo della vita quotidiana.

 “Elsilencio de los indios / fue precisando esculturas”, con questi versiCarlos Pellicer riassume il trattamento riservato dal Messico verso i popolioriginari. Non si parla di loro al presente; la loro gloria risale ad una tappaanteriore, l'età senza tempo della leggenda. I musei e le piramidi celebrano illoro passato splendore e le città si abbelliscono di statue, ma gli indios dibronzo non alludono agli attuali: li cancellano.

Il 1° gennaio del 1994, gli zapatisti si sollevarono in un paese dove ipopoli indios erano fuori dall'agenda politica. Il libro più conosciuto sullacultura precolombiana è “La visione dei vinti”. Qui,Miguel León Portilla traduce con eloquenza un canto che riferisce della cadutadi Tenochtitlan: “Y todo esto pasó connosotros. / Nosotros lo vimos, nosotros lo admiramos: / Con esta lamentosa ytriste suerte nos vimos angustiados”.

In Messico si parlano più di sessanta lingue indigene. Nessuna di esse hacarattere ufficiale. I discendenti di Moctezuma percorrono le strade dellegrandi città vendendo gomme da masticare e chincaglierie made in China, senza altro segno di identità che la miseria. Laloro “penosa e triste sorte” non ècambiata.

Nella notte del 31 gennaio 1993, ci addormentammo sognando il progresso (ilgiorno dopo entrava in vigore il Trattato di Libero Commercio con Stati Uniti eCanada), ma ci svegliammo davanti ad un'altra realtà: in Chiapas gli zapatistisi erano sollevati e la questione indigena era diventata di sorprendente attualità.

Il subcomandante Marcos rinnovò il linguaggio politico con sensodell'umorismo, parabole della Bibbia, leggende maya, realismo magico edaforismi della controcultura. Alcuni dubitarono della legittimità di unintellettuale della classe media come portavoce degli indios. Altri presero sulserio la sua proposta di cambiare il paese dal basso, con i più deboli. Nemicodella lotta armata e della sinistra dogmatica, Octavio Paz sostenne che lavittoria di Marcos era la vittoria del linguaggio.

Dopo 12 giorni di combattimenti, il Governo di Carlos Salinas de Gortariordinò il cessate il fuoco e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale(EZLN) operò una svolta sorprendente: la guerriglia apparentemente guevaristasi trasformò nel movimento politico che prosegue fino ad oggi. Il suo obiettivonon è arrivare al potere, ma migliorare le condizioni di vita delle comunitàindigene; se questo si otterrà, ritornerà alla notte dei tempi: “Aiutateci anon essere possibili”, dissero chi si era coperto il volto per avere un volto.

Secondo l’opinione del poeta e saggista Gabriel Zaid, si tratta della prima“guerriglia postmoderna”, la cui funzione non consiste nell’agire militarmente,bensì nel rappresentar sé stessa come insurrezione.

Un rito di passaggio dello zapatismo fu il dialogo col Governo. Percominciare, bisognava definire lo scenario. Varie sedi furono respinte fino ache i ribelli proposero il campo di pallacanestro a San Andrés Larráinzar. Unluogo povero, dove i canestri non avevano la rete. Tuttavia, quello spazio eraavvolto dal mito: era una nuova versione del gioco della pelota, il patio delmondo dove i maya assistevano alla lotta tra la notte ed il giorno, la vita ela morte. Lo scenario del Popol-Vuh tornava insolitamente attuale.

Il 16 febbraio 1996, gli accordi di San Andrés furono firmati. Tuttavia,l'impegno di modificare la Costituzione per concedere diritti ai popoli indiossi sottomise ad un'altra tradizione messicana: l'oblio. Per entrare in vigore,gli accordi dovevano diventare legge nel Congresso e questo non accadde mai.Gli accordi sono stati vittima di una classe politica convinta che, se lasoluzione si rimanda, il problema si risolverà da sé.

Durante la sua campagna per la presidenza, nel canonico anno 2000, VicenteFox promise di risolvere la questione del Chiapas in quindici minuti. Ilcarismatico vaquero interruppe 71anni di Governo del PRI, ma non mantenne le sue promesse. Per rinfrescargli lamemoria, gli zapatisti, a marzo del 2001, viaggiarono fino a Città del Messico.Ricevettero dimostrazioni di appoggio in tutto il paese. Nel Congresso, lacomandate Ramona chiese che la casa della parola accogliesse la voce degliindios. Nonostante il clima favorevole, la legge di autonomia passò adingrossare le questioni in sospeso di un paese bipolare, dove la violenza el'impunità coesistono con la solidarietà e la speranza.

Che cosa si può dire nell'anniversario del movimento? L'assenza di eventispettacolari suggerirebbe che la loro lotta sia scemata. Una visita nella zonazapatista porta ad altre conclusioni. Nei municipi controllati dall'EZLN sisono stabilite Giunte di Buon Governo dove si esercita una democrazia diretta,le autorità non ricevono compensi e “comandano ubbidendo”. Lì la parola “io” sipronuncia molto meno di “noi”. L'Ospedale della Donna e la Scuola Zapatistasono dimostrazioni di un sorprendente miglioramento nell’ambito della salute edell'educazione, ottenuto in situazioni molto avverse. La sollevazione è transitataverso una forma più pacifica e resistente di quella epica: l'eroismo della vitaquotidiana.

Secondo il rapporto sulle disuguaglianze elaborato da Gerardo Esquivel per Oxfam-Messico,viviamo in un paese dove l'1% della popolazione detiene il 21% della ricchezza,ed il 10%, il 64%. Questa forbice è in aumento: a livello mondiale, dal 2007 al2012 la quantità di milionari è diminuita dello 0,3%. In questo stesso lasso ditempo, in Messico è aumentata del 32%.

A quindici anni dall'alternanza democratica, i partiti non intendono lapolitica come l'arena in cui i conflitti devono essere risolti, ma comel'affare in cui devono essere preservati. Ogni anno, assegnano a se stessi piùdi 300 milioni di dollari.

Lontano dall'attenzione mediatica, nelle loro cinque comunità o “caracoles”,gli zapatisti reinventano i giorni. La loro capacità di riflessione non è menoattiva: a maggio del 2015 hanno convocato il seminario internazionale IlPensiero Critico di Fronte all'Idra del Capitalismo.

A proposito di utopia, Marcos riporta un insegnamento del Vecchio Antonio:Una stella misura ciò che sta lontano; una mano - forma umana della stella -misura ciò che sta vicino per arrivare lontano.

Paradosso zapatista: la meta irraggiungibile è a portata di mano.

 Testo originale: http://elpais.com/elpais/2015/12/24/opinion/1450949512_043782.html

(Traduzione “Maribel”– Bergamo)

-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: <http://lists.ecn.org/pipermail/ezln-it/attachments/20160104/7bd2decd/attachment-0001.html>


More information about the Ezln-it mailing list